Tributo a Cesare

Tributo a Cesare
di Andrea del Sarto e Alessandro Allori, databile al 1520 circa (prima fase) e al 1582 (seconda fase) e conservato nella villa medicea di Poggio a Caiano (Prato).
 

(...) capolavoro di Andrea del Sarto: Il Tributo a Cesare nella Villa Reale di Poggio a Cajano, finito da Alessandro Allori, di cui agevolmente si distingue l'opera, per un terzo circa dell’affresco, a destra. La folla che s’agita nella piazza, lungo le scalinate, ai piedi delle statue; gli edifici, vacui e leggieri per l’ampiezza e lo slancio degli archi e delle nicchie, si muovono all’unisono nella luce velata di un crepuscolo violetto, in mirabile unità di effetto pittorico. Dall’altezza gigante e leggiera dell’arco, la linea compositiva discende, tutta zig zag e frastagli, alla mole dell’edificio circolare, alla statua svanente nell’alone violetto della luce, alla folla agitata, piegata in tutte le direzioni, abbracciata dall’occhio in una visione rapida di movimento, in un variar sottile di lumi. Animali, statue, merci ravvivano il pittoresco tumulto. Solo una figura in primo piano, nell’angolo dell’affresco, l’uomo che porta il pappagallo e la gabbia, introduce contrasti d’ombra e forti note di colore nel campo dipinto da Andrea; tutte le altre tinte s’attenuano, sbiadiscono traverso il chiaro velo dell’atmosfera, svanendo lontano: la statua sul piedistallo non è più che un fantasma paradisiaco nella soffocata chiarità di lume che l’avvolge! A distanza di due secoli, il precursore dei paesisti veneti, il piacentino Pannini, ricorrerà a un mezzo simile a quello di Andrea per ottenere il risalto delle sue limpide atmosfere, proiettando un fascio di ombra da un angolo dei quadri a tagliar la luce che tutti li inonda. (1) (...)
Tratto da A.Venturi, Storia dell'Arte Italiana, Milano, Ulrico Hoepli, 1925

1) L’arcata, che vuota l’edificio dietro la folla nell’affresco del Tributo a Cesare, s’innalza dietro il gruppo della Vergine circondata da Giuseppe e da angeli nel disegno degli Uffizi per un’Adorazione de’ Magi, non eseguita o perduta. L’architettura, alabastro penetrato di luce, le immagini modellate da un segno granuloso d’infinita morbidezza, percorse da bagliori limpidi fra diafane ombre, la monumentale ampiezza dello scenario, ci presentano in questo disegno l’arte di Andrea al suo massimo, come nell’affresco di Poggio a Caiano.
 

Tributo a Cesare, Villa di Poggio a Caiano
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