Lo Spinario
La potenza espressiva di un gesto delicato
di Francesca Carboni Righi, guida turistica per la Toscana
Lo Spinario si può ammirare nella Galleria degli Uffizi e risale al I secolo a.C. Il suo sguardo è concentrato sul piede dolorante e il suo atteggiamento aggraziato e sorprendente del giovane che si occupa di togliere la spina ha affascinato moltissime persone nel corso dei secoli. La scena è intrisa di una certa dolcezza e delicatezza, che ha stimolato l'immaginazione degli osservatori e ha dato luogo a varie teorie riguardo alla figura raffigurata.
Questa scultura raffigura un giovane fanciullo seduto su una roccia, intento a rimuovere una spina dal piede. Si può immaginare che la spina si sia conficcata mentre il ragazzo stava pigiando l'uva durante la vendemmia. Un motivo tanto diffuso quanto famoso nell'antichità, probabilmente creato in Grecia nel III secolo a.C. In seguito, questa rappresentazione giunse a Roma, dove venne replicata per raffigurare Ascanio, figlio di Enea e, secondo il mito, progenitore della dinastia che vide tra i suoi membri personaggi illustri come Giulio Cesare e Augusto.
Tuttavia, nonostante questa interpretazione predominante, ci sono anche altre teorie sull'identità del personaggio raffigurato. Alcuni studiosi suggeriscono che potrebbe rappresentare un giovane contadino o addirittura un atleta, mentre altri ipotizzano che possa essere un ritratto di un individuo specifico dell'epoca. In ogni caso, la bellezza e l'armonia della figura, unitamente alla sua posa straordinaria, hanno contribuito a fare dello Spinario un'opera affascinante e affascinante che continua a stimolare la curiosità e l'immaginazione di coloro che la osservano.
Interessante è quando questa scultura fu avvistata la prima volta in epoca moderna, il periodo è quello intorno alla fine del XII secolo a Roma. Si trattava di una copia in bronzo, forse un originale, che oggi è conservata nei Musei Capitolini di Roma. Fu un fortunato incontro casuale per un viaggiatore inglese. Da quel momento, questa statua fu riprodotta più volte e divenne fonte di ispirazione anche per scultori moderni. Probabilmente la freschezza della scena, rappresentata con discreta eleganza, contribuì a rendere così interessante la figura del giovane intento nella sua attività.
La bellezza ingannevole. La Calunnia rivela il volto oscuro della manipolazione.
Maria nel bassorilievo dell'Orcagna: la sua morte terrena e l'assunzione celeste, divise in una narrazione d'arte unica.
Bassorilievo Madonna e Bambino di Mino da Fiesole, periodo fiorentino 1465-1470, si nota la grazia e attenzione ai dettagli.
Nel Cinquecento, Firenze fu pioniera nell'ornare libri con figure in rame.