Il Chiesino dimenticato

Il Chiesino di Santa Maria Vergine sul Ponte alla Carraia.
Una storia Fiorentina.

Nel contesto del Trecento, un piccolo oratorio sorgeva sul lato del ponte, sulla riva sinistra dell'Arno, accanto a un altro oratorio costruito dai fratelli Michele e Antonio Ghieti. Questo oratorio era dedicato a Sant'Antonio e mirava a proteggere gli abitanti del rione di Santa Maria Novella. La presenza di questