Sant'Anna Metterza
Masaccio e Masolino da Panicale, 1424-1425, Galleria degli Uffizi di Firenze.
L'aggettivo "Metterza," utilizzato nella denominazione di Sant'Anna, trae le sue radici dal dialetto toscano del Duecento. Una traduzione letterale in italiano di questa parola potrebbe essere "mi è terza". Questa espressione descrive la posizione particolare di Anna all'interno del dipinto. Nello specifico, l'anziana Santa è collocata nel terzo piano dell'opera, poiché è la madre di Maria e, di conseguenza, la progenitrice di Gesù.
Quest'opera riveste un ruolo di grande importanza all'interno della collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze.
Secondo il biografo Giorgio Vasari, che documentò la sua presenza ne "Le Vite", la Sant'Anna Metterza originariamente si trovava nella chiesa fiorentina di Sant'Ambrogio. Vasari ebbe l'opportunità di ammirare questa opera nel 1568 e la descrisse come destinata alla "cappella situata accanto alla porta che conduceva al parlatorio delle monache". Nel 1813, la tela entrò a far parte delle collezioni della Galleria dell'Accademia. Infine, nel 1919, l'amministrazione dei Beni Culturali trasferì il dipinto presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.
Gli studi condotti dagli storici dell'arte suggeriscono che l'altare su cui questa pala era collocata fosse dedicato a Sant'Anna. Inoltre, sembra che il dipinto sia stato commissionato da Nofri Del Brutto Buonamici, un rappresentante di una famiglia di tessitori di drappi, a causa della loro profonda devozione alla Vergine Maria. In passato, la tavola ospitava gli stemmi della famiglia nella parte inferiore, ma purtroppo oggi questi non sono più visibili.
Sopra un gradino, proprio alla estremità inferiore della tavola sta scritto:
AVE MARIA / GR(A)TIA / PLENA / DOMINUS / TECUM / BE(N)EDICTATU
Giotto dipinse per Ognissanti il Crocifisso. Simbolo della Passione di Cristo, dove riflette la maestria dell'artista e il suo significato profondo.
Dipinto della bottega del Sodoma, mostra Cristo etereo contrapposto ai persecutori, esposto a Firenze.
Botticelli introdusse con quest'opera una grande novità a livello formale nel frequentatissimo tema dell'Adorazione.
Nel labirinto del tempo.