Oratorio del Crocifisso di Fontelucente

Oratorio del Crocifisso di Fontelucente
A differenza degli altri oratori sorti nella valle, frutto spesso di iniziative private e caratterizzati da una certa modestia architettonica, i canonici di Fiesole decisero di intraprendere un percorso diverso per l'Oratorio di Fontelucente situato a mezza costa della collina su cui sorge Fiesole.

Volendo offrire una dimora adeguata al famoso Crocifisso di Fontelucente, commissionarono all'architetto A. Pettirossi (1) la realizzazione di un edificio che fosse all'altezza di tale tesoro. La loro visione portò alla celebrazione della prima Messa di consacrazione il 15 agosto 1692, un evento che segnò l'inizio di una nuova era per questo luogo sacro.
Oggi, l'oratorio non solo custodisce il Crocifisso, ma vanta anche un proprio archivio storico, arricchito nel tempo da diverse pubblicazioni a lui dedicate da illustri professionisti. Questo impegno nella documentazione e nella divulgazione testimonia l'importanza e il valore che l'oratorio ha acquisito nel corso degli anni, rendendo quasi superfluo ripetere le informazioni più note a chiunque si interessi alla sua storia.

Il sito su cui sorge il santuario, come altri luoghi vicini a corsi d'acqua o sorgenti, era frequentato già in epoca remota da coloro che praticavano riti pagani. Questa tradizione antica è testimoniata da Agnolo Poliziano, che visse nella vicina Villa del Bagno alla Cicala, rivelando così un legame profondo e millenario tra questi luoghi e le pratiche spirituali che vi si svolgevano, un legame che continua a influenzare la storia e la spiritualità del santuario di Fonteluciente (2).
Nel XVII secolo, un piccolo insieme di case, appena più di una borgata, e alcune cave erano incastonate a metà di un ripido pendio sul versante nord-ovest del colle di San Francesco, quasi a pendere sul Mugnone nel fondovalle. Il nome del luogo, Fontelucente, derivava da una sorgente scoperta nel Quattrocento, emersa casualmente durante l'escavazione delle cave di pietra serena, un fenomeno non raro nel taglio di questo tipo di roccia sedimentaria. Ancora oggi, è possibile ammirare come l'acqua, scivolando tra gli strati rocciosi e intercettata dalla luce, mantenga una sua particolare lucentezza.

Agnolo Poliziano ci ha lasciato una descrizione letteraria di questo luogo, imbevuta di suggestioni neopagane che riflettevano forse le credenze popolari dell'epoca, legate alla presenza di forze magiche e incantate nelle acque: le Lamie, figure inquietanti a metà strada tra donne e mostri, che più tardi nella tradizione popolare vennero associate a streghe e vampiri, abitavano, secondo le narrazioni delle "mulierculae", proprio queste zone.


In un contesto storico segnato dagli sforzi della Chiesa Cattolica di eradicare i residui pagani in seguito al Concilio di Trento, fonti e sorgenti come quella di Fonteluciente furono sacralizzate, trasformandosi in luoghi di culto e oggetto di devozione, grazie anche alle loro acque ritenute salutari. Dal Cinquecento, un crocifisso in pietra serena, opera degli scalpellini dell'epoca, era venerato in un tabernacolo a Fontelucente. Su queste basi di devozione popolare, venne eretta una chiesa oratorio, a ridosso della cava, in posizione ben visibile, che racchiudeva in sé il crocifisso e la sorgente, ancora attiva sia all'interno che all'esterno dell'edificio, fluendo in una fontana.

All'interno dell'oratorio si trova un trittico di Mariotto di Nardo, datato 1398, che raffigura la Madonna della Cintola, a testimoniare la continuità di una devozione profonda, legata tanto all'acqua quanto alla fede.

(1) Alessandro Pettirossi scultore ed architetto, nato nel 1636 e morto nel 1706. Fratello di Sebastiano Pettirossi di Fiesole, nato nel 1588, fu architetto della nuova facciata di Ognissanti nel 1627.
(2) Vicinus quoque adhuc Fesulano Rusculo meo, Lucens Fonticulus est; ita enim nomen habet, secreta in umbra delitescens, ubi sedem esse nunc quoque Lamiarum narrant mulierculae, quaecumque aquarum ventitant;» (cit. in Bandini A. M., Lettere XII ad un amico [...], Firenze 1880 p. 91). (Anche vicino al mio piccolo ruscello di Fiesole, c'è la luminosa Fonticulus; questo è il suo nome, nascosta nell'ombra, dove le donne raccontano che ci siano ancora le Lame, esseri delle acque).

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