Santa Maria in Campidoglio

Santa Maria in Campidoglio
e copia delle antiche fabbriche romane


Essere stato già in Firenze un Campidoglio, cioè una Rocca o Fortezza, o altra fabbrica eminente per la difesa della città, (1) resta provato, oltre l'autorità delle carte e degli scrittori, dall'esistenza fino ai dì nostri della Chiesa di S. M. Odegetria, com'era il suo vero titolo; volgarmente poi Santa Maria in Campidoglio.
Il nostro maggior Cronista lo rammenta in più luoghi della sua Storia; ma più distintamente là dove parla dell'edificazione di Firenze, e ne scrive così: "Marzio, l'altro signore romano, fece fare il Campidoglio al modo di Roma, cioè Palagio, ovvero la mastra Fortezza della città, e quello fu di meravigliosa bellezza . Nel quale l'acqua del fiume d'Arno per gora con cavata fogna veniva e sotto volle; e in Arno sotterra si ritornava: e la Città per ciascheduna festa deIlo sgorgamento di quello era lavata . Questo Campidoglio fu dove è oggi la piazza di Mercato Vecchio, di sotto alla Chiesa, che si chiama Santa Maria in Campidoglio."
Dietro all'autorità del Villani e del Malespini più antico di lui, anno creduto i seguenti scrittori, che il nostro Campidoglio fosse fabbrica romana, come romano è anche il nome. Ma il dottissimo Gio. Lami nelle sue Lezioni più volte citate, à validamente dimostrato, che questo nome di Campidoglio, quantunque romano nou prova, che egli fosse fabbricato da' Romani; ma al più, avendo una certa similitudine con quello di Roma, i Fiorentini, come altri popoli, ne presero il nome di là.
Queste riflessioni, che il citato autore va ripetendo ancora sull'origine d'altre fabbriche, come del Tempio di Marte, dell'Anfiteatro, del Teatro, e dell'ippodromo, gli giovano assai a dimostrare il suo principale assunto, che Firenze non sia di fondazione romana, ma Etrusca (2). Di qual estensione fosse appunto una tal fabbrica, non è facile il dirlo. Pure da certi confini che se ne trova, bisogna argomentare, che ella fosse di notabil grandezza. Imperocché sì sa per gli scrittori fiorentini , che occupava, parte della piazza di Mercato Vecchio, e stendendo le sue mura e torri al di là di S. Donato de' Vecchietti (3), dava il nome ad una porta della città eletta del Campidoglio, e poscia
di S. Pancrazio (4). Quanto alla Chiesa situata qià non lungi dalla loggia del Pesce, io lascio stare che gli Antiquari la pretendono fondata dov'era un antico Tempio di Giove Capitolino, e considero piuttosto la sua particolar costruzione, che esciva dall'ordinario delle altre moderne Chiese, essendoché si vedeva ripartita in tre spazi, soliti farsi in tutte le Chiese de' primi secoli, cioè il primo all'entrare pe' Catecumeni, il secondo per  i Fedeli Cristiani, il terzo per i Sacerdoti e Sacri Ministri, detto dipoi il Coro. Ma quel che è più degno di considerazione, si è la sua straordinaria altezza; la quale era tana topi più rimarchevole, quantoche il piano di Firenze è rialzato, secondo che pareva al Borghini nei suoi tempi, quattro o cinque braccia, secondo il Viviani , nove in dieci ,"e se fede meritasse il sentimento di Gio. Cavalcanti, che visse circa la metà del secolo XV , sin circa a sedici. La quale altezza non avea solo la detta Chiesa , ma anco le due vicine di S. Pier Buonconsiglio e di S. Andrea, e si può aggiungere ancora quella di S. Maria Nipotecosa, o di S. Donnino in via de' Calzaiuoli. Di che volendo render ragione, io non trovo la più plausibile di quella che ne dà il citato Borghini nel suo Discorso dell'Origine di Firenze: "Sebbene (egli dice) generalmente tutti i Tempj si soglion rilevare dal conimi piano, ed avere scalee intorno, come si vede in tutte le fatte di nuovo, che n' anno cinque, o sei, o sette, e lo danno per regola i buoni Architetti; e fra l'altre è questa una differenza dalle fabbriche private; questo si suol pur fare a modo; ma queste tre di gran lunga trapassano ogni regola, ed ogni proporzione, che avendo oggi chi tredici, chi quindici, o sedici gradi fra dentro e fuora, è forza n' avessero in quel tempo (prima del rialzamento della città) vicino a XXX o gli passassero; e questo fanno più considerabile l'altre che sono loro a vicino, e generalmente tutte queste che sono in quel che si dice primo cerchio, che non sieno murate di nuovo, ma si possono giudicare della medesima maniera e tempo, oggi; perchè tutte scendono o tanto, o quanto; e fatto il conto allora venivano a salire moderatamente. E chi di questo vorrà trovar la cagione non avrà se non, come io diceva, una cotal regola comune di quell'età, o data, o recitata da Vitruvio, e si può dir cavala dal fatto, nominando egli specialmente quelle, che erano a suo tempo nel Campidoglio romano, ove dice che i Tempi degl'lddei, in tutela de' quali sono le città, si pongano in altissima parte; ed onde possano scoprire quasi vedere la maggior parte delle sue fabbriche etc. Donde si potrebbe credere, che essendo noi in piano, cercassero que' nostri con questo artifìcio, ed industria procacciare tale altezza, con porle (come noi osiamo dire) in palco, al quale per tanti e tanti gradi a un dipresso almeno, se non interamente si venisse a salire, come a que' di Roma si Iacea per la natura del sito del Campidoglio." (5)
Resta ora a parlar del titolo d'Odigitria dato à Maria Vergine, siccome si trova nominata in due Contratti citati dal Del Migliore, de' quali uno è del 1190. e vi si legge cosi: Haec acta fuernnt in Ecclesia Sanctae Marine, quae dicitur in Capitolio, aliter Odigitria; il secondo è dei 1201 e porta queste parole: Actum fuit apud Sanctam Mariani in Capitolio, quae etiam Odigitria dicitur. Il culto della Vergine degli Odegi, o vogliam dir delle Guide delle vie, è originariamente Greco, siccome Greco è il suo nome. Una celebratissima immagine sotto questa invocazione fu già Costantinopoli, con fama di essere stata dipinta da S. Luca . Di questa se ne fecero, secondo il Du-Cange, diverse copie, le quali poi circa l'ottavo ed il nono secolo, nel qual tempo la devozione a Maria Vergine era diventata grandissima, si sparsero, in Gerusalemme, in Messina, in Russano di Calabria, in Roma (dove oggi si chiama Santa Maria Costantinopolitana), e in Firenze. Ma come potè mai passar nella nostra città questa devozione orientale? I Greci stessi la potettero insinuare; essendoché questi nella buona corrispondenza che passava in quei tempi tra Carlo Magno, e i suoi successori , e gli Imperadori d'Oriente, si portavano frequentemente in queste parti per mezzo de' navigli pisani; siccome l'autorità di Donazione, scrittore dell' undecimo secolo, non ci permette di dubitare . Verosimilmente adunque fu fondata questa Chiesa , checche altri si dica, doppochè il Campidoglio era stato distrutto da' Barbari , e forse nel principio del secolo nono, quando il Regno de' Longobardi restò soppresso da Carlo Magno, e Firenze si riebbe dalle passate sciagure, e fu cinta di nuove mura.
Egli non par credibile, riflette il citato Lami, die sin che regnarono i Longobardi, nemici implacabili dei Greci Imperatori, o i Greci venissero a Firenze, o i Fiorentini adottassero alcuna Greca maniera (6).

