Il Cantastorie
Il cieco e la bellona

Per le strade di Firenze si poteva incontrare o meglio sentire una voce anche intonata che cantando raccontava storie vere o inventate.
A Firenze era molto probabile incontrare una "strana coppia: il "cieco e la bellona" [1], il cieco era un novellatore o cantastorie cieco, anche se spesso si fingeva come tale, si faceva accompagnare da una "bellona" (non quella dell'immagine posta in alto alla pagina) non troppo giovane e un po' volgare però sempre piacente, che con la sua presenza attirava il pubblico, naturalmente in questo caso soprattutto quello maschile.
I guitti, gli angeli precipitati del "Cieco e la Bellona" nei loro vagabondaggi avventurosi si erano trasformati in itinerari verticali per «scendere – come Eugenio Montale parlando di Lòria a suo tempo suggerì – nella regione che sola conta: quella del cuore umano».
"Li poveri orbi e ciechi di tutti due occhi, che come è notissimo sogliono vivere col mestiere di cantare e recitare per le strade orazioni sacre e profane e soprattutto improvesar poesie nelle feste plebee in onore dè Santi che fuori de tempij nelle piazze e contrade espongonsi della città, sono l'istessi poeti popolari appellati ciclici poetae che fecero figura presso gli antichi in Italia a' tempi de' Greci e de' Romani" così scrive il Marchese di Villabianca nel Settecento.
[1] "Il cielo e la bellona" (1928) è anche il titolo di un libro del 1926 di Arturo Loria [2], I personaggi di questi otto racconti che compongono il libro sono mendicanti, contadini, vecchie ballerine, banditi o comunque relitti della vita, vivono storie allucinate, agiscono invasati da turbe e manie, sospesi tra la realtà e l'incubo, trovano il loro giusto tono in un pittoresco ambiente non cronologicamente determinato, ma dalla vaga suggestione romanzesca.
[2] Arturo Loria che nel panorama letterario del '900 è uno sconosciuto per quanto illustre. Nacque a Carpi nel 1902 da famiglia di industriali e alcuni brevi soggiorni negli Stati Uniti, in Francia e Inghilterra, visse sempre a Firenze, dove mori nel 1957.