Tra Arte e Eternità

La lastra della tomba comune degli artisti situata nella Cappella di San Luca, all'interno della Chiesa della Santissima Annunziata a Firenze, rappresenta un ricco simbolo di devozione, arte e memoria collettiva. Questo imponente sigillo marmoreo, scolpito nel 1562 dal Frate, ovvero da Giovanni Angelo Montorsoli, uno dei discepoli di Michelangelo, è un magnifico omaggio alla speranza che trascende la morte. Il motto inciso "Floreat semper vel invita morte" (Fiorisca sempre persino a dispetto della morte) simboleggia un desiderio di eternità e di continuo rinnovamento spirituale e artistico, nonostante l'inevitabilità del trapasso.

L'opera è ricca di simbolismi: il giglio, simbolo della città di Firenze, e il triplice giglio dei Servi di Maria, sottolineano l'intima connessione tra la comunità artistica fiorentina e la devozione mariana, mentre il nastro che si intreccia tra i quattro teschi agli angoli della lastra, portando la citazione di San Paolo "Mortui sumus et vita nostra abscondita est cum Cristo in Deo", richiama alla riflessione sulla vanità delle ambizioni terrene e sull'importanza di una vita spirituale profonda.
La scelta di seppellire artisti illustri come Pontormo, Cellini, lo stesso Montorsoli e Andrea Sansovino sotto questa lastra, e di chiudere con Lorenzo Bartolini nel 1848, testimonia la continuità e il rispetto delle generazioni fiorentine per i loro artisti. Questi non solo hanno contribuito alla bellezza e al prestigio della città con le loro opere, ma attraverso la loro sepoltura comune nella Cappella di San Luca, sono diventati parte di un'eredità collettiva che trascende il loro tempo.
La tomba e la sua lastra rappresentano dunque non solo un ricordo fisico degli artisti passati, ma anche un messaggio potente sull'arte come mezzo di connessione spirituale tra l'uomo e il divino, un invito a considerare l'arte non solo come espressione di bellezza, ma come veicolo di valori eterni e di speranza ultraterrena.

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