Chiesa di San Martino a Maiano
Nella parte pianeggiante del colle e quasi nel centro di quel villaggio costituito in gran parte da antiche ville, sorge la vecchia chiesa di S. Martino della quale si hanno ricordi fino del secolo XI. Pure essendo annessa ad un antichissimo monastero di donne, essa fu parrocchia fin dalla sua origine; ma infinite trasformazioni subì lungo il corso dei secoli e quasi tutte le opere d’arte onde venne per il passato adornata dalle badesse e dalle suore che ne avevano la cura scomparvero. Piccola, a forma di croce latina, aveva perduto ogni traccia della sua vetustà quando, anni addietro, il commendatore Tempie Leader la volle quasi interamente rifare, capovoltandola e restituendole il carattere e le decorazioni tutte del XIV secolo, sicché oggi è, si può dire, ritornata al suo primitivo aspetto. Delle molte opere che in secoli da noi lontani l'adornavano, poche sussistono tuttora.
Una tavola in tre compartimenti, colla Vergine, il bambino, S. Giovannino e lateralmente S. Martino vescovo e S. Benedetto opera di Battista Naldini, fatta dipingere, come si rileva da una iscrizione, da Suor Maria Benedetta di Tebaldo Della Casa nel 1584, un’altra tavola rappresentante l'Annunziazione, opera pur essa del Naldini che l’esegui nel 1585 a spese delle monache Maria Benigna
Barducci, Maria Francesca Baldini e Ginevra degli Adimari, una mensola o gocciola d’un tabernacolo di pietra serena di leggiadra scultura che ricorda la maniera di Giuliano da Majano; ecco tutto ciò che oggi vi rimane, mentre s’ignora la sorte di antiche tavole e d’opere di scultura che secoli addietro adornavano ancora la chiesa monastica. Da i ricordi del monastero si sa che nel 1477 nel giorno di S. Bartolommeo, per un fortunale di tempo caddero la chiesa ed il campanile che le monache dovettero poco dopo ricostruire.
L'analisi del Duomo di San Giovanni è vitale per comprendere l'architettura medievale fiorentina.
Al Museo Stibbert si trova una grande tavola suddivisa in nove riquadri.
La chiesa venne edificata su progetto di Baccio d'Agnolo e a partire dal 1519
Sulla facciata della chiesa si trovava un San Cristoforo colossale della mano di Antonio del Pollaiolo, come riporta Filippo Baldinucci.