17 Dicembre 2017 · 13637 Views

Botticelli e la Commedia di Dante

Botticelli disegna la Commedia di Dante
 

Il Vasari ha ricordato che dopo gli affreschi della Sistina, Sandro Botticelli se ne tornò subitamente a Fiorenza dove per essere persona sofistica, comentò una parte di Dante e figurò lo Inferno e lo mise in stampa: dietro al quale consumò di molto tempo.... » e l'Anonimo Gaddiano aggiunge: "dipinse e storiò un Dante in charta pecora a Lorenzo di Piero Francesco de' Medici il che fu cosa meravigliosa tenuta".
Le stampe dell' Inferno ricordate dal Vasari sono state riconosciute in un'edizione dantesca pubblicata da Cristoforo Landini nel 1481, nella quale 19 canti dell'Inferno sono illustrati da alcune incisioni che ricordano strettamente l'arte di Sandro Botticelli.
Esse devono derivare da disegni del maestro, così malamente ridotti per la riproduzione, che hanno perduto gran parte del loro spirito e della loro grazia. Ciò dimostra tuttavia che il Botticelli era occupato intorno alla illustrazione dantesca ben prima del suo ritorno a Firenze, dopo l'esecuzione degli affreschi della Sistina.
Ma non è questo il contributo maggiore dato dal Botticelli all'illustrazione dantesca, il degno omaggio ch'egli rese al poeta. Il codice famoso ricordato dall'Anonimo Gaddiano è stato ritrovato nel secolo scorso dal Waagen nella collezione del Duca Hamilton, dalla quale poi passò al Museo di Berlino. Questo codice consta di 88 fogli di pergamena, dei quali 85 recano illustrazioni. Il poema è scritto in caratteri gotici assai minuti ed è disposto in quattro colonne per ogni pagina, di modo che ogni canto occupa una pagina sola. Le illustrazioni sono nel verso del foglio così disposte che illustrano il canto che hanno di fronte.


La voragine infernale (Vaticano)​
Biblioteca Apostolica Vaticana e Kupferstichkabinett, Città del Vaticano e Berlino


Il codice di Berlino manca di 15 canti e delle relative illustrazioni. Di queste alcune furono trovate nell' 86 dallo Strzygowsky nella Biblioteca Vaticana, in un Volume di miscellanee che papa Alessandro VII aveva comprato dalla regina Cristina di SveziaLe illustrazioni del Vaticano si riferiscono ai canti I, IX, X, XII, XIII, XV e XVI dell'Inferno, oltre alle quali è un piccolo tondo dell'Inferno.
I disegni sono eseguiti alla punta d'argento, che talvolta è stata rinforzata con inchiostro. Quattro illustrazioni, l'una a Berlino e tre nella Biblioteca Vaticana, sono state colorite all'acquarello, non certamente per opera del maestro, ma forse parecchio tempo dopo la morte di lui.
Questi disegni del Botticelli hanno trovato, accanto ad ammiratori ardenti, critici assai severi. Certamente il loro valore è assai disuguale, e mentre talora la fantasia dell'artista si accende di un entusiasmo non vano per l'opera della poesia e nobilmente rappresenta e illustra i concetti, le imagini e le figure dantesche, dall'altra appare fiacca e incerta, oppressa dalla dura bisogna. Nuoce loro sopratutto il comprendere spesso in una sola illustrazione momenti diversi e diversi episodi della scena, onde sovente le composizioni sono confuse e indecise, e la ripetizione di una stessa figura, che appare più e più volte nello stesso quadro, guasta in gran parte la bellezza di una composizione. Ma riconoscendo queste deficienze e queste incertezze inevitabili nel genere di lavoro al quale il Botticelli si era accinto, non si può trascurare la squisita grazia onde talora sono pervase le sue composizioni, specialmente quelle del Paradiso. Gli episodi, le figure, le imagini del poeta appaiono nell'opera dell'artista così vive, così vere, così piene di una sottile bellezza, che esse vengono a formarne l'illustrazione ideale.


