Il nome della Villa Reale e del borgo che si specchia sulle due rive dell'Ombrone Pistoiese vanta tradizioni romane: una leggenda lo vuole infatti far risalire alla famiglia romana dei Caii che ivi avrebbe posseduto una campagna.
Nei primi anni del secolo XV si ergeva sul luogo dell'attuale palazzo un fortilizio di proprietà della famiglia Cancellieri di Pistoia, che nel 1420 lo vendeva a Messer Palla di Noferi Strozzi per 7390 fiorini d'oro. Gli Strozzi ne fecero una casa di campagna che per molto tempo portò il nome di Ambra: dagli Strozzi cui fu confiscata passò ai Rucellai e forse in altre mani, finché fu acquistata da Lorenzo il Magnifico.
Questi die incarico di ricostruirla a Giuliano da San Gallo; il Vasari lo ricorda nella vita dell'architetto, così:
«Intanto venuto in maggior considerazione Giuliano appresso Lorenzo, il quale era in animo di fabbricare al Poggio a Cajano, luogo fra Fiorenza e Pistoia, e n'aveva fatto fare più modelli al Francione e ad altri, esso Lorenzo fece fare di quello che aveva in animo di fare un modello a Giuliano; il quale lo fece tanto diverso e vario nella forma degli altri, e tanto secondo il capriccio di Lorenzo, che egli cominciò subitamente a farlo mettere in opera, come migliore di tutti; ed accresciutogli grado per questo, gli dette sempre provisione. Volendo poi fare una volta alla sala grande di detto palazzo nel modo che noi chiamiamo a botte, non credeva Lorenzo che per la distanza si potesse girare; onde Giuliano, che fabbricava in Fiorenza una sua casa, voltò la sala sua a similitudine di quella, per far capace la volontà del Magnifico Lorenzo; per che egli quella del Poggio felicemente fece condurre.»
Aggiunge poi il Vasari: «che non vi ha dubbio che essa sia la più gran volta moderna che fino allora si fosse veduta.» Architettonicamente, del resto, tutta l'opera di Giuliano di San Gallo è felicemente riuscita; bella è la facciata che ha dinnanzi una specie di peristilio di tempio di squisito gusto classico con quattro colonne e due pilastri sopra un'alta parete di base, nella quale si aprono tre grandi archi, che si ripetono poi in forma di portico tutto in giro al palazzo.
Nel timpano è incastrato lo stemma dei Medici con nastri: nel fregio della trabeazione è un bassorilievo in terracotta di tipo Robbiano, che rappresenta le arti della guerra e della pace.
Questa loggia Lorenzo il Magnifico aveva data a frescare a Filippo Lippi: «Al Poggio a Caiano cominciò per Lorenzo de' Medici un sagrifizio a fresco in una loggia che rimase imperfetto,» narra il Vasari nella vita del pittore; e di alcune figure è rimasta ancora infatti nel muro di destra una pallida traccia. Sembra che del disegno delle scale non sia autore il San Gallo, bensì Stefano Ugolino, pittore senese.
Tanto Lorenzo che Leone X dedicarono molte cure alla villa di Poggio, che fu poi sempre soggiorno favorito dei Medici. Andrea del Sarto, il Franciabigio ed il Pontormo furono chiamati a decorare la gran sala, che Alessandro Allori ebbe più tardi la ventura di condurre a termine.
Bibliografia:
Michele De Benedetti, Palazzi e ville reali d'Italia, Firenze, Alinari, 1911