Cappella del Cardinale
o cappella di San Giacomo è una cappella rinascimentale nella chiesa di San Miniato al Monte
Tratto da Fabio Cerboni, Il cimitero di San Miniato al Monte illustrato da F. Cerboni, Tipografia Militare La Minerva, 1865
Nel mezzo della navata sinistra si presenta all'occhio stupefatto la sontuosa cappella destinata a conservare le ceneri di Jacopo de’ Reali di Portogallo, arcivescovo di Lisbona, cardinale, morto a Firenze nel 1459. L’architettura, quantunque discosta dall’ordine generale del tempio, nonostante colla sua grandezza e maestà ne accresce la magnificenza e lo splendore. Noi ci assegnamo a indicare quello che meglio sorprende il guardo.
L’elegante pila di marmo bianco per l’acqua lustrale, accosto ad uno de’ pilastri esterni dell’ingresso, vedesi sostenuta da un tronco di colonna di porfido d’Egitto.
Antonio Manetti intarsiò il pavimento di porfido, di serpentino e di specchi di granito orientale.
Nel 1401 Antonio di Matteo Gamberelli, detto il Rossellino, inalzò il marmoreo sepolcro sovra un imbasamento figurato, cui ricopre un piano tutto intarsiato e screziato con pietre dure. Oh quanto belli nel loro dolore i putti che si tolgono i lembi della finissima coltre! come affettuosamente devoti i graziosi angioletti, uno de’ quali sostiene nelle mani la corona della verginità e l'altro la palma della vittoria, e quale dolcezza nel volto della Vergine c'ha in braccio il proprio pargoletto!
L’effetto poi del marmo rosso della parete, e la leggiadra cortina sono ben singolari. Nè mancò il nome di uno de’ più illustri letterati di quel tempo (il Poliziano) a rischiarare di più viva luce l’iscrizione mortuaria.
Le gemme che sono attorno alla cattedra, e gli specchi di porfido egiziano, di serpentino e di un diaspro rosso di rara qualità, la rendono preziosa.
Diaspro di alto valore è pure il piano che forma la base del venusto altare, in cui risalta l'elegante intarsiatura della predella.
Finalmente le 30 armi decoranti il fregio della cornice nella cappella, alludono alla estesa nobilissima parentela dell’illustre, alla cui memoria fu fabbricata; e nella volta ci stupiamo per le varie pitture che con tocco delicato e diligente coronano le parti superiori; ma pigliamo più di ammirazione pei lavori di ceramica che vi condusse Luca della Robbia coadiuvato da Agostino e da Ottaviano d’Antonio di Duccio.
Paolo II concesse indulgenza di 7 anni e 7 quarantene (1) ai visitatori di questa cappella.
(1) Periodo di quaranta giorni: indulgenza di sette anni e sette quarantene; anche, digiuno di quaranta giorni, fatto per penitenza.