Nella storia della finanza, e più in generale nella storia, ci sono stati momenti in cui una serie di eventi negativi ha portato a una tremenda recessione. È esattamente quello che accadde a Firenze verso la metà del Trecento, quando fallirono le due più grandi banche dell'Europa di allora, i Peruzzi e i Bardi (1).
Le due famiglie fiorentine avevano creato un sistema bancario senza pari, con filiali in tutta Europa, prestando denaro a mercanti e regnanti. La loro rete finanziaria superava persino la fama della Tavola del senese Orlando Bonsignori (2), che un secolo prima era stata la più importante banca europea. Tuttavia, negli anni Trenta del Trecento, Firenze si trovò coinvolta in diverse guerre. All'epoca, fare la guerra era estremamente costoso, più di quanto lo sia oggi, perché non esistevano sistemi fiscali avanzati. Inoltre, le guerre erano condotte da condottieri che richiedevano pagamenti esorbitanti, tanto che in alcuni casi divennero così ricchi da governare stati, come i Malatesta o gli Sforza.
Il 23 settembre 1340, re Edoardo III d'Inghilterra (3) firmò l’armistizio di Esplechin, sancendo il fallimento delle spedizioni contro la Francia e l’inizio della Guerra dei Cent'anni. Fu subito evidente che il sovrano inglese non sarebbe stato in grado di ripagare i banchieri fiorentini che avevano finanziato le sue campagne. Firenze decise allora di cambiare strategia politica, allontanandosi dal papato e avvicinandosi all'imperatore Lodovico il Bavaro (4). Re Roberto di Napoli (5), preoccupato che questo cambiamento congelasse i suoi depositi nelle banche toscane, inviò baroni e prelati napoletani a Firenze per ritirare i depositi, aggravando ulteriormente la crisi di liquidità.
Tra la fine del 1344 e l'inizio del 1345, fu dichiarata la negoziabilità dei titoli di debito pubblico, che fino ad allora non erano trasferibili. I titoli crollarono immediatamente, con effetti simili a un crollo della borsa moderna. Il sistema bancario fiorentino, pur il più avanzato del suo tempo, non riuscì a sopportare contemporaneamente la bancarotta inglese, i prelievi napoletani e il crollo dei titoli di debito pubblico. Nel 1345, le banche dei Peruzzi e dei Bardi fallirono, causando una perdita di un milione e mezzo di fiorini (600.000 per i Peruzzi e 900.000 per i Bardi). Le conseguenze furono catastrofiche. Il fallimento delle più grandi banche trascinò con sé altre istituzioni, tra cui gli Antellesi, gli Acciaioli e vari altri. Gli archivi riportano una lista di 350 cittadini fiorentini falliti, ma il numero reale deve essere stato molto più alto. Anche il mercato immobiliare crollò. Il cronista Giovanni Villani (6) descrive la situazione come peggiore di una guerra perduta: mai a Firenze c'era stata «maggiore ruina e sconfitta». La liquidità era praticamente scomparsa, e Villani scrive che «non rimane quasi sostanza di pecunia ne’ nostri cittadini». Firenze era in ginocchio.
Bibliografia:
Massimo Fornasari, La banca, la borsa, lo Stato. Una storia della finanza (secoli XIII-XXI), G. Giappichelli Editore, 2019
1) Peruzzi e Bardi. Le famiglie Peruzzi e Bardi erano tra le più influenti famiglie bancarie di Firenze nel Trecento. Gestivano le due più grandi banche dell'Europa medievale, con filiali in tutta Europa e prestiti a mercanti e regnanti.
(2) Orlando Bonsignori. Data nascita sconosciuta -1273. Fondatore della Tavola di Cambi, una delle prime e più importanti banche d'Europa nel XIII secolo.
(3) Re Edoardo III d'Inghilterra. 13 novembre 1312 - 21 giugno 1377. Re d'Inghilterra dal 1327 al 1377, noto per aver iniziato la Guerra dei Cent'anni contro la Francia.
(4) Lodovico il Bavaro. Nato 1 aprile 1282 - Morto 11 ottobre 1347. Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1328 al 1347, coinvolto in vari conflitti con il papato.
(5) Re Roberto di Napoli. Nato 1277 - Morto 20 gennaio 1343. Re di Napoli dal 1309 al 1343, sostenitore del papato e avversario dei ghibellini.
(6) Giovanni Villani. Nato 1280 circa - Morto: 1348. Cronista e storico fiorentino, autore della "Nuova Cronica," una delle principali fonti storiche per il periodo medievale a Firenze.
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