08 Luglio 2018 · 7011 Views

Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe

Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe
(Via dei Malcontenti)




Pianta del Buonsignori, San Giuseppe.
 
— Non fu in principio che un piccolo Oratorio nel quale si radunava la Compagnia di San Giuseppe, la di cui istituzione è anteriore al 1405 (168). Una immagine di Maria Vergine dipinta sopra un'asse, che stava in un Tabernacolo esterno di tale Oratorio, avendo incominciato nel principio del secolo XVI ad operare sovrumani prodigi, fu cagione che moltissimo popolo concorresse a venerarla, e che i fratelli potessero raccogliere tante limosine da intraprendere e condurre a fine l'edificazione di questa non grandissima ma elegante Chiesa, sul disegno dell'architetto Baccio d'Agnolo (169).
 
 
Progetto per il nuovo campanile della Chiesa di San Giuseppe

L'Apparatura solenne della medesima (che fu intitolata a San Giuseppe ed alla Beata Vergine del Giglio, perchè cosi chiamavasi la sacra Immagine anzidetta a cagione di un giglio che tiene nelle mani) avvenne il 19 di Maggio dell'anno 1519. — Fino all'anno 1583 i fratelli della compagnia di San Giuseppe rimasero in possesso di questa loro chiesa e delle case annesse, ma in quel tempo, per aderire alle richieste della Bianca Cappello seconda moglie del Granduca Francesco I, la renunziarono ai Padri minimi di San Francesco di Paola, i quali, ridotte quelle case a comodo convento, vi si trasferirono e vi dimorarono sino all'anno 1784 nel quale furono soppressi. In questa circostanza la chiesa venne dichiarata parrocchia, ed il convento diviso in due parti fu ridotto a canonica per il parroco, e ad ospizio per gli orfani di San Filippo Neri (170).
 


Madonna del Giglio attribuita a Raffaellino del Garbo.

La Chiesa, preceduta da un Cimitero, al quale si ascende per alcuni scalini, ha una facciata con pilastri dorici e frontespizio triangolare tanto inarchitettonica, che meglio è tacerne che farne parola alcuna.
Essa però non è opera di Baccio d'Agnolo, ma di uno sconosciuto architetto degli ultimi tempi del secolo passato. La pianta del sacro tempio è rettangolare con grandiosa tribuna , e tre cappelle simili per parte divise da pilastri corinzi molto belli. Sopra di essi ricorre un cornicione non conveniente alla gentilezza di quest'ordine, anzi sconvenientissimo, per non avere ne le proporzioni, né le caratteristiche del medesimo. Il rimanente della chiesa è ben proporzionato ed in giusti rapporti col tutto e con le sue parti. L'affresco della volta della navata, rappresentante San Giuseppe in gloria, come quello della tribuna in cui si vede San Francesco di Paola condotto in cielo dagli angioli, fu lodevolmente eseguito da Sigismondo Betti nel 1754 (171).

 


Crocifisso sagomato del XV e dipinto attribuito a Lorenzo Monaco​
 
Alla prima cappella, che si trova a destra di chi entra, è una tavola mediocre di sconosciuto pittore, rappresentante San Carlo in ginocchio, che fa orazione dinanzi ad un Crocifisso. — La seconda cappella destinata pel Santissimo Sacramento è abbellita di stucchi e affreschi di mano del Bimbacci (172), del quale sono ancora i due quadri rappresentanti l'Assunzione di Maria in Cielo, e la Natività di Cristo, che sono affìssi alle pareti laterali.
— La terza cappella è stata recentemente decorata dell'altare di marmo e di un ordine corintio a stucco sul disegno dell'architetto cavalier Gaetano Baccani, e di affreschi del professore Luigi Ademollo. Nella volta si vede l'Adorazione de' Magi, il Sogno di Giuseppe, la Presentazione al Tempio, e lo Sposalizio della Madonna. Nella parete a destra è figurata la Strage degl'Innocenti nella lunetta, e nel quadro il Transito di San Giuseppe; e nella parete sinistra la Fuga in Egitto della Sacra Famiglia, e la Disputa di Cristo nel Tempio co' Dottori.
All'altare è una pregevole tavola dipinta ne' suoi primi anni da Santi dì Tito, esprimente: «una Natività del Signore, fatta con molta diligenza, e con molti ritratti di naturale (173) ».

 


Santi di Tito, Miracolo di san Francesco di Paola, 1585-90 circa

— Fra questa cappella e la tribuna è situato un quadro di Francesco Bianchi, scolaro del Bilivert (174), che rappresenta un miracolo operato da San Francesco di Paola risuscitando un morto.
— Sussegue l'altar maggiore di marmo, con tabernacolo simile nel quale si conserva, chiuso da ricco sportello di argento, la devota immagine di Maria Santissima del Giglio, che fu cagione, come dicemmo in principio, della rinnovazione di questa chiesa. Nel coro oltre gli affreschi già menzionati co' quali è abbellita la volta, sono osservabili le manganelle o stalli di legno di noce, molto ben lavorati, che vi furono fatti dai Padri minimi di San Francesco di Paola.
— Seguitando il giro della chiesa troveremo fra la tribuna e la prima cappella che segue una tela dipinta da Francesco Bianchi (175), la quale esprime il prodigio dalia moltiplicazione del pane operato da San Francesco di Paola.
— La cappella che segue, dedicata alla Santissima Concezione di Maria, ha una dipintura che la rappresenta, d'Ignoto pittore e di poco merito.
— La seconda cappella dedicala a Sant'Anna ha una tavola antica e buona, ma assai mal condotta dal tempo, nella quale è rappresentala l'Annunziazione di Maria con i Santi Girolamo e Bastiano. In una delle pareti di questa cappella è apposto il deposito di marmo di Giovanni Neri, medico di Corte, che mori nel 1714,
ove si venera un devoto Crocifisso in rilievo, scolpito da Giovacchino Fortini a spese dell'auditore Giovanni Neri Bonaventuri (176).
— Finalmente l'ultima cappella ha un altare di pietra d'ordine corintio, ed una tavola antica appesa alla parete sinistra, rappresentante San Francesco di Paola che risana un infermo.
— Fra questa cappella e la porta d' ingresso alla chiesa è il monumento sepolcrale con busto di Anna Olivieri, dama Inglese morta in Firenze nel 1726, che fu scolpito da Giuseppe Grifoni col quale erasi unita in matrimonio dopo che ebbe abiurata la religione protestante (177).

 

(168) Firenze Ant. e Mod. , Tom. V , pag. 166.
(169) Idem. - Vasari, pag. 672.
(170) V. l'Articolo seguente N.° 23.
(171) Richa, T. I, del Quart. Santa Croce, pag. 186.
(172) Firenze Ant. e Mod. T. V, pag. 169.
(173) Vasari , Degli Accademici del Disegno , pag. 111.— Boughini, Il Riposo, T. III , pag. 146.
(174) Baldimjcci, T. XIV, pag. 51.
(175) Baldinucci, loco citato.
176) Firenze Ani. e Mod., T. V, pag. 169.
(177) Firenze Ani. e Mod., loco citalo.

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