La Venere Italica Una perla Neoclassica nella citta
La statua, simbolo dei canoni di quella bellezza ideale tanto studiata tra 700 e 800, è collocata all'interno di Palazzo Pitti e fu scolpita dal celebre artista Antonio Canova nel 1812. Dopo Venezia e Roma, Firenze è la città dove il celebre artista trascorse più tempo. Egli giunse per la prima volta nella culla del Rinascimento nel 1779, dove visitò Boboli ammirandone le opere di Gianbologna, Michelangelo ed altri. Qui entrò in contatto con il ceto intellettuale della città. Nel 1802, in nome di Lodovico di Borbone, re d'Etruria (così fu chiamato il granducato toscano nel periodo napoleonico) si commissionò a Canova una copia della famosa Venere Medici, requisita dall'esercito francese e ceduta al museo del Louvre di Parigi, come sua degna sostituta nella galleria degli Uffizi.
La Venere italica è un'opera in marmo realizzata da Antonio Canova.
Tale opera non fu mai portata a compimento, tanto che nel 1807 ogni riferimento ad essa scomparve nei carteggi dell'artista. Negli anni seguenti, lo scultore fu incaricato di realizzare un'altra venere per Firenze: la dea è raffigurata in piedi, in fragile posa, leggermente piegata in avanti, con la mano destra tiene delicatamente un drappo che la copre fino ai piedi, lasciando scoperto solo un seno. Il tergo, invece, è completamente nudo.
La testa è girata verso sinistra ed evidenzia il delicato profilo del volto e la morbida acconciatura alla greca. Canova non conferì mai un punto di vista privilegiato alle sue opere ed il piedistallo cilindrico, su cui poggia la statua, asseconda tale concezione, invitando l'osservatore a girarci attorno.
Nel 1816, il granduca Ferdinando III ordinò il trasferimento della statua all'interno di Palazzo Pitti. L'opera prese il nome di Venere Italica, dall'omonimo volume di Giovanni Rosini in cui fu raccolto il coro di lodi tributato a questa immortale statua.
La pala venne commissionata, secondo Vasari, da Lucrezia Tornabuoni per una cella del monastero di Camaldoli, fatto ricostruire da suo marito Piero nel 1463....
Al centro si staglia la statua di Nettuno, circondato da divinità fluviali sdraiate che rappresentano il Nilo, il Gange e l'Eufrate che rappresenta l'Oceano.
La pala è menzionata per la prima volta nella chiesa fiorentina di Sant'Ambrogio, dove Vasari la vide nel 1568 e la assegnò a Masaccio. Verso il 1813 entrò...