02 Aprile 2015 · 15735 Views

Pasqua, scoppio del Carro o Brindellone

Scoppio del Carro
 
Questa festa tradizionale fiorentina risale alla prima crociata, indetta per liberare il Santo Sepolcro dalle mani degli infedeli.
Pazzino dei Pazzi, che secondo la leggenda fu il primo a salire sulle mura della Città Santa e a porre il vessillo crociato, fu premiato da Goffredo di Buglione con tre scaglie di pietra del santo Sepolcro di Cristo (oggi sappiamo che le pietre sono del vicino monte Oliveto).
Le tre pietre, furono usate per trarne una scintilla di fuoco santo e distribuirlo, dopo la benedizione, alle famiglie per riaccendere il focolare domestico. Si diffuse in tal modo a Firenze l'uso di distribuire al clero ed al popolo il "
fuoco santo" come segno della Resurrezione di Cristo. Questa tradizione fiorentina del fuoco santo è antichissima e molto probabilmente la chiesa l'ha fatta sua per sostituire quella pagana, che vedeva le vestali, sacerdotesse della dea Vesta, custodire il focolare dello Stato e quello domestico sempre acceso.
 
Oltre al fuoco il vero protagonista della Pasqua fiorentina è il Carro, ma nonostante la sua importanza non si può dire quando ne fu introdotto l'uso. È certo che il carro era completamente differente rispetto a quello che viene usato nella cerimonia attuale e ogni anno veniva completamente ricostruito perché non sopportava le esplosioni dei fuochi, alla fine i Pazzi decisero di costruire un grande carro trionfale che potesse sostenere le continue vampate dei fuochi. Il carro prese il nome di "Carro del Fuoco", furono così gettate le basi dell'odierna cerimonia.
Il carro può essere considerato il centro della tradizione, ma non è l'unico fulcro, l'altro ruolo importante lo svolge la colombina.
La sua introduzione si ha sotto il regno di Leone X (al 
secolo Giovanni de' Medici). Dal coro della cattedrale veniva tirata una fune che arrivava al centro del carro posto nella piazza antistante il duomo in corrispondenza dell'altare maggiore. Il razzo a forma di colomba scorre lungo la corda e accende la miccia dei fuochi e mortaretti posti sul carro. A seconda del “volo” i coloni, che dal contado venivano a vedere lo scoppio, traevano gli auspici per un buono raccolto. Oggi grazie alla moderna tecnologia siamo quasi certi che il percorso della colombina, dall'altare al carro e ritorno, si effettui in maniera perfetta, ma in passato era comune che la colombina si fermasse a metà percorso.
 
Attualmente nella mattina di Pasqua, scortato dai figuranti del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, il Brindellone si muove dal piazzale del Prato trainato da due paia di bianchi bovi infiorati, e arriva in Piazza del Duomo, fra il Battistero e la Cattedrale. Alle ore undici, al canto del “Glora in Excelsis Deo”, viene dato fuoco alla miccia della colombina che, sibilando, va ad incendiare i mortaretti ed i fuochi d’artificio sapientemente disposti sul Brindellone. Inizia così con fragore lo Scoppio del Carro e, sia pure in maniera simbolica, la distribuzione a tutta la città del fuoco benedetto.

L'attuale "carro del Fuoco" ha le seguenti dimensioni:
Altezza senza girandola 8,70m, con la girandola 11,60m;
Lunghezza 3,4m
Larghezza 2,8m
Circonferenza delle ruote 2,0m
Lunghezza del timone 2,5m
Il Carro possiede il freno a martinicca che funziona sulle ruote posteriori, che girano su un asse fisso, mentre le anteriori possono essere dirette per mezzo del timone.
Scoppio del carro
 
Il carro si sviluppa su tre piani: sul primo sono presenti quattro pannelli mobili che permettono di lavorare all'interno del carro e sui quali sono dipinti gli stemmi dei quartieri storici di Firenze (pannello anteriore Santo Spirito, pannello di sinistra San Giovanni, pannello di destra Santa Croce, sul pannello posteriore Santa Maria Novella); il secondo piano riporta su tutte le facciate l'emblema della famiglia Pazzi; il terzo e ultimo piano che si restringe a tronco di piramide mostra su ogni lato un mascherone sbalzato in legno dorato; infine il carro termina con quattro delfini rovesciati che con le loro code tengono una corna murale dorata.
Il carro attualmente è conservato in via il Prato 48, dove fino a qualche decennio fa era conservato anche l'antico carro di San Giovanni detto “
il Brindellone”, soprannome che oggi è passato al Carro del Fuoco.
 
Cartolina dello scoppio del Carro
 
BRINDELLONE
Dal vocabolario degli accademici della Crusca (1866, vol.2, pag.278) si può leggere: “BrindelloneSost. masc. Dicesi di persona che va male in arnese, e che quasi semina i brindelli delle vesti."
Il soprannome, che a Firenze indica un uomo alto e grosso dall'andatura dondolante e con indosso abiti trascurati, è erroneamente attribuito al carro del 
Fuoco Santo, mentre il particolare nomignolo era legato al carro della Zecca, antica magistratura fiorentina creata per battere moneta, che usciva sette volte l'anno (le feste dei quartieri e i tre pali dei berberi). L'attribuzione di questo soprannome si deve all'introduzione settecentesca di mettere un uomo malamente vestito di pelli, con un'aureola in testa e una croce astata, che gli permetteva di tenere un migliore equilibrio, sulla cima del carro a rappresentare il Santo Patrono. Il pover uomo in quella posizione doveva sopportare tutte le scosse che il carro in movimento subiva, per queste ragioni il popolo fiorentino lo cominciò ad appellare Brindellone.

© Riccardo Mugellini, medievista ed esperto di araldica.

Giornale Luce B1289 del 20/04/1938Descrizione sequenze:la chiesa di santa Maria in Fiore




La settimana Incom 00137 del 01/04/1948
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Descrizione sequenze:il carro di Pasqua attraversa le vie di Firenze 



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