Bella degli Abati
Una mamma fantasma.
Nel momento in cui Francesco di Alighiero II divideva i suoi beni con i nipoti, Pietro giudice e Iacopo, decisero che avrebbero protetto gli averi dati allo zio da qualsiasi problema possibile. Questo è successo nel 1330, quando un arbitro chiamato Lorenzo di Alberto da Villamagna ha preso una decisione. Gli avevano dato un compito difficile: proteggere tutto ciò che la loro zia, la signora Bella (che era anche la madre del defunto Dante e la nonna di Iacobi e Pieri), aveva avuto come dote e gli oggetti relativi al suo matrimonio con Alaghierii. Non sappiamo esattamente da dove venisse questa signora Bella. Alcuni pensano che fosse la figlia di Durante degli Abati (1), ma ci sono solo alcune piccole indizi, come il fatto che le famiglie Alighieri e Abati fossero vicine, che Dante avesse preso il nome di suo nonno e che ci fossero relazioni strette tra Dante e Durante, l'avo presunto.
Dante non nomina mai esplicitamente sua madre nelle sue opere. Tuttavia, molti esperti e critici hanno visto tracce indirette di lei in passaggi che parlano dell'amore di una madre per il figlio. Ad esempio, quando Dante scrive della madre che si sveglia con il rumore e prende il figlio per fuggire via, mostrando più preoccupazione per il figlio che per se stessa. Oppure quando parla di un bambino che, dopo aver preso il latte, si rivolge alla madre con le braccia tese:
come la madre ch'al romore è desta / ... che prende il figlio e fugge e non s'arresta, / avendo più di lui che di sé cura (If XXIII 38-41); E come fantolin, che 'nver la mamma / tende le braccia, poi che 'l latte prese (Pd XXIII 121-122); mi volsi, come parvol che ricorre / sempre colà dove più si confida (Pd XXII 2-3). Inoltre Bella è elogiata in modo speciale da Virgilio quando parla della fermezza di Dante nei confronti di Filippo Argenti, esclamando: "Benedetta colei che è unita a te!" (benedetta colei che 'n te s'incinse! (If VIII 45)), Utilizzando la stessa frase che la donna aveva usato parlando con Gesù (Luc. 11, 27).
Per finire, Boccaccio racconta una storia di un sogno che Beatrice avrebbe avuto quando era incinta, che prevedeva la nascita di un figlio che avrebbe avuto molto successo. Tuttavia, questa storia sembra essere una specie di trama letteraria comune, in cui si celebra un personaggio immaginando un intervento soprannaturale alla sua nascita. Anche Dante usa questo motivo quando celebra san Domenico, e lo stesso fa Giovanni Villani quando racconta di una visione che predisse il futuro dei figli di Roberto il Guiscardo.
(1) Non ci sono prove concrete che confermino che Durante degli Abati, un giudice di Firenze, fosse il nonno materno di Dante, sebbene ci siano alcuni legami finanziari tra di loro. Quello che sappiamo è che Durante, che era un sostenitore dei Ghibellini, è stato sindaco del Sesto di Porta S. Piero il 1 maggio 1289. Inoltre, aveva una relazione abbastanza stretta con il poeta Dante Alighieri e con suo fratellastro Francesco. Un esempio di questa connessione risale al 23 dicembre 1297, quando i due fratelli Alighieri presero in prestito 480 fiorini d'oro da Iacopo dei Corbizzi, con Manetto Donati (il suocero di Dante) e Durante tra i garanti.
In seguito, Durante si trovò nella necessità di contrarre un debito di 50 fiorini con Cerbino di Tencino nel marzo 1301 e chiamò in causa i due fratelli Alighieri come garanti per dimostrare la sua solvibilità. Di conseguenza, i due fratelli Alighieri fece
ro un gesto di reciproca gentilezza e restituirono il favore a Durante.
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