Gaetano Maria Antonio Alessandro Gaspero Baccani.
(Firenze, 6 maggio 1792 – Firenze, 18 giugno 1867)
Un nome che risuona nella Firenze del XIX secolo come simbolo di un'epoca di trasformazioni architettoniche, un eroe dell'architettura che ha plasmato con maestria e dedizione il volto della città toscana. Nato il 6 maggio 1792, da Carlo di Domenico Baccani e Colomba di Jacopo Danzi, Gaetano Baccani fu un artista che incarnò lo spirito del suo tempo, avventurandosi tra le correnti neoclassiche e neogotiche con un talento ineguagliabile.
Educato all'Accademia di belle arti di Firenze, sotto l'ala del maestro Gaspare Maria Paoletti, Baccani assorbì le sfumature del bello, elevando la sua passione per l'architettura a vera e propria missione di vita. Già professore a soli 26 anni, e in seguito Maestro, Gaetano non smise mai di imparare, di esplorare, di creare.
La sua nomina ad Architetto dell'Opera del Duomo lo colloca in un albero genealogico di maestri del calibro di Arnolfo di Cambio e Giotto, un'onore e una responsabilità che portò con dedizione, lavorando dal 1824 al 1860 per preservare e arricchire uno dei simboli più potenti di Firenze. Sostenitore dello stile neoclassico, Baccani non si limitò a seguire le orme del passato, ma seppe reinterpretare e adattare le linee pulite e l'armonia delle forme classiche alle esigenze del suo tempo. Palazzo Borghese, il palazzo dei Canonici in piazza del Duomo, e il sepolcro per la granduchessa Maria Anna Carolina di Sassonia in San Lorenzo sono solo alcune delle sue opere che continuano a raccontare la sua visione di un'architettura che unisce bellezza, funzionalità e storia.
Ma l'ambizione di Baccani non si fermò al neoclassicismo. Il suo amore per Firenze e il suo spirito avventuroso lo portarono a esplorare anche lo stile neogotico, creando capolavori come il Torrino del giardino Torrigiani e il campanile della basilica di Santa Croce, lavori che dimostrano la sua abilità nel dialogare con le diverse anime della città.
Una lapide in piazza Santa Maria Novella segna il luogo dove visse e morì, lasciando ai posteri il ricordo di un uomo che, con i suoi disegni e le sue costruzioni, ha scritto una pagina indelebile nella storia di Firenze.
Baccani non fu solo un architetto: fu un poeta del calcestruzzo, un sognatore di spazi, un artista che con il suo estro ha contribuito a rendere eterna la bellezza di Firenze.
Cristiano Banti, pittore toscano del XIX secolo, inizialmente seguì lo stile classico ma poi abbracciò la realtà come fonte d'ispirazione.
Attore fiorentino, ebbe un controverso passato nella Banda Carità ma divenne noto come comico nel teatro e nel cinema toscano.
Alla Galleria degli Uffizi troviamo un autoritratto, dipinto tra il 1552 - 1553, di questa grande pittrice del tardo Rinascimento.
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