La Colonna dell'Abbondanza
La colonna si trova nel punto in cui, ai tempi della Firenze romana, si incrociavano le due strade principali, che erano il cuore della città. È probabile che, data l'importanza simbolica del luogo, ci fosse già in epoche antiche una colonna o un segnale. Tuttavia, il monumento attuale, con il pilastro in pietra grigia dell'Elba, è stato eretto nel 1430-1431 dagli Ufficiali di Torre (1). Questo avvenne quando l'area si trasformò in un mercato, e quindi la costruzione si collegò alle attività e alle merci in vendita.
Inizialmente, sulla colonna (Foto 1) campeggiava una statua in pietra di Donatello, raffigurante la Dovizia, in relazione ai prodotti agricoli venduti. Sul pilastro, nel Cinquecento, furono apposti due ferri: uno per sostenere una campana che segnalava l'inizio e la fine delle vendite al mercato, l'altro con catene per punire pubblicamente i commercianti disonesti, truffatori e debitori morosi.
Secondo il Diario di Agostino Lapini, "A dì primo di giugno, si messe e s'impiombò quello anello e collare di ferro, che è nella colonna del Mercato Vecchio, che si mette al collo di quelli che stanno lì in gogna: che non era mai stato. A questa si può conoscere che la tristezza e cattività degli uomini va crescendo".
Nel 1721, la statua della Dovizia fu rimossa a causa dei danni causati dal tempo, sostituita da una scultura dello stesso soggetto cambinado il nome in Abbondanza realizzata da Giovan Battista Foggini. Lo sviluppo del mercato portò alla costruzione di botteghe che circondavano la colonna, con la parte superiore del pilastro, il capitello e la statua che sporgevano oltre il tetto del piccolo edificio (Foto 2), come illustrato in dipinti, disegni e foto dell'Ottocento.
Con la demolizione delle case del Mercato Vecchio e del Ghetto ebraico tra il 1885 e il 1895, la colonna fu liberata, smontata e i vari elementi portati in diversi luoghi. Solo nel 1956, grazie al progetto dell'ingegnere Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini e all'iniziativa del Comitato per l'Estetica Cittadina (2) con il sostegno finanziario dell'Azienda del Turismo (Foto 3), la colonna fu rimontata. Sopra di essa fu posta una copia della scultura di Foggini realizzata da Mario Moschi. L'originale si trova presso l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze di via Bufalini.
"Il 17 aprile 1956, alle ore 15, fu ultimato il secondo rialzamento, sebbene in una posizione spostata di circa due metri per comodità di traffico. Questo impedì di ritrovare nello scavo di fondazione la colonna consacrata della Colonia floridissima. Tuttavia, durante lo scavo, emerse il pavimento a grandi lastre di marmo di Carrara del Foro, situato a circa cinque metri sotto l'attuale pavimento della Piazza. Successivamente, il capitello, finemente scolpito da un vecchio scalpellino sul ciglio di una strada mugellana, fu collocato sulla colonna." (Bargellini-Guarnieri).
(1) Gli Ufficiali di Torre erano una magistratura della Repubblica di Firenze, che si occupava della difesa della città e della manutenzione delle mura e delle torri. Facevano parte dei Capitani di Parte Guelfa, che avevano il potere di confiscare i beni dei ghibellini esiliati. Gli Ufficiali di Torre furono istituiti nel 1266 e soppressi nel 1531, quando Firenze divenne un ducato sotto il dominio dei Medici.
(2) Il Comitato per l’Estetica Cittadina di Firenze era un’associazione culturale che si occupava di tutelare e valorizzare il patrimonio artistico e architettonico della città. Il Comitato è nato nel 1950 per iniziativa di alcuni intellettuali e artisti fiorentini, tra cui Piero Bargellini (3), Mario Salmi (4), Giovanni Poggi (5) e Ugo Procacci (6).
(3) Piero Bargellini (1897-1980) è stato uno scrittore, politico e dirigente pubblico, che ha scritto numerosi libri e articoli su Firenze e i suoi personaggi. Ha fondato e diretto la rivista cattolica Il Frontespizio e ha fatto parte delle giunte comunali guidate da Giorgio La Pira. È stato sindaco di Firenze durante l’alluvione del 1966, dimostrandosi un abile organizzatore e un animatore culturale.
(4) Mario Salmi (1889-1980) è stato uno storico dell’arte, che ha insegnato nelle università di Pisa, Roma e Firenze. Ha curato il restauro di numerosi monumenti e opere d’arte, tra cui il Battistero di Firenze, la Basilica di San Francesco ad Assisi e il Duomo di Orvieto. Ha collaborato con la rivista Il Frontespizio e ha diretto la rivista Dedalo. Ha scritto saggi e monografie su vari artisti, tra cui Giotto, Cimabue, Arnolfo di Cambio e Donatello.
(5) Giovanni Poggi (1888-1961) è stato un critico d’arte, che ha diretto la Galleria degli Uffizi e la Galleria dell’Accademia di Firenze. Ha contribuito al recupero e alla valorizzazione del patrimonio artistico fiorentino, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale. Ha pubblicato studi e cataloghi su artisti come Leonardo da Vinci, Michelangelo, Botticelli e Raffaello. Ha fondato e diretto la rivista Paragone.
(6) Ugo Procacci (1903-1985) è stato un archeologo e storico dell’arte, che ha lavorato per la Soprintendenza alle Antichità e Belle Arti di Firenze. Ha condotto scavi e ricerche in varie località della Toscana, tra cui Fiesole, Volterra e Populonia. Ha restaurato e studiato opere d’arte di epoca medievale e rinascimentale, tra cui il Crocifisso di Cimabue nella Basilica di Santa Croce. Ha scritto numerosi articoli e volumi su temi di archeologia, arte e architettura
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