Francesco Saverio Altamura, pittore

Francesco Saverio Altamura
pittore, scrittore e patriota italiano
(Foggia, 5 agosto 1822 – Napoli, 5 gennaio 1897)

Autoritratto del 1881, conservato al San Martino

 


Altamura (Francesco Saverio Raffaele) insigne pittore della Capitanata (1), nato nel 1826 a Foggia. Studiò lettere con i Padri Scolopi; nel 1840 si condusse a Napoli, per istudiarvi la fisica col Palmieri, la chimica col Piria, la filosofia col De Martino.
Dall'Ospedale ove faceva i suoi studii di medicina, passò nell'anno 1845 all'Istituto di Belle Arti. Fece quindi un concorso di composizione per essere esente dalla leva e ottenne l'esenzione; nell'anno 1847, concorse con Gli Ebrei esuli in Babilonia al Pensionato di Roma, e vinse il concorso insieme col Moretti, creando fin d'allora col suo compagno quella nuova scuola del vero che fece tanto onore a Napoli , e dove tutto parla e palpita. Compromesso ne' moti del 15 maggio, arrestato col D'Ayala, col Poerio, col San Donato, col duca Proto, riuscì a fuggire; egli avea combattuto alle barricate, dove ricevette una ferita di baionetta al sopracciglio e una di proiettile al dito pollice, ferita che fece domandare sarcasticamente da Ferdinando II all'Altamura se con quella mano potesse ancora dipingere. Due anni dopo la fuga, fu condannato a morte in contumacia dal Tribunale Borbonico. Riparò a Firenze, e nell'anno 1860 tornò in Napoli con Garibaldi, ma vi pose stanza definitiva solamento dopo alcuni anni, avendone passati ben diciassette in Toscana.
 

Ecco colui che andò all'inferno e tornò (1860-1865).
appartenente alla Collezione Venceslao di Persio di Pescara.

Egli é pittore di grande forza e potente coloritore; cavaliere di San Maurizio e Lazzaro e della Corona d'Italia, membro onorario di quasi tutte le accademie d'Italia e professore nelI'istituto di Belle Arti. Espose nell'anno 1847, il primo suo quadro Cristo e la donna adultera, che fu comprato dal principe d'Aquila fratello di Ferdinando II Borbone. Nell'anno 1848 espose La morte d'un Crociato o Dio lo vuole, che apparve una rivelazione ai giovani, sebbene abbia fatto brontolare i vecchi maestri, irretiti nelle tradizioni accademiche. 
 

I funerali di Buondelmonte

In Firenze, dopo altri quadri dì soggetto biblico: il profeta Nathas e La figlia di Jefte che fu premiata, fece la trilogia di Buondelmonte, ossia tre quadri rappresentanti La tradita; Le nozze e i funerali di Buondelmonte che furono premiati alla prima Esposizione Italiana del 1861. Fece quindi: Il sacco di Roma sotto il Conestabile; Odi Vecchi ed Amori Nuovi, quadri che si trovano
nella Galleria del principe Colonna; Veronica Cybo; e vinse il concorso Nazionale intimato dal Governo Provvisorio di Toscana col quadro epico Mario vincitore de' Cimbri ammiratissimo, e che, riprodotto per commissione del Re Vittorio Emanuele, trovasi ora a Capodimonte.

Le nozze di Buondelmonte

Per la Galleria Nazionale nell'Istituto di Belle Arti di Firenze, fece un espressivo ritratto dell'illustre storico napoletano Carlo Troya (2). Citiamo ancora tra i suoi quadri: Ofelia, Desdemona, Prometeo ne' quali il reale e l' ideale si compongono in felice armonia; Excelsior quadro originale inspirato dalla poesia di Longfellow, che si ammira ora nel Museo Civico di Torino; e, dopo il suo ritorno da Napoli, preceduto da un istruttivo viaggio artistico in Francia, Germania ed Inghilterra, ove raccolse tesori d'osservazione, Dubbio e Fede che trovasi nella Galleria Vonwiller; Francesco I e la Regina Bianca eseguito per Matteo Schilizzi (3); La monacazione di Maria Spinelli; Savonarola in tempo di Carnevale; Dulce prò patria mori; Gli scolari di Tiepolo; Figlia di suo figlio e parecchi quadri da chiesa.​

(1) La Capitanata è un distretto storico-culturale della Puglia e ha costituito una unità amministrativa, dapprima del Regno di Sicilia, poi del Regno di Napoli e, quindi, del Regno delle Due Sicilie.
(2) Carlo Troya o Carlo Troja (Napoli, 7 giugno 1784 – Napoli, 28 luglio 1858) è stato uno storico e politico italiano, primo ministro costituzionale del Regno delle Due Sicilie.​
(3) Matteo Schilizzi, di origine ebrea, come raccontato da Camillo Guerra, nasce nel 1861. Banchiere livornese, apparteneva alla nobiltà di Chios, isola greca che rimase sotto il dominio della Repubblica di Genova fino al 1566 quando l’Impero Ottomano, dopo lungo assedio, se ne impadronì. Secondo Philip Pandély Argenti gli Schilizzi, facenti parte della “Pentada”, la cerchia delle prime cinque famiglie nobili dell’isola, erano di origine bizantina, Skylitsi, e divisa nei rami di Arabà, Orphanoi, Karapiperi e Misè o Iatri.
La genealogia inizia con Emmanuel nato a Chios nel 1590 e morto nel 1650.​

Tratto da Angelo De Gubernatis - Ugo Matini, Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti, Firenze, Tip. dei successori Le Monnier, 1889​

Angelo De Gubernatis (Torino, 7 aprile 1840 – Roma, 26 febbraio 1913) è stato uno scrittore, linguista e orientalista italiano. Nel 1906 fu candidato al Premio Nobel per la letteratura. Una parte delle sue collezioni di reperti raccolte nei suoi viaggi in India è confluita nel Museo Antropologico di Firenze. (Fonte Treccani)
 

Francesco Saverio Altamura, Chirone centauro canta la liberazione di Prometeo, 1889.
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Francesco Saverio Altamura, David ammonito da Nathan, 1847.
Caserta, Palazzo Reale
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