La Sinagoga
Per visitare il Tempio prenotate: Visita Guidata
Il 16 febbraio 1870, quando morì il cavalier David levi, presidente per molti anni del Consiglio dell’Università israelitica, si seppe che aveva destinato oltre un milione di lire per la costruzione di “un tempio monumentale degno di Firenze”.
L’eredità venne amministrata dal Consiglio che affidò la progettazione e l’esecuzione dell’edificio, che sarebbe sorto in via Farini, agli architetti Mariano Falcini, Marco Treves, Vincenzo Micheli, in collaborazione dall’ingegnere Eugenio Cioni. Il disegno, approvato dall’Accademia delle Belle Arti, venne eseguito sotto una speciale commissione di vigilanza nominata dal Consiglio, della quale facevano parte il barone Angiolo Levi, il dottor Giuseppe de Montel, il signor Deodato Finzi, l’avvocato Augusto Franchetti, l’amministratore tecnico l’ingegnere Edoardo Vitta.
La prima pietra venne posta, per questo importante edificio in via Farini, uno dei rari esempi di architettura Moresca in Italia, nel 30 giugno 1874, per questa costruzione presero parte diversi tecnici, artisti e artigiani specializzati, i migliori del momento. All’inaugurazione, il 224 ottobre 1882 parteciparono, deputati senatori, le autorità cittadine e il sindaco Corsini. Tutte queste autorità vennero ricevute da Rabbino Maggiore D.I. Maroni e dal presidente dell’Università Israelitica avvocato Augusto Franchetti: alcuni giorni prima era stato visitato dal re, “La funzione riuscì splendida, commovente; il vasto tempio era angusto all’affluenza dei visitatori, e ciascuno ammirava l’addobbo, i candelabri suntuosi, l’illuminazione (a gas), gli ambulatori, e rimaneva impressionato della grande opera che per servizio di un culto è stata qui costruita a Firenze, e che ridonda decoro e lustro della città nostra…”. In occasione della cerimonia inaugurale, l’Università Israelitica distribuì 500 lire ai poveri israeliti, ai poveri della parrocchia di S. Ambrogio, e agli operai che avevano preso parte alla costruzione.
Alcuni nomi di artigiani specializzati e pittori:
Il pittore Giovanni Panti per la cromatura a tempera.
Il pittore Barducci per la pittura ad encausto.
Gli stuccatori ornatisti Buffi e Ramella.
I marmisti Giovannozzi e Marucelli.
I fabbricanti di impianti alla veneziana Ferrarini.
Gli scultori in legno Romini, Cheloni, Romanelli, Angelo Talli.
Gli ebanisti Ligurco Paoli, Cesare Talli, Castaldi, Cavallari,
Varie fonderie di Firenze, Pistoia, Siena, Milano.
I fabbri ferrai Biondi e Carcacci.
La Società Musiva Veneziana per i mosaici.
La Ditta Frangini, insieme al professore De Matteis, Bruschi e F. Gaddi per i vetri.
Il verniciatore Bartolini.
Il tappezziere G.S. Tedeschi.
Il Banderaio Pieri.
La ricamatrice Bolaffi.
L’argentiere Gherardi.
Padre Cecchi delle Scuole Pie curò il collocamento dei parafulmini.
L’organo venne costruito dalla casa Locatelli di Bergamo.
Qui sorgeva l'antico borgo del Romito, legato a un oratorio dedicato a Santa Lucia costruito sotto un arco dell'acquedotto romano.
La presenza di monoliti e un campanile intrigante contribuiscono al suo mistero. Un chiostrino medievale e feritoie suggeriscono scopi difesa.
Una delle più belle pievi romaniche, documentata prima del Mille, dalla facciata particolare e snella.
L'antica chiesa romanica ebbe varie trasformazioni e nelle sue forme gotiche trecentesche.