Il Ceppo al tempo di Savonarola
 
Quella del ceppo di Natale o ceppo natalizio o ciocco natalizio è considerata una delle più antiche tradizioni natalizie.

Giuseppe Conti, tratto da Firenze vecchia - Storia, cronaca anedottica, costumi (1799-1859) , 1899
 
"Ai tempi del Savonarola, come reazione contro le prediche e i rigori di lui, alcuni giovinastri la notte del sabato santo scoperchiarono gli avelli di Santa Maria Novella per mettere in caricatura la resurrezione di Cristo. E la notte di Ceppo, siccome si banchettava fra parenti ed amici, così, dopo cena, quelle brigate di scapestrati si spargevano per la città con le lanterne e le torce, cantando le ballate provenzali e le canzoni d'amore. Quindi andavano nelle chiese affollate di devoti, commettendo disordini d'ogni genere.
Ma la misura la passarono la notte di Natale del 1498. Costoro entrarono in Duomo con un cavallo tutto rifinito e arrembato, che non si reggeva ritto: ma punzecchiato dalle loro spade si diede a correre in mezzo alla gente genuflessa che scappava spaventata, credendo che fosse giunta la fin del mondo. Quei giovani urlando gli davan dietro, cacciandogli, per solleticarlo meglio, un bastone sotto la coda! Il disgraziato cavallo cadde in terra quasi morto; ed allora lo presero per la coda trascinandolo per tutta la chiesa, messa a soqquadro dagli urli di spavento dei fedeli e dalla gazzarra di quegli scapigliati, che cantavan canzoni oscene e dicevan cose di tutti i colori, in compagnia di donne ascritte all'"Offizio dell'Onestà"!...
Molti scapparono e corsero alla pila dell'acqua benedetta per farsi il segno della croce; ma stettero freschi; perché da quei bricconi erano state empite d'inchiostro! Il cavallo che era poi morto, lo portarono sulla gradinata del tempio, dove rimase fino alla sera di Ceppo e quindi salirono in pergamo con quelle donne: e "lo violarono innanzi a Cristo ove si dice la parola di Dio, e lo imbrattarono".
Dopo il Duomo, andaron lesti a San Marco, prima che fosse finita la funzione; e levata la corona di capo alla Madonna la misero in capo ad una meretrice, che fu portata in trionfo per la chiesa e per le vie della città, facendole ala coi ceri levati di sull'altar maggiore.
In altre chiese furon levati di mano ai preti i turriboli, e invece d'incenso vi fu buttata dell'assafetida che appestava la chiesa.
Un altro branco di quei birbaccioni, a Santa Maria Novella, oltre all'inchiostro nelle pile, diedero l'andare a un branco di capre che si messero a fuggire tra la folla dei devoti, assestando cozzate senza pietà né misericordia, ferendo gravemente molti disgraziati."


 

( Giuseppe Conti, tratto da "Firenze vecchia - Storia, cronaca anedottica, costumi (1799-1859)" , 1899 )
 
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