23 Febbraio 2018 · 5002 Views

Metropolitana illustrata, prima parte

Metropolitana illustrata
Descrizione e spiegazione delle tavole
Prima parte
 
Siccome i disegni delle tavole delle quali ci accingiamo alla descrizione sono misurati sopra una scala di Braccio Fiorentino (a), all'effetto dunque di evitare i rimproveri, che altre volte ci sono giunti dall'estere Nazioni, di non aver redatto i disegni dei Monumenti della Toscana, e di altre parti dell'Italia, sopra una misura più generalmente intesa; cosi ci facciamo un dovere di prevenire i lettori, e tutte quelle persone che non avessero conoscenza della dimensione del Braccio Toscano, che questo è equivalente a Piedi uno, nove Pollici, e sei Linee del Piede di Parigi.
A giustificazione poi degli Autori Toscani, e specialmente Fiorentini, che quasi sempre hanno preferito la propria misura ad alcuna altra ancorché più divulgata, diremo esservi concorsa una certa vanità Nazionale, sebbene poco nota al di fuori. Proviene questa dalla certezza di essersi conservato nel Braccio Toscano la misura fatta adottare dai Romani a tutte le popolazioni assoggettate, cioè l'antica e originale misura Italica conosciuta sotto la denominazione di Piede antico Romano, sebbene da noi per maggior comodo raddoppiata; cosicché due dei detti piedi compongono il moderno Braccio Toscano,.

(a) Braccio fiorentino 0,5836 mt.
 A causa del metodo inappropriato utilizzato nelle province toscane nel 1808 e a causa dell'impossibilità di reperire tutti i campioni originali, nel 1877 venne stabilito di utilizzare per le unità toscane i valori del 1808 però in forma approssimata.
 

Tavola I
Pianta della Piazza ov'è situata la Metropolitana,
ed il Tempio di San Giovan Batista.
Parte prima
Parte seconda

 
Dimostra la tavola presente l'iconografia generale della Metropolitana, ed attorno alla sna piazza esistono certi pozzi , fatti ed ordinati da Arnolfo, coli'idea di ovviare al danno che potessero fare alla fabbrica i terremoti; perciocché in quei tempi credevasi che provenissero dalle acque sotterranee (1). Avvi ancora in questa tavola delineato, oltre la pianta della Metropolitana e sua piazza, il Tempio di San Giovanni, del quale faremo menzione a suo luogo. Dalla parte posteriore del medesimo è situato il palazzo dell'Arcivescovo , edificato con disegno di Gio. Antonio Dosio. Alcuni Antiquari, e pratici di quelle cose accadute dentro i merli della Città di Firenze , sono d'opinione che le antiche mura del primo cerchio attraversassero il Duomo, ed arrivassero alla Chiesa di San Benedetto (2). È però certo che in antico il Tempio di San Giovanni era più ravvicinato da fabbriche di quello che oggi lo sia, e la piazza, per quanto piccola , vi è stata formata o accresciuta in diversi tempi. Il Senatore Carlo Strozzi ha rilevato da diversi spogli fatti dai libri dell' Arte de' Mercatanti, come nel 1225 fu disfatto un antico spedaletto di S. Giovanni per ampliare la piazza. Nel 1298 fu fatto statuto di accrescerla: nel 1336 fu comprato per detto oggetto certo terreno da Andrea di Ubertino Strozzi; nel 1337 due casolari da Giovanni di Messer Ruggiero Adimari, e certo terreno da' figli di Baldo di Messer Talano della Tosa; nel 1338 una casa da Ugolino e fratelli figli di Martello Spadajo, e nello stesso anno il Comune di Firenze delibera che "comprinsi due case dagli Adimari, contigue alla piazza di S. Cristofano, e barattiosi col Capitolo Fiorentino, che servono per uso dell' Arciprete o Pievano, che confinano con la piazza di San Giovanni e con il Vescovado, e facciasene piazza, accrescendo quella di San Giovanni, e rimanendo le dette case al Capitolo Fiorentino, ed il terreno per piazza fino all' angolo della Torre del nVescovado, il qual terreno era braccia quadre 445" (3).
Se malgrado questi ingrandimenti, la piazza è non ostante ristrettissima per ogni lato, convien credere che non ne esistesse alcuna.
Pochi anni addietro fu pensato di aumentarla notabilmente per la parte di ponente, ma il progetto per quanto sanzionato, non ebbe esecuzione.

