VIA PIETRAPIANA
Via Pietrapiana prima del 1935
(Collezione Privata)
La strada corre da piazza di Sant'Ambrogio (via dei Macci) alla piazza Gaetano Salvemini (via Giuseppe Verdi e via Fiesolana). Lungo questo tracciato si incontrano: Borgo Allegri e via Michelangelo Buonarroti (che segnano i lati della piazza dei Ciompi), e via de' Pepi.
La via ha origine nel borgo situato all'esterno della penultima cerchia di mura in corrispondenza della porta di San Pietro (ubicata dove ora c’è piazza Gaetano Salvemini), seguendo un tracciato che era già presente fuori della cinta romana, il logico prolungamento, in aperta campagna, del suo decumano, rivolto ad est verso la Cassia Vecchia, in direzione del Valdarno Superiore e di Arezzo. Con la successiva cerchia di mura del 1333 si dette ulteriore espansione a questa antica via formata dall'asse di Borgo degli Albizi, via Pietrapiana e Borgo la Croce. In antico la via aveva nomi diversi per i singoli tratti: dalla piazza di Sant'Ambrogio a borgo Allegri si diceva già via Pietrapiana, da borgo Allegri a via de' Pepi si chiamava via dei Piannelai (calzolai specializzati in calzature leggere e prive di tacco dette appunto pianelle), mentre l'ultimo tratto era denominato via degli Scarpentieri, forse francesismo per carpentieri.
Via Pietrapiana nel 1905
(Collezione Privata)
Nella pianta di Firenze delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731 i nomi della via si erano già ridotte a due (con la soppressione di via degli Scarpentieri), per rimanere poi all'intero tracciato solo il nome di via Pietrapiana. Quest'ultimo è di origine non chiara, comunque già attestato prima dell'anno mille "come nome generico della località, il più antico toponimo urbano di Firenze che si conservi, divenuto nome di strada assai più tardi" (dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online). Per quanto riguarda le trasformazioni subite nel tempo dal tracciato, si ricordano fin troppo bene quelli dell'intervento di 'risanamento' del quartiere di Santa Croce avviato nel 1936, che portò alla distruzione delle vecchie case poste sul lato sinistro della porzione del tracciato tra borgo Allegri e la piazza Gaetano Salvemini, con la realizzazione della piazza dei Ciompi, dello slargo tra via de' Pepi e via Giuseppe Verdi e con la successiva edificazione dei nuovi fabbricati tra i quali il complesso della Direzione provinciale delle Poste e Telegrafi che segna fortemente con la sua presenza l'ultimo tratto. Tra gli edifici andati distrutti durante l'intervento si ricordano la casa che aveva visto i natali di Matteo Palmieri (segnata da un busto che lo raffigurava, opera di Antonio Rossellino, oggi al Museo nazionale del Bargello) e la casa di abitazione del pittore Raffaello Sorbi.
Al di là di questi interventi del Novecento, la via, segnata da semplici case a schiera nel primo tratto e da alcuni nobili palazzo nel tratto intermedio, ha carattere antico e vocazione commerciale: vietata al traffico veicolare (ad esclusione dello slargo determinato in corrispondenza del palazzo delle Poste e Telegrafi) è segnata da un notevole e vivace flusso pedonale, essendo ancora oggi, con Borgo la Croce, la direttrice ideale con cui raggiungere il centro cittadino dai parcheggi della zona di piazza Cesare Beccaria e viceversa.
Tabernacolo fra via Verdi e via Pietrapiana
(Prima del 1930 (Collezione privata))