Giovanni Michelazzi (11 luglio 1879 – 22 agosto 1920) è stato un architetto italiano e uno dei principali esponenti dello stile Liberty (Art Nouveau) in Toscana. Nato a Roma, lasciò la capitale in giovane età per trasferirsi a Lucca e, successivamente, a Firenze, dove si laureò in architettura nel luglio del 1901. Michelazzi è l'architetto responsabile di gran parte delle principali opere architettoniche in stile Liberty a Firenze. Tuttavia, a causa dell'estrema impopolarità di questo stile nelle decadi successive, alcune delle sue opere furono demolite negli anni '50 e '60. Solo negli ultimi sessant'anni il suo lavoro ha ricevuto l'attenzione della critica, al punto che oggi gli viene riconosciuto un posto di rilievo nell'architettura italiana del ventesimo secolo.
Il suo debutto come architetto sulla scena fiorentina risale al 1902-03, con un intervento inizialmente di poco rilievo ma che prefigurava chiaramente la direzione futura del suo linguaggio progettuale nel contesto del Liberty toscano. Questo intervento consisteva nell'aggiunta a una villa tradizionale situata nel viale del Poggio Imperiale a Firenze di una pensilina in ferro e vetro, di un nuovo portale e di una ristrutturazione completa del balcone superiore, con l'aggiunta di pilastri in cemento che si collegano al muro con morbidezza plastica. Con questo piccolo intervento, Michelazzi rivelò chiaramente le origini del suo linguaggio architettonico, cioè l'Art Nouveau francese e belga, con elementi decorativi delicati che emergono da una solida struttura muraria.
Tra gli elementi stilistici che spesso caratterizzavano il suo lavoro vi erano figure, in particolare draghi. Il 1911 rappresentò il culmine dell'attività di Michelazzi con la realizzazione del suo capolavoro, la Casa-Galleria Vichi in Borgognissanti a Firenze, con la sua alta e stretta facciata nel centro di Firenze. Tuttavia, fu anche un punto di svolta per il suo vocabolario estetico, che iniziò ad allontanarsi dall'Art Nouveau, come dimostrato nel Villino Galeotti-Flori del 1914, e proseguì con lo stile rinascimentale utilizzato per la casa in via Giovanni Prati nel 1915.
Si tolse la vita a soli 41 anni, nella notte tra il 21 e il 22 agosto 1920, davanti alla Badia Fiesolana, nella zona di San Domenico di Fiesole, dopo aver perso la custodia del figlio a favore della moglie al momento della loro separazione. Il luogo della morte era la scuola dove intendeva iscrivere il figlio. Curiosamente, nella stessa area, nel gennaio 1901, morì anche il pittore e grafico svizzero Arnold Böcklin, che aveva acquistato una villa lì nel 1895, la quale aveva servito da ispirazione per lo stesso Michelazzi.
Bibliografia (incompleta)
1) Angiola Maria Romanini (a cura di), Giovanni Michelazzi e il Liberty a Firenze, Firenze, Edizioni Polistampa, 2002.
Questo libro offre una panoramica completa sulla vita e l'opera di Giovanni Michelazzi, con particolare attenzione alle sue realizzazioni in stile Liberty a Firenze.
2) Giovanni Klaus Koenig, Liberty: L'utopia delle forme. Architettura, arti decorative e grafica, Milano, Electa, 1981.
Sebbene questo testo non sia esclusivamente dedicato a Michelazzi, fornisce un contesto importante per comprendere il movimento Liberty in Italia e il contributo di Michelazzi al suo sviluppo.
3) Luciano Patron, L'architettura Liberty a Firenze, Firenze, Edizioni Polistampa, 2003.
Un testo che esplora il Liberty a Firenze, con un capitolo dedicato alle opere di Michelazzi, evidenziando il suo ruolo fondamentale nella diffusione di questo stile nella città.
4) Stefano Bertocci, Giovanni Michelazzi: La Casa-Galleria Vichi e l'architettura Liberty a Firenze, Firenze, Alinea Editrice, 1999.
Un approfondimento sulla Casa-Galleria Vichi, considerata il capolavoro di Michelazzi, con analisi dettagliate delle sue soluzioni architettoniche.
La sua vita e il suo impatto nella comunità erano così significativi che persino un busto in suo onore divenne un evento importante a Firenze.
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