Sandro Botticelli - Paradiso, 9 (Berlino)


Se nelle rappresentazioni drammatiche, specialmente dell'Inferno, è facile notare incertezze e debolezze, quali tutta l'opera pittorica del maestro lascia facilmente prevedere, in alcune scene del Paradiso, nelle quali il suo impeto lirico e il suo sentimento di grazia e di bellezza potevano liberamente alzarsi a volo, egli ha espresso graficamente, in modo sublime, le imagini e le forme intraviste dal poeta. Quando Beatrice sostituisce Virgilio a guidar Dante, le composizioni del pittore si illuminano di una grazia e di una gentilezza che sembrano compendiare e riassumere tutte le creazioni migliori del magnifico artista. Le bellezze di questa composizione compensano bene le ineguaglianze e le deficienze che si riscontrano qua e là. Chi mai ha rappresentato con delicatezza maggiore il trapasso del poeta dal cielo della Luna a quello di Mercurio?
 

Si vidi io ben più dimille splendori

Trarsi ver noi.
 

Chi mai ha espresso o imaginato con tanta semplicità e tanta forza di espressione il dubbio del poeta per le macchie della Luna?
 

Ma ditemi che son li segni bui

Di questo corpo che laggiuso in terra

Fan di Cain favoleggiar altrui?
 

Chi ha commentato graficamente in modo più evidente e più pieno di grazia la salita al Paradiso Terrestre o quella al Cielo, quando Beatrice accompagna Dante
 

Puro e disposto a salire alle stelle ?
 

Chi mai ha osato rappresentare graficamente la grande fantasia dantesca della Chiesa trionfante, la visione Apocalittica del poeta medioevale con una cura così minuziosa dei dettagli e con maggior energia espressiva?
Certamente accanto a queste altissime concezioni sono scene di composizione meno sicure, meno audaci, quasi materiah. Ma non si può richiedere anche ad un ingegno così nobile quale il Botticelli, una misura identica per la rappresentazione dì scene tanto diverse, per l'illustrazione completa del poema sacro, al quale ha posta mano e cielo e terra. Se l'artista avesse potuto a suo talento scegliere i motivi e gli episodi da illustrare, accanto a così alte concezioni non incontreremmo rappresentazioni più modeste, quasi infantili, ma non avremmo pur anco il monumento prezioso che al poema di Dante ha dedicato un artista del Quattrocento, quale nessun altro poi tentò, l'illustrazione più completa dei canti del poema divino.
 


Sandro Botticelli - Paradiso, 6 (Berlino


Il Vasari ricorda altre stampe del Botticelli e tra queste ne cita una rappresentante il Trionfo della fede, di Girolamo Savonarola, che non è stata ancora trovata, come non è stata riconosciuta nessun'altra stampa assegnabile al Botticelli.
Le varie collezioni d'Europa contengono invece alcuni disegni del maestro, altamente preziosi. Fra questi sono nella raccolta degli Uffizi un disegno a penna della Madonna e San Giuseppe adoranti il Bambino, che probabilmente è uno studio per la Natività, uno schizzo dell'Adorazione dei Magi, un altro della testa di Venere della Primavera, uno che può aver servito per la figura di Flora dello stesso quadro, e alcuni disegni di angeli. La raccolta del Louvre ha due disegni rappresentanti l'uno un miracolo, l'altro il martirio di Santa Lucia. L'Albertina di Vienna possiede uno schizzo che ha grande affinità con il Ritorno di Giuditta; nella collezione Malcom al Museo Brittannico è una figura di donna con alcuni putti chiamata generalmente l'Abbondanza, che sembra uno studio preparatorio per un quadro compiuto poi da qualche alunno del Botticelli e che ora si trova al Museo di Chantilly.

Bibliografia:
Adolfo Venturi, Storia dell'arte italiana, Milano, U. Hoepli, 1901​

 


Sandro Botticelli - La voragine infernale (Vaticano) part.


Sandro Botticelli - Inferno, 10 (Vaticano)​


Per altre immagini consultare Wikipedia.

 

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