05 Aprile 2019 · 4492 Views

Giuseppe Conti e piazza del Granduca

Piazza del Granduca
oggi piazza della Signoria
 




Piazza Gran Duca nel 1846


Piazza del Granduca, quella che oggi si chiama della Signoria, la più antica e la più celebre di Firenze, aveva un'impronta speciale, un carattere tutto proprio, del quale non se ne ha più la minima idea.
La Dogana era in
Palazzo Vecchio; e la porta dal lato di tramontana dietro al Cavallo [Statua equestre di Cosimo I de' Medici] si chiama tuttora porta della Dogana. In quella parte della piazza, ogni giorno si scaricavano le balle della canapa che veniva da Bologna, con dei carri tirati da cinque o sei cavalli, e l'assistere a quell'operazione dello scarico, era uno spasso per i fannulloni d'allora.
Vi prendevan parte anche molti ragazzi, che si compiacevano ad aiutare i facchini che eran tutti svizzeri, i quali in compenso lasciavan loro accomodare alcune di quelle balle in fila, ad una certa distanza l'una dall'altra, perchè si divertissero poi a saltarle con intermezzi di capriole e di qualche caduta. Questo giuoco destava l'ammirazione dei forestieri, che tutti contenti del gratuito spettacolo ginnastico, davano un paolo o mezzo paolo di mancia ai più bravi.

 
 
Piazza Gran Duca nel 1837/1838

Il divertimento durava dalle dieci della mattina fino alle ventiquattro; ossia all'Ave Maria della sera, ora in cui dai facchini veniva riposta nel cortile, o sotto la grande vòlta, tutta quella mercanzia.
Le botti dello zucchero, dello spirito, del caffè e le altre merci, si depositavano nei sotterranei del palazzo; in parte anche nei locali che poi servirono all'Esattoria, ed il resto in quelli che oggi son destinati a Caserma delle Guardie.
Ma l'aspetto più caratteristico, la Piazza del Granduca l'offriva in tutta quest'altra parte compresa fra le Logge dell'Orcagna, la Meridiana e la Vecchia Posta.
Entrando da
Via de' Calzaioli, si rimaneva ad un tratto storditi dal baccano e dal frastuono, come se si fosse a una fiera di campagna.
La gente non poteva quasi passare, tanta era la quantità dei ciarlatani, dei saltimbanchi, cantastorie, giuocatori di prestìgio, casotti di burattini, e carri con le scimmie o cani ammaestrati; venditori di semenza, di lupini, di sapone per cavar le macchie e di lumini da notte. C'eran quelli co' panieri de' dolci a forma di nicchia, fatti di tritello e miele, che s'empivano d'una specie d'acqua sudicia, battezzata pomposamente per rosolio, la maggior ghiottoneria dei ragazzi che andavano a nozze quando sentivan gridare: «Un quattrin mangiare e bere senza mettersi a sedere.»
Ad ognuno di quei banchi, o casotti, o carri, c'era sempre una folla di garzoni di bottega; e spesso si vedeva apparire qualche maestro, che con uno scappellotto ed una pedata simultanea, a colpo fisso quanto sicuro, prendeva per un orecchio lo smemorato ragazzo e lo riportava a bottega.


 


Carlo Ferrari (Ferrarin 1813-1871) - Loggia Dei Lanzi e Piazza Della Signoria 

I vecchi libri raccontano


Firenze in tasca


Non vi dimenticate che prima di uscire dalla Stazione dovete subire la visita daziaria*, per cui se avete qualche cosa che possa esser soggetto a dazio,...

Leggi ora!

Ritorno a casa, Firenze


Sono divenuto impaziente — vorrei avere le ali ai piedi — il treno fila via veloce, ma a me sembra che vada troppo piano.

Leggi ora!

Viale dei Colli, prima parte


Il viale de’ Colli da porta Romana al piazzale Galileo si chiama viale Machiavelli, dal piazzale Galileo al piazzale Michelangiolo, viale Galileo, e viale...

Leggi ora!

Gli Spazzaturai


La pulizia delle strade, finché poi non fu data in appalto, si faceva dai forzati, che con la catena al fianco, legati a coppia...

Leggi ora!

Visite guidate

Una rara perla sacra di Firenze che affascina i visitatori di tutto il mondo.
L'importanza di Palazzo Vecchio nella storia di Firenze. Stanze e saloni riccamente decorati.
Viviamo la meraviglia, sorrisi di stupore sui volti dei piccoli esploratori dell'arte
Un'immersione nella natura e nell'arte. Antiche statue e sentieri nascosti.