Mezuzah
Approfondimenti sulla visita guidata alla Sinagoga di Firenze
Questo piccolo oggetto (fig. 1) viene posto sullo stipite destro delle porte, rispetto a chi entra, a due terzi dell’altezza (Fig.2). Sulla sua superficie, che può essere di qualsiasi colore, forma e materiale, viene a volte iscritta la lettera scin o l’intera parola sciaddai che significa “Onnipotente”. È un precetto scritto nella Torah (1) che, ancora oggi viene rispettato.
Al suo interno viene inserita una pergamena scritta in ebraico in cui è riportato un passo della Torah che si chiama Shemah (2):
Deuteronomio 6, 4-9:
“Ascolta, Israele, il Signore, Iddio Nostro, è l'unico Dio. Amerai dunque il Signore, Iddio tuo, con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. E questi Comandamenti, che oggi ti dono, rimangano ben impressi nel tuo cuore, insegnali ai tuoi figli, parlane loro e quando te ne stai in casa tua, e quando cammini per via, e quando ti corichi, e quando ti alzi. Legali come segnale alla tua mano e ti siano frontali fra i tuoi occhi; scrivili sugli stipiti della tua casa e sopra le tue porte”.
(1) Termine biblico che designa la dottrina impartita dai genitori ai figli, dai saggi agli ignoranti, dal sacerdote e dal maestro al popolo e da Dio agli uomini mediante i profeti. Per antonomasia, la dottrina religiosa che la Bibbia espone come impartita da Mosè al popolo d’Israele e che si raccoglie nel Pentateuco, chiamato appunto dagli Ebrei la Torah scritta, per distinguerla dalla Torah orale, che indica la tradizione rabbinica di interpretazione del testo sacro. (fonte Treccani)
(2) Shemat Preghiera ebraica che prende nome dalla prima parola («ascolta») del primo dei tre passi biblici che la compongono (Deuteronomio 6, 4-9; 11, 13-21; Numeri 15, 37-41). Viene recitata quotidianamente nella preghiera del mattino e della sera, preceduta e seguita da benedizioni, e al momento di coricarsi. L’inizio è la massima espressione della fede ebraica nell’unità divina.
Guelfi e ghibellini lottavano per il controllo locale, non per ideali nazionali o religiosi, e si allenavano con chiunque servisse i loro interessi.
Il 5 febbraio è cruciale per l'Istituto degli Innocenti a Firenze, marcando l'arrivo nel 1445 della prima bambina.
Le città italiane, nel passaggio dalla repubblica con consoli al governo del podestà, cercarono stabilità e imparzialità nella giustizia.
Con costosi abiti, cavalli adornati, e una festa di colori e lusso, l'evento fu memorabile per la nobiltà e la città.