Antichi dipinti nella chiesa di S. Giovannino de’ Cavalieri
Nome popolare della chiesa di San Giovanni Decollato
Le piccole chiese di Firenze offrono ancora delle sorprese per gli amatori delle antiche cose. Chi scrive questa nota (1) più volte oralmente ha richiamato l’attenzione degli amici dell’arte sulle preziose tavole quattrocentesche che si trovano nella Chiesa di San Giovannino dei Cavalieri in via S. Gallo, non ancora – per quanto egli sappia - conosciute dagli storici dell’arte, e taciute anche nelle più recenti Guide di Firenze. Onde è che con piacere apprese come si proponga di illustrarle, con riproduzioni fotografiche, l’egregio Dottor Giovanni Poggi. Non tornerà adunque sgradito ai lettori che ne sia data qui una notizia sommaria e preliminare.
Chi entra nell’oscura ma spaziosa chiesa, trova nel secondo altare a destra una preziosa tavola quattrocentesca, raffigurante l’Annunciazione, che il Richa e dietro lui il Fantozzi dicono della scuola di Giotto!; tanto a questi vecchi eruditi erano mal noti gli antichi maestri. La figura della Vergine ricorda quella dell’Annunciazione di Filippo Lippi a Monaco; ma l’aria della testa ci richiama la grazia delle prime cose di Filippino. L’angelo è quasi una riproduzione di quello che vedesi nella figurazione del medesimo soggetto, opera di Filippo, ora nella Galleria Nazionale di Londra. Sembra dunque di un maestro che sta fra l’uno e l’altro artefice: ed aspettiamo dalle solerti ricerche del Poggi di conoscere a qual pittore propriamente appartenga.
Nell’altare a Cornu Epistolae è una magnifica Incoronazione di Neri de’ Bicci: una delle migliori sue cose. (Il Richa e il Fantozzi l’attribuiscono nientemeno che ad Andrea Orcagna!) Sotto la tavola è una predella con piccole storie del medesimo artista, che facilmente si riconosce alla maniera.
Nel coro si vedono dei frammenti di una Crocifissione, che hanno la maniera di Lorenzo Monaco. Rimane il Crocifisso, e in basso, resecate dalla tavola e forse ritoccate in più parti, le figure sedute e preganti della Vergine e di S. Giovanni che ricordano assai le tavolette dipinte dallo stesso artefice, ora, crediamo, provvisoriamente deposte|nei magazzini degli Uffizi.
Ancora più importante e veramente bellissima è una Natività che vedesi nell’altare a Cornu Evangelii, e che qui diamo riprodotta grazie alla cortesia del Dott. Poggi. In alto è una superba coorte d’angeli volanti e adoranti, un vero esercito celeste che stringe il fiammeggiante volo sul capo di Cristo e ricorda le schiere angeliche del Ghiberti e il sentimento del tabernacolo dell’ Impruneta di Luca della Robbia. In basso leggesi il motto Ipsum qnem genuii adoravit. La bella e semplice figura della Vergine orante fa pensare ad alcune figure di Masolino a Castiglione d’Olona, p. e. alla Salome nel Convito d’Erode: mentre il modo di piegare le vesti nella figura di S. Giuseppe è nello stile di Lorenzo Monaco. Ad ogni modo pare opera d’uno di quei maestri fiorentini dei quali conosciamo poco più che il nome, come Giuliano d’Arrigo, detto Pesello, Dello, lo Starnina, che segnano la transizione del secolo xiv al xv, quantunque appartengano cronologicamente a questo; ed offrirà argomento a discussioni e ricerche a coloro che studiano questo oscuro ed importante periodo dell’arte nostra.
Notevole è, infine, nella sacrestia di detta Chiesa una piccola tavola della Vergine col Bambino che il Berenson (The Fiorentine Pointers, 2 a ed., 1903, p. 133) attribuisce a Pier Francesco fiorentino.
Nell’insieme, un vero ripostiglio, come dicono gli archeologi, di cose preziose per la storia della pittura toscana del secolo xv: che aspettiamo di veder messe in più chiara luce, fisica e. scientifica.
(1) Pubblicata la prima volta nel Marzocco del 3 luglio 1904.
Alessandro Chiappelli, Pagine d'antica arte fiorentina, Firenze, F. Lumachi, 1905
Qui sorgeva l'antico borgo del Romito, legato a un oratorio dedicato a Santa Lucia costruito sotto un arco dell'acquedotto romano.
La rappresentazione mariana domina la scena con episodi della Vita della Vergine.
La chiesa di San Leo detta anche di San Leo e dei Marroni era presso l'attuale via de' Brunelleschi a Firenze
La chiesa custodisce la preziosa tavola con la Madonna col Bambino fra San Sebastiano e Santa Maria Maddalena, attribuita a Benvenuto di Giovanni.