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Il palazzo Corsi - Tornabuoni nel 1860,
loggia ancora davanti a Palazzo Strozzi
(Collezione privata) |

La loggia in Palazzo Corsi - Tornabuoni, Firenze, 1910
(Collezione Privata) |
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Il palazzo sorge su antiche proprietà della consorteria dei Tornaquinci (poi Tornabuoni) Popoleschi e Giachinotti. Per volontà di Giovanni Battista Tornabuoni, tra il 1466 e il 1469, il nucleo più rappresentativo di tali case fu unificato in un'unica casa grande che guardava a via de' Tornabuoni con otto assi, presumibilmente su progetto di Michelozzo di Bartolomeo, come già asserito autorevolmente da Giorgio Vasari. Attorno al 1540 questa casa fu acquistata da Lorenzo Ridolfi che, con la supervisione del Tribolo, provvide a realizzare nel cortile una loggia al piano terreno e al primo piano, ampliando inoltre la proprietà con l'acquisto di altri immobili adiacenti. Nel 1571, quando il palazzo fu ceduto al cardinale Marco Sittico Altemps, presentava, vista l'estensione raggiunta, accessi anche da via de' Corsi e via dei Pescioni. Dopo solo tre anni la residenza passò all'arcivescovo Alessandro de' Medici, futuro cardinale e quindi papa, che probabilmente la utilizzò anche come sede di rappresentanza, visto il persistere dell'inagibilità della sede vescovile colpita da un incendio nel 1533. Per via ereditaria, nel 1607, i Corsi presero possesso del palazzo, ampliandolo ulteriormente su via dei Pescioni e via de' Corsi su progetto di Gherardo Silvani, e facendo ricostruire in pietra la loggia su via de' Tornabuoni, su progetto di Lodovico Cardi Cigoli (1608). Altri imponenti lavori di restauro e risistemazione degli spazi vennero condotti nel 1736 da Ferdinando Ruggieri, che in particolare unificò il fronte su via degli Strozzi, ispirandosi alla più antica facciata di via Tornabuoni ma nel rispetto delle linee architettoniche della loggia del Cigoli, allora posta su questa cantonata (lo stato a questa data è ben documentato da una nota incisione dello Zocchi del 1744). Del 1780 è un altro significativo intervento, con la costruzione dello scalone centrale e di terrazzini alle finestre interne. Nel 1864 il Comune, nell'ambito degli interventi di rettificazione di alcune strade cittadine, intervenne sia su via de' Tornabuoni sia su via degli Strozzi, espropriando e abbattendo una parte del palazzo e facendone arretrare le facciate per una profondità di sei metri e mezzo: nel corso di tali lavori la loggia, della quale si riconobbe il rilievo artistico, venne smontata e ricostruita nella collocazione attuale, a fianco della chiesa di San Gaetano. |
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La situazione portò inoltre i Corsi Salviati a promuovere nuovi imponenti lavori, che, su progetto dell'architetto Telemaco Buonaiuti, non solo videro la risistemazione degli interni coinvolti dalle demolizioni e la realizzazione di nuove facciate, ma anche l'inserimento nel corpo del palazzo della palazzina verso San Gaetano, fino allora rimasta autonoma rispetto al palazzo principale. Il risultato fu grandioso e il palazzo, abbracciando praticamente un intero isolato, assunse le caratteristiche odierne. Tuttavia le ingenti spese sopportate comportarono il declino finanziario dei proprietari e la conseguente vendita del palazzo, che fu acquistato nel 1894 da Maria Peyrat vedova Arconati Visconti, e nel 1918 dalla Banca Commerciale. Dopo alcuni interventi di adeguamento dell'immobile alla nuova funzione, databili al 1924 e condotti dall'ingegnere Agenore Socini, il palazzo fu sottoposto a un importante opera di restauro diretta dall'architetto Luciano Fabbri e collaboratori, conclusasi nel 1992.
All'interno dell'edificio si conserva una parte dell'antico cortile quattrocentesco, con colonne arricchite di bei capitelli compositi, per il quale, nonostante alcuni distinguo dovuti anche alle complesse vicende dell'edificio qui riassunte, rimane ancora più che plausibile l'attribuzione a Michelozzo. Negli interni è da segnalare anche un'importante serie di affreschi, realizzati da Agostino Ciampelli su commissione del cardinale Alessandro de' Medici, raffiguranti nella sala d'onore Storie di Ester e Assuero, e nell'anticamera della stessa sala otto Episodi della vita di Caino e Abele, realizzati tra il 1590 e il 1594. Altri interventi decorativi risalgono alla successiva fase di proprietà dei Corsi, collocabili tra Settecento e Ottocento. |
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Palazzo Corsi Tornabuoni oggi(Wikipedia) |
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