La Maddalena Penitente
L'espressione emotiva nella Maddalena penitente
La Maddalena Penitente oggi conservata al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
La statua è stata creata da un Donatello maturo ed anziano, che è tornato nella sua città natale dopo un intenso periodo di lavoro a Padova. In questo momento, la sua poetica è stata in gran parte ignorata dai suoi concittadini, ma la sua abilità stilistica e creativa peculiare è ancora in grado di toccare le loro sensibilità.
Con audacia e maestria, l'artista ha scolpito le sue riflessioni sulla morte e sull'aldilà in un albero di pioppo bianco, nonostante la malattia e la vecchiaia lo stiano gradualmente consumando. Abbandonato l'espressionismo classico della sua giovinezza, Donatello si dedica ora all'impresa di rendere tangibile il sentimento e il pensiero stessi.
La scelta del materiale di realizzazione è stata accuratamente ponderata, essendo fondamentale per raggiungere l'obiettivo prefissato. Mentre il Rinascimento predilige il marmo per le sue transizioni morbide e sfumate, Donatello ha scelto il legno proprio a causa della sua capacità di creare contrasti di luce e uno schematismo necessari per l'iconografia inedita della santa che sta cercando di creare.
Ecco quindi la maestosa ed emaciata figura di Maria Maddalena, emergente dalla fiamma vischiosa dei suoi capelli lunghi, l'unica veste che avvolge un corpo ormai avvizzito dalla Fede e dalla penitenza. La seguace di Cristo sembra fare una pausa nel deserto, mentre il sole dora la sua chioma, consentendole di rivolgere i suoi grandi occhi incassati verso di noi in un volto che già supplica per la conversione, il pentimento e la meditazione su Dio e sulla struggente finitezza dei suoi figli.
A rafforzare questo appello commosso, c'è l'inclinazione abbandonata e stanca della testa e delle spalle, la sottile ferita alla bocca da cui il tempo ha sottratto quasi tutti i denti, il vacillio delle gambe sostenuto solo dall'ardore della devozione e il contatto non ancora completo delle mani davanti al petto. Queste mani sembrano ancora conservare un riflesso di levigata bellezza giovanile, grazie alla costanza nella preghiera.
La totale rinuncia agli attributi convenzionali della santa, come il teschio, l'ampolla di unguenti, la croce, l'aspetto gentile e la compunzione teatrale, non riesce più a catturare la nostra attenzione. La determinazione e l'ambizione dell'artista hanno trionfato.
L'opera rappresenta la Virtù trionfante sul Vizio, simboleggiata da una donna nuda di grande bellezza.
Tabernacolo di San Giorgio e il Drago. Un dipinto realizzato negli anni '80 collocato in un antico tabernacolo di Via dei Pepi.
L'artista ha rinunciato agli attributi convenzionali associati a Maria Maddalena concentrando l'attenzione sulla figura e sul suo stato interiore.
Maestro della scultura cattura con grazia attimi di gioia infantile, una scena vivida di gioco e affetto. L'arte diventa racconto di pura felicità.