 

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Tavola II
Pianta del Tempio di Santa Maria del Fiore, o
Metropolitana di Firenze​

 
La pianta che si dimostra nella presente tavola costituisce questa fabbrica divisa in tre parti, cioè l'ambulatorio, e due portici assai spaziosi, essendo circa la metà dell' ambulatorio.
Queste tre parti chiamandosi volgarmente con un vocabolo generico Navate, ne seguiteremo la denominazione, dicendo essere quella di mezzo larga braccia 28,6 le altre due laterali braccia 13 , non compresi i pilastri intermedj i quali sono grossi braccia 4 e mezzo; Quindi tutta la sua larghezza interiore da C a D resulta di braccia 67 e soldi 2. Dalla facciata fino all'ultima cappella, cioè da A a B corrono braccia 260 e soldi 18 compresa la grossezza del muro la quale è di braccia 3 e soldi 18. Da E ad F, compresa la grossezza delle mura, sono Braccia 160, ed il totale spazio occupato dal Tempio ammonta a Braccia quadre 22118 incirca. Dietro ai due pilastroni fra la Tribuna di mezzo e quelle che formano la Croce, sono state ricavate due sagrestie segnate G con scale a chiocciola H, le quali conducono agli Organi, e continuano poi sino alla prima ringhiera. Le altre scale parimente segnate H servono per salire al Ballatoio tanto interno che esterno della Chiesa. Le due segnate I conducono ad una piccola cappella sotterranea.
La scaletta R conduce all' Orologio. Tre Tribune compagne, ciascuna delle quali contiene cinque cappelle, formano la Croce; pensiero nobilissimo e particolare per quei tempi, nei quali i monumenti dell'Antichità non erano più osservati. In mezzo a queste si eleva la gran Cupola sostenuta da quattro archi, e da altrettanti piloni, e sotto di essa è situato il Coro, il quale, benché stimabile per la sua struttura ed ornato, nondimeno impedisce che sia goduta la lunghezza della Chiesa, la quale per lai cagione non si rappresenta alla vista dei risguardanti così grandiosa come difatti ella è (4). Il suo pavimento di marmi antichi e moderni è assai maraviglioso sì per i differenti colori, come ancora per l''eccellenza del disegno. Quello che è contenuto nella Navata di mezzo è delineato da Francesco da san Gallo, l'altro attorno al Coro dal Buonarroti , ed il rimanente da Giuliano di Baccio d'Agnolo. Sette porte ammettono nell'interno di questa fabbrica, cioè tre nella fronte principale, e due per ciaschedmao dei lati.

 

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Parte prima
Parte seconda


Tratto da La Metropolitana fiorentina illustrata, Firenze, G. Molini, 1820​


(1) In una minuta dei seguenti pareri, egualmente esistente nei miei fogli MS. riguardanti il medesimo affare, trovo la seguente intitolazione dalla quale rilevasi che il disegno di tre ordini, che vien citato per quello dell'Accademia, è di Baccio del Bianco, e che quello di cui si prese cura Giov. Batista Pieratti, o non fu altrimenti eseguito, o venne rigettato non trovandosi più citato. L'Intitolazione è la seguente:
"Gli infrascritti sono i pareri di più Accademici chiamati dall' Illustrlss. Sig. Giuliano Bagnesi in questa parte L. T. di S. A. S. nell'Accademia del disegno sotto il di 8 Marzo 1635, circa il disegno di tre ordini della facciata del Duomo fatto in nome dell'Accademia per mano di Baccio del Bianco, et i pareri anco dei medesimi dopo aver visto sotto il di 10 detto altri due Disegni fatti, uno del Sig. Cav. Passionani di due ordini, e l'altro fatto dal Sig. Cav. Radii di tre ordini doppio. „ Poi segue: Il Sig. Piero de' Medici è di parere, che il Disegno fatto dall'Accademia vada avanti , e dopo aver'visti gli altri due disegni si conferma nel suo primo detto, che si deva fare quello dell'Accademia". Negli altri pareri che seguono vi è poca diversità.
(2) Nella detta minuta trovo "Siccome han fatto Bernardo (Buontalenti) , l'Ammannato, et altri Architetti antichi, e dopo aver visto gli altri, si conferma nella sua opinione".
(3) Di queste di lui avvertenze ne tratteremo più a basso.
(4) Notisi che questo è l'Autore del disegno dell'Accademia, e nella citata minuta trovo: "Baccio del Bianco dice, che quello dell'Accademia gli piace più di qualsivoglia altro, e che è il più proporzionato per la facciata".


 
 

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