La "Grande Festa" del 1887.
Il 1887 è stato un anno importante perchè è l’anno della facciata del Duomo di Firenze. Il 12 maggio di quell’anno, infatti, venne inaugurata, dopo quasi sei secoli dalla posa della prima pietra e benedetta dal legato di Bonifacio VIII il cardinale Pietro Valeriani di Santa Maria del Fiore.
Non esistono documenti esatti che facciano risalire ad Arnolfo il disegno della prima facciata, sebbene gli scavi abbiano confermato che le fondazioni nella zona centrale della facciata possano risalire alla fase più antica dell'edificazione, quella duecentesca. L'inconsueto avvio dal fronte fu dovuto alla particolare necessità di creare fin dall'inizio un ambiente che, con la vetusta chiesa di Santa Reparata, si potesse continuare ad usare per gli svolgimenti liturgici.
Nel mese di maggio del 1887 Firenze assistette a molti importanti avvenimenti che sono ricordati da molte cronache italiane ma anche straniere:
1) Il 2 rientrarono dalla Francia il corpo del grande musicista Gioacchino Rossini, ed il 3 venne tumulato nella Chiesa di Santa Croce “ove dormono i grandi” citarono i giornali parafrasando “I Sepolcri” di Ugo Foscolo.
2) Il giorno 11, in una bella e calda mattinata, venne scoperto il busto di Donatello in Piazza del Duomo per festeggiare il V centenario dalla nascita del bravo e grande artista.
3) Il 12, invece, venne scoperta la facciata del Duomo, Santa Maria del Fiore.
4) Durante la notte tra il 14 ed il 15 il salone del Cinquecento ospitò un gran “Ballo in Costume”.
5) Il 16 un “Corteggio Storico” attraversò la città come rievocazione del passaggio di Amedeo VI di Savoia, chiamato il Conte Verde.
La giornata del 12 maggio, lo scoprimento della facciata, venne considerata “memorabile” e superò tutte le commemorazioni celebrate a Firenze in quel periodo. Tante personalità importanti arrivarono a Firenze, compreso il re Umberto e la regina Margherita, naturalmente insieme ai rappresentanti del governo e del parlamento, diplomatici personaggi della cultura nazionali ed internazionali. al momento culminante della festa, durante le scoprimento della facciata, la folla esplose in applausi e commozione: finalmente dopo sei secoli il Duomo era finito. Per finire la giornata in Duomo venne cantato il Te Deum.
Durante la notte 14 maggio il Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio si preparava al Gran Ballo Storico con luci, musica, e tanta folla elegantemente vestita come nel XIV secolo. Per rimanere in tema preferirono non usare la luce elettrica ma candele e la stearina.
La marchesa Maria Cristina Torrigiani Palaspina nel suo "diario di mezzo secolo” ricordava il famoso ballo storico come: “ballo stearico per una pioggerella di cera che cadeva dalla lumiere sui nostri costumi del ‘300 che ci erano costati assai di borsa e di riflessione per non uscire dalla linea dello stilo richiesto. Io avevo copiato il vestito di una figura di donna in un cassone di Benozzo Gozzoli che mi riescì abbastanza bene… Certo quella lanterna magica trecentesca fu bella e grandiosa, ma il ballo risultò piuttosto freddo per la severità dei costumi, e per la stanchezza dalla quale eravamo tutti vinti in quei giorni pieni di cerimonie, di spettacoli, di emozioni…”.
Estratto dalla "Guida al Corteggio" 1887:
Giunge il Conte Verde alla Porta alla Croce, il 2 novembre 1367, dopo aver sostato le notte nel Convento di S. Salvi, venendo da Perugia, l'Incisa, Pontassieve e secondo l'uso del tempo, accompagnato dal Castellano di questa Terra. Seguono il Conte Verde parte dei Cavalieri che lo accompagnarono nell'impresa d'Oriente, l'ambasciatore del Paleologo e la Banda Turca.
Incontro a lui sono andati a riceverlo il Podestà di Firenze il Capitano del Popolo, le Capitudini delle Arti, col Proconsolo, la Mercanzia, gli otto di Guerra, i Capitani di Parte Guelfa, gli Ambasciatori ed inviati delle Terre e Città amiche del Comune Fiorentino, tutti in bell'ordine preceduti da musiche e stendardi seguiti dalla Compagnia delle Lance.
Sarebbe troppo lungo ed impegnativo parlare della storia, anno dopo anno e secolo dopo secolo, della facciata del Duomo, potrei ricordare i tanti artisti che ci hanno lavorato, Arnolfo di Cambio, Giotto, Andrea Pisano, Donatello, Nanni di Banco, e che l’opera di Arnolfo fu smontata ed alcuni pezzi si trovano al Museo dell’Opera del Duomo. Nei secoli la facciata veniva “affrescata” con finte tele, legni oppure con dipinti soprattutto in occasioni di alcune nozze principesche.
L’iniziativa di prendere in considerazione una definitiva facciata venne a Leopoldo II (link 1 - link 2) nel 1858 e nominando una commissione apposita, con il contributo dei cittadini, di studiare la possibilità di crearne una nuova e definitiva. Dopo anni e vari concorsi venne accettato il progetto dell’architetto Emilio De Fabris, che nel 1871 cominciò a studiare la vecchia facciata e quattro anni dopo iniziarono i lavori.
Nel 1877 il rivestimento in marmo era già stato alzato di 6 metri, a 20 metri un anno dopo e nel 1883, l’anno della morte del De Fabris, la facciata era conclusa.
Alla maniera delle cattedrali dell' Europa gotica in genere, il nuovo Duomo venne dedicato alla Madonna, col titolo "Santa Maria del Fiore", un tributo cavalleresco al ruolo della Vergine nel misterioso piano di Dio. Il "fiore", secondo un documento del primo '400, sarebbe infatti Cristo, germogliato sullo stelo (Maria) che sorge dalla radice della famiglia di Davide.
Piazza della Santissima Annunziata: «Prototipo della misura urbana rinascimentale». (Bruno Zevi, Architettura in nuce, Venezia 1960, p. 68.)
Tutte le opere in cera, sia quelle anatomiche sia quelle di G. Zumbo, sono oggetto di studio di ricercatori provenienti da tutto il mondo.
L'Arno ha alimentato mulini, gualchiere e attività locali, ma ha anche creato sfide legate a siccità.
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