Abbazia di San Salvi

Abbazia di San Salvi
un vero e proprio gioiello nascosto della città

 


 Nel luogo dove esisteva, fino dal 1040, una piccola chiesa intitolata a S. Salvi, fu eretto, verso il 1050, un monastero che dopo quello di Vallombrosa fu il primo che l'ordine dei Vallombrosani possedesse. L'accurato Moreni (1) accenna alle varie vicende di questo monastero corredando il suo dire con documenti latini che per essere in soverchia quantità nuocciono forse all'interesse di quell'opera.
Comincia egli dunque col dire dell'assalto che nel 1062, il simoniaco, poi redento, vescovo di Firenze Pietro Mezzabarba (2) fece dare al convento ferendo moltissimi monaci e dando pur fuoco all'edilìcio in odio a S. Giovan Gualberto, il quale arrivando il giorno dopo da Vallombrosa, come dice la tradizione, risanò tutti. Dopo ebbe il monastero di S. Salvi a patire gravi danni per l'assedio che Arrigo VII nel 1312 pose inutilmente a Firenze e più gravi ancora per l'assedio del 1529 nella quale circostanza mentre tutto si arse, si saccheggiò, si distrusse, si rispettò per la sua sublime bellezza il meraviglioso cenacolo che Andrea del Sarto che aveva dipinto nel refettorio (fig. 1). Una leggenda vuole un rispetto inesplicabile nell'animo di quelle forsennate soldataglie che non seppero spingere il loro culto per l'arte, fino a fare a meno di distruggere barbaramente le opere scultorie superbe che abbellivano l'Abbazia di S. Salvi!
 

Fig. 1


 Risarcito dopo l'assedio, il monastero di S. Salvi fu dai monaci ceduto nel 1531 alle monache Vallombrosane di S. Giovanni Evangelista (3) che per la costruzione della fortezza da Basso ebbero distrutto il loro convento. La chiesa ed il monastero di S. Salvi, erano pertanto in brutte condizioni nonostante i risarcimenti fatti e vi si dovettero impiegare non lievi somme: dal 1534 al 1537 dice il Moreni che si rifecero le mura ed il tetto e si costruirono il campanile ed il coro delle monache. Papa Clemente VII, del quale si vede lo stemma sulla facciata, fece pure eseguire a proprie spese grandi lavori alla chiesa.
Nell'attuale chiesa parrocchiale di S. Salvi, si osservano varie opere d'arte di merito non comune fra le quali accenneremo un quadro rappresentante un miracolo di S. Umiltà del Passignano, uno con un Crocifisso e vari santi del Morandinì detto il Poppi e un altro quadro di Raffaellino del Garbo.
Sotto il portico esterno sono pur degni d'osservazione: un bassorilievo di Benedetto da Rovezzano sulla porta della Canonica, un Arcangiolo Michele dello stesso, una statua di S. Umiltà del XIII secolo ed una pittura della scuola del Rosselli.
 


(1) Domenico Moreni (Firenze, 12 agosto 1763 – Firenze, 13 marzo 1835) è stato un presbitero, letterato e bibliofilo italiano.
(2) Mezzabarba (Pavia, ... – Firenze, post 1071) fu vescovo di Firenze tra il 1062 circa al 1068. In seguito Pietro divenne seguace di San Giovanni Gualberto, per chiedere perdono per l'accusa di simonia si sottopose alla tremenda sfida di camminare sul fuoco e ne uscì illeso. Da quel momento tutti lo chiamarono Pietro Igneo.
(3) Il convento di San Giovanni Evangelista presso porta a Faenza, dove adesso c'è la Fortezza da Basso,, fondato nel secolo XIII dalla fondatrice del ramo femminile della Congregazione vallombrosana dell'Ordine di San Benedetto, la beata Umiltà, e distrutto per volontà di Cosimo I al fine di edificare in quel luogo la Fortezza.

Altri articoli
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo

La chiesa è romanica-gotica del XIII-XIV secolo, trasformata nel XVIII secolo.

La Torre Guadamorto
La Torre Guadamorto

All'interno della torre si trovava la gestione dei defunti, obitorio e documentazione delle morti nella Firenze medievale.

Il tabernacolo del XV secolo in Via dei Cavalieri
Il tabernacolo del XV secolo in Via dei Cavalieri

Sulla facciata della chiesa si trovava un San Cristoforo colossale della mano di Antonio del Pollaiolo, come riporta Filippo Baldinucci.

La Chiesa ed il Convento d'Ognissanti
La Chiesa ed il Convento d'Ognissanti

Insieme ad altri illustri personaggi vi sono sepolti S. Botticelli e Simonetta Vespucci.