Niccolò Barabino
(San Pier d'Arena, 13 giugno 1832 – Firenze, 19 ottobre 1891)
Niccolò Barabino, il rinomato pittore genovese del XIX secolo, fu un maestro nell'uso del colore e nella composizione artistica. Nato nel 1832 a Sampierdarena, vicino a Genova, mostrò fin da giovane un talento per l'arte. Nonostante una formazione iniziale limitata, fu ammesso all'Accademia Ligustica di Belle Arti, dove studiò con dedizione.
A Firenze, iniziò a ottenere riconoscimenti con il suo dipinto "La morte di Bonifacio VIII" e ricevette commissioni importanti, tra cui un trittico per la chiesa della Concezione a Genova. Barabino divenne noto per i suoi affreschi, tra cui quelli nella chiesa di San Giacomo di Corte a Santa Margherita Ligure e i Profeti a Sestri Ponente.
Realizzò anche opere di grande rilevanza storica, come "Galileo dinanzi al Tribunale della Inquisizione", "Colombo deriso al Consiglio di Salamanca" e "Archimede ed Alessandro Volta". Questi lavori gli valsero premi e riconoscimenti.
Oltre a dipingere, Barabino fu attivo nell'assistenza durante l'epidemia di colera del 1884 in Liguria e ricoprì posizioni di prestigio, tra cui la presidenza del Circolo degli Artisti a Firenze. Fu anche riconosciuto con due commende e nominato Cavaliere dell'Ordine del Merito Civile di Savoia.
La sua carriera artistica fu caratterizzata da una continua dedizione allo studio e all'arte, e il suo lavoro è ancora oggi apprezzato e rispettato in tutta Italia.
Tratto da Angelo De Gubernatis - Ugo Matini, Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti, Firenze, Tip. dei successori Le Monnier, 1889
Angelo De Gubernatis (Torino, 7 aprile 1840 – Roma, 26 febbraio 1913) è stato uno scrittore, linguista e orientalista italiano. Nel 1906 fu candidato al Premio Nobel per la letteratura. Una parte delle sue collezioni di reperti raccolte nei suoi viaggi in India è confluita nel Museo Antropologico di Firenze.
Fabio esercitava abitualmente la professione di funzionario delle ferrovie, ma si era sempre dedicato con passione alla pittura.
Artisticamente si forma nella bottega del padre Bernardino del Signoraccio.
Pittore ribelle e originale, influenzò il manierismo. Ebbe un grande successo a Fontainebleau con Francesco I di Francia.
Direttore della Accademia di Belle Arti di Carrara, fu scultore di sicuro mestiere, ma di compassata e scolastica freddezza accademica.