Festa in Arno
Accaduta in Firenze nell'anno 1304
Diverse in diversi tempi furono le feste che si fecero nel nostro fiume e che diedero molto moto alle penne dei letterati. Ci faremo a ragionare in questo mese di una che fu data nel 1304. perchè accaduta nelle Calende di Maggio di quell'anno.
Colale spettacolo, sebbene fosse diretto a sollevare il popolo, riusci di una fatale disgrazia. L'accaduto del fatto è raccontato dal Vasari nella Vita di Buffalmacco pittore che diresse questa festa, ma più dettagliatamente ce ne dà notizia il Villani, da cui pure il Lastri ne trasse il racconto.
Le Calende di Maggio si celebrarono un tempo in Firenze con molta gioia, e le brigate e compagnie che in tale occasione si facevano, cercavano ciascuna a distinguersi nella foggia dei divertimenti.
Fra l'altre fecero una compagnia quelli di Borgo S. Frediano e mandarono un bando per la città dicendo, che chi volesse aver nuova dell' altro mondo fosse nel di di Calende di Maggio sul ponte alla Carraia. Bizzarra immaginazione! Avean fatto in Arno sopra molte barche e navicelli una festa che rappresentava l'Inferno con molte pene e martori. Vi erano molti uomini che raffiguravano demoni, ed altri che a guisa di anime ignude stavano in diversi tormenti mandando grandissime strida. Il ponte alla Carraia allora di legname da pila a pila si​ caricò oltremodo di gente accorsa a quello spettacolo che in un tratto rovinò. In questa catastrofe molti morirono e molti ne sortirono feriti e come dice il Villani: «il giuoco da beffe avvenne col vero, e com'era il bando, molti per morte n' andarono a sapere novelle deir altro mondo con grande pianto e dolore a tutta la Cittade, che ciascuno vi credea avere perduto il figliuolo o 'l fratello.»
Buffalmacco per fortuna non rimase vittima di quella rovina poiché come dice l'Aretino Biografo: «quando appunto rovinò il ponte in su la macchina, che in Arno sopra le barche rappresentava l'Inferno, egli era andato a procacciare a alcune cose, che per la festa mancavano.»
Piazza della Santissima Annunziata: «Prototipo della misura urbana rinascimentale». (Bruno Zevi, Architettura in nuce, Venezia 1960, p. 68.)
San Gimignano un paese austero che vibra di tutto il suo fulgore e canta tutta la sua vita quando il sole sorge.
Cosimo I de' Medici volle segnare Firenze con tre colonne, simboli di potere e storia.
Nel periodo fascista, Firenze subì cambiamenti urbani e architettonici, mescolando modernità e tradizione, influenzando l'aspetto della città.