Rinaldo Barbetti, intagliatore
Siena, 1830 - Firenze, 1904
L'acclamato, nel suo tempo scultore in legno, originario della Toscana e residente a Firenze, ha visto la luce il 20 marzo 1830 a Siena. Fin da giovane, dimostrava un notevole talento nell'arte dell'orafo. Nel 1841, a causa del trasferimento della sua famiglia a Firenze, abbandonò l'orafo per dedicarsi all'intaglio del legno durante il giorno e perfezionare la sua abilità nel disegno sotto la guida del talentuoso disegnatore Ulisse Forni nelle ore serali.
Inizialmente, si specializzò nella lavorazione di cornici, ma in seguito, seguendo l'esempio del padre, cominciò a creare opere d'arte su mobili di lusso. Per la sua ispirazione decorativa, studiò l'architettura attraverso i trattati di architetti rinomati come Vignola e Palladio. Già dal 1847, sperimentava modelli in argilla per facilitare la loro realizzazione in legno, creando opere di grande valore artistico in noce basate su composizioni altrui per abbellire mobili che oggi si trovano in tutta Europa e in America.
Nel 1849, realizzò un piccolo capolavoro in noce raffigurante il rapimento di Ganimede da parte di Giove sotto forma di aquila, destinato a decorare un gioielliere progettato da suo padre. Quest'opera fu esposta nel 1851 alla mostra di Londra e successivamente acquistata dalla Guardia Nazionale fiorentina come omaggio alla principessa Margherita. Nel 1850, scolpì due bassorilievi in noce, tra cui uno raffigurante la Morte di Filippo. Entrambi questi bassorilievi furono esposti anch'essi alla Mostra Internazionale di Londra e venduti con successo.
Nel 1851, su commissione del Principe Anatolio Demidoff, creò una Croce intricata in bossolo, con raffigurazioni di soggetti sacri. Inoltre, dopo aver studiato approfonditamente l'anatomia presso l'Ospedale di Santa Maria Nuova, presentò nel 1853 un modello in avorio a legni colorati naturali del Campanile di Giotto, in scala ridotta. Questo lavoro fu commissionato dal principe russo Bulachoff. L'anno successivo, realizzò il modello della Loggia dell'Orcagna (Lanzi), che includeva anche la replica del David di Michelangelo, per lo stesso committente.
Nel frattempo, con la collaborazione dell'abate Stefano Fioretti, pubblicò disegni di lavori artistici applicati all'industria moderna sulla rivista "L'Illustrazione."
Nel 1855, iniziò a lavorare alle porte decorate della chiesa russa di San Donato, realizzando ventiquattro formelle con scene tratte dal Vecchio Testamento, sempre su commissione del Principe Anatolio Demidoff. Nel 1873, espresse la sua abilità con un'imponente opera mitologica: un grande piede da tavola destinato a sostenere la copia delle Muse, un mosaico presente nella Galleria dei Pitti. Quest'opera fu esposta con successo alla Mostra Internazionale di Vienna nel 1873 e successivamente acquistata dal Re Vittorio Emanuele per l'Imperatrice di Russia.
Nel 1874, Barbetti iniziò a lavorare sull'Alfabeto Artistico Industriale, mentre nel 1875 realizzò sei grandi bassorilievi in legno, raffiguranti episodi del Vecchio Testamento, su commissione del Rettore del Collegio di Nottingham. Questi bassorilievi sono ora esposti nella chiesa del Collegio. Inoltre, creò un sontuoso inginocchiatoio su commissione di un gentiluomo inglese, producendone diverse versioni che furono esposte alle mostre di Filadelfia nel 1876 e di Parigi nel 1878.
Nel 1876, contribuì al restauro del Colosso dell'Apennino a Pratolino, attribuito a Giambologna, e nel 1878, lavorò al restauro della Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli. Nel 1879, su commissione del signor Flower di Londra, creò l'intera decorazione di una sala che fu esposta al pubblico nello stesso anno. Nel 1880, realizzò una sala adibita a biblioteca su richiesta del barone Rothschild, presentandola in una esposizione completamente montata. Per la libreria del Villino Vidyà, scolpì lo stemma gentilizio dei De Gubernatis in legno. Nel 1881, Barbetti completò la decorazione della Camera dei Deputati a Montecitorio, compresi soffitto e mobili.
Le opere di Barbetti sono caratterizzate da un raffinato senso estetico, un disegno impeccabile e una precisione nell'intaglio. La sua scuola ha formato numerosi allievi di talento, e le sue opere sono state premiate in numerose esposizioni nazionali e internazionali. Tuttavia, è sorprendente che il governo italiano non abbia ancora riconosciuto l'artista con i premi e le onorificenze che merita, poiché tali onorificenze sono state create appositamente per distinguere individui di grande valore dalla massa.
Tratto da Angelo de Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi: pittori, scultori, e Architetti, Tipi dei Successori Le Monnier, 1889, page 66-67.
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