La Lunigiana e Dante

La Lunigiana e Dante

 

 

La Lunigiana è un'espressione geografica di cui riesce difficile assegnare i veri confini: deriva da Luni, città non si sa bene se etrusca o ligure, situata sulla sponda sinistra della Magra e poco lungi dalla sua foce.


« .. se novella vera
di Val di Magra, o di parte vicina,
sai, dillo a me, che già grande là era.
Chiamato fui Corrado Malaspina;
non son l'Antico, ma di lui discesi. »
(Dante Alighieri, Purgatorio, VIII 115-18[1)
 

La prima menzione storica di Luni (distinta dal suo celebre golfo) è quella della sua presa pei Romani sotto Domizio Calvino e della fondazione d'una colonia romana nel 177 a.C. (Liv., XII, 13). Nonostante però la fondazione di questa colonia non pare che Luni prosperasse; Lucano la descrive come in piena decadenza nel periodo della guerra civile (Desertae moenia Lunae, i, 586) e quantunque ricevesse una nuova colonia, sotto il secondo Triumvirato, era sempre, ai tempi di Strabone, che una piccola città e di poca importanza (Lib. Colon., p. 223; Strab., v, p. 222).
Non se ne hanno notizie storiche sotto l'Impero; ma la sua esistenza continuata fino al secolo V è attestata da Plinio, da Tolomeo da Rutilio e dalle iscrizioni rinvenute sul luogo. L'importanza di Luni, oltreché dal suo vino e dai suoi grandi formaggi, derivava dalle sue cave di candido marmo — le odierne di Carrara — reputato uguale, se non superiore in qualità, ai marmi più fini della Grecia.
Fu appunto quando le cave elleniche del pentelico (1) e del pario (2) cominciarono ad esaurirsi che i Romani, ossia gli artisti che lavoravano a Roma, verso la fine della Repubblica, si rivolsero alle cave lunensi già sfruttate dagli Etruschi: di questi il leggendario indovino Aronte (3), lunense, aveva dimora appunto nei monti delle cave.

 

 

 

Massa e Carrara furono già piccoli borghi della suddetta Luni, gran centro marittimo, spogliata dai Longobardi, ma già prima sfatto dalla lussuria, come leggesi nell'Itinerario Siriaco del Petrarca ed è confermato da Fazio degli Uberti:
 

Lussuria senza legge matta e sconcia
...............................................................
Noi fummo a Luni, ove ciascun t'accusa
Che sol per tua cagion veracemente
Fu nella fine distrutta e confusa.
 

Dopo di essere state devastate dai marchesi Azzo ed Ugo, Massa e Carraia passarono successivamente sotto il dominio dei Vescovi, dei Malaspina, dei Fregoso, dei duchi di Milano e dei Cybo. Massa Nuova, fabbricata dal generoso Alberico della famiglia dei Cybo, fu infatti chiamata Cybea per distinguerla da Massa Vecchia.
Come abbiamo detto, in Lunigiana signoreggiarono i Malaspina, la cui famiglia, al paro del nome, ha una leggenda che rammenta la vendetta di Accinno contro il fiero re gallo Teodeberto. Aveva questi fatto trucidare crudelmente Ilduino Manozio, principe di Luni e padre di Accinno, per aver soccorso Milano assediata dal re gallo.

Accinno secondo una leggenda, trovandosi solo un giorno con Teodoberto dormente, gli conficcò nell'orecchio una lunga ed acutissima spina che l'uccise, donde il nome di Malaspina.

Permettendo tradizioni e leggende, affermano gli storici che i Malaspina discendono dai marchesi di Toscana, dei secoli X e XI, e si divisero poi in Malaspina dallo Spino fiorito e dallo Spino secco. Fu questa divisione e le successive suddivisioni secondo il diritto longobardo che impedirono maggiori fortune ai Malaspina.

 

Malaspina dello Spino Fiorito
Troncato d'oro e di rosso, allo spino al naturale fiorito d'argento posto in palo ed attraversante

 

Malaspina dello Spino Secco
Troncato d'oro e di rosso, allo spino secco al naturale posto in palo ed attraversante


La Lunigiana serba grandi memorie di questa potente ed illustre famiglia, il cui capostipite Oberto Obizzo (4), parteggiando per la Lega Lombarda, difese, nel 1107, Tortona contro il Barbarossa, il quale lo investi in seguito di vasti feudi e castelli in val di Magra. E i Malaspina, macchiati anch'essi di saccheggi e delitti secondo l'indole di quei tempi barbari, si ebbero però, con la gratitudine, gli elogi di Dante Alighieri per l'accoglienza e l'ospitalità accordatagli:
 

« [...] e io vi giuro, s’io di sopra vada,
che vostra gente onrata non si sfregia
del pregio de la borsa e de la spada. »
(Divina Commedia, Purg., VIII)


Dante, reduce da Padova, fu in Lunigiana nel settembre del 1306 e, accolto da Franceschino, dimorò in Mulazzo dove possiamo vedere, con molto orgoglio, questa casa. E durante la sua dimora nella Lunigiana si raccontò che egli ripigliasse la continuazione del Poema, per incitamento di Morello Malaspina a cui Dino de' Frescobaldi avrebbe consegnato i primi canti, scampati miracolosamente nella fuga di Dante stesso a Verona.

 

La Torre ottagonale, detta "di Dante"

 

E l'Alighieri, per attestare la sua riconoscenza ai Malaspina, accettò la difesa della loro causa nelle trattative di pace con quell'Antonio Canulla (5), vescovo di Luni, nemico acerrimo dei marchesi Malaspina di Mulazzo e Villafranca.
Ma non ancora soddisfatto il nostro grande poeta cantò la gloria in questi ed altri versi del VIII del Purgatorio:
 

La fama che la vostra casa onora
Grida i signori e grida la contrada.

 

Sul monte Caprione nella Lunigiana, detto del Corvo dal colore della sua vetta, il celebre Pipino, vescovo di Luni, fondò, nel 1170, il convento di Santa Croce, e si crede che salisse Dante nell'autunno del 1308 e consegnasse al priore, frate Ilario, il manoscritto del suo poema. Il frate ben lo affermò in una sua lettera ad Uguccione della Faggiuola.

 

 

(1) Il marmo pentelico è un marmo bianco a grana fine, può assumere tenui tonalità di giallo oro, talvolta con brillanti venature verdastre, caratteristico della Grecia.
(2) Parico. Dell'isola di Paro, nel mar Egeo. Marmo bianco e pregiato tipico dell'isola, molto usato nell'antichità.
(3) Arunte (o Aronte o Aronta) è un aruspice etrusco, personaggio della Pharsalia di Lucano e citato nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Per Lucano (Pharsalia, I libro) egli era un potente indovino.
(4) Oberto I Obizzo (X secolo – 15 ottobre 975) fu Conte Palatino e marchese di Milano e di Genova e il più antico membro conosciuto della stirpe della casata degli Obertenghi. È il capostipite della nobile famiglia italiana dei Malaspina e della Casa d'Este.
(5) Antonio di Canulla vescovo e conte di Luni, quando vi si recò il celebre Dante Alighieri delegato dal marchese Moroello Malaspina nel 1300. 

 

 

 

Tabula Peutingeriana: Pars IV - Segmentum IV
Rappresentazione delle zone Apuane con indicate le colonie di Pisa Lucca Luni, il nome "Sengauni" e, poco più in basso, il "forum Clodii"
il tratto Pisa Luni non è ancora collegato
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