(1) Oggi mai è permesso di dubitare impunemente dell'esistenza di questa Rocca o Fortezza, della quale né sarebbe pervenuto qualche indizio più valido che non lo sono i racconti de' nostri vecchi Cronisti , e gli argomenti dedotti dai moderni antiquari, con i quali si sono impegnati a sostenergli. Di fatti non ne avevano bisogno i Coloni Romani a brevissima distanza da Fiesole, Città che per se sola costituiva una Rocca per quei tempi inespugnabile, se non che per la via di assedio , e che déntro di se conteneva una viepiù munita fortezza. Belle situazioni debbono essere state allora le adiacente del nostro mercato per un fortilizio. Immaginiamole parecchie braccia più abbasso che non lo è il suolo attuale, e frequentemente inondato dai rigurgiti del Torrente Mugnone, che scorreva ivi prossimo, e per cui saranno state aperte quelle gore o fossi citate nel paragrafo seguente, per ricondurre le acque Stagnanti nell'Arno, o nello stesso Mugnone; indi si giudichi dell'esattezza di questi , e simili racconti.
(2) Asserzione gratuita, ed ora abbastanza screditata da non meritare di diffonderci inutilmente.
(3) Ammessa L'esistenza dei residui citati di mura e torri sembra più verosimile ebe queste determinassero il contine della Città Romana da questa parte; ma tutto è incertezza.

(4) Si pretende che si vegga tuttora qualche avanzo del Campidoglio in una Piazzetta detta della Luna, accanto alla Chiesa, dove si vede una muraglia antica e d' assai grossezza , attaccata al Palazzo che fu de' Manfredi e poi di quei della Luna e finalmente degli Altoviti, e forma un Torrione di grande altezza. Parimente dagli spogli di Leopoldo del Migliore si à, che all'occasione di uno scavo che si fece nel 1581 sulla detta Piazza della Luna, furon trovati alcuni pretesi avanzi del Campidoglio, che sì veggono adesso nella facciata di una casa in via de' Bardi, e consistono in una testa antica creduta di un Romàno, ed in un fregio parimente di marmo arabesco con una testa di Leone.
(5) â€‹Eccoci condotti doppo tanti vaneggiamenti eruditi a comprendere la derivazione del nome dato a questa piccola chiesa, ora soppressa e affatto deformata di S. M. in Campidoglio, così detta da una lontana analogìa ai diversi gradi e ripiani pei quali ascendevasi al vero Campidoglio Romano. Si vuole che avanti il rialzamento di questa parte di Città fosse elevata dall' antico suolo circa dodici braccia , o quaranta scalini altezza forse esagerata. Nell'entrare della Chiesa eravi al piano della soglia un largo spazio destinato pei Catecumeni, e formava il primo ripiano. Si salivano quindi cinque scalini e trovavasi un altro competente spazio pei Cristiani, con due Altari laterali. Finalmente si salivano altri quattro scalini, e vi era il Coro, o Prestiterio. Si osservava qella facciata l'arme degli Strinati Alfieri, che godevano il patronato di questa Chiesa. Serve a confermare l'originaria depressione del Suolo in questa parte la cura che si presero i Fiorentini per garantire dalle inondazioni le chiese che contornano il mercato quasi tutte del IX e X Secolo. Non solo quella di S. Maria, ma le altre ancora si fecero elevatissime. Tale è quella di S. Tommaso, che oggi livella il piano delle moderne strade; l'altra di S. Pier Buonconsiglio, detta dal popolo San Pierino, e ne più bassi tempi S. Piero in Palco (per essere elevata sopra un solaio praticabile al
disotto); e finalmente S. Andrea. La penultima, cioè San Pierino, livellava con poca differenza quella di S. Maria, e malgrado il rialzamento della Città che si vuole condotto in circa braccia otto, resta tuttora elevata dal suolo l'altezza di quattordici scalini, e otto l'altra di S. Andrea. Desistiamo una voi la da fabbricare dei sognati Castelli, per vanità di farsi creder da più di ciò che siamo.
(6) Si lasci il Campidoglio adorna ove ha sempre esistito, e alcuna cosa si accenni riguardo alle dipinte Immagini di nostra donna che dal volgo si attribuiscono a S. Luca. Queste provò il Manni essere opera di un Greco venuto in Italia, che si chiamava Luca Santio, o Sanctio, che falsamente equivocato, ha prodotto il noto error popolare di crederle appartenenti all'Evangelista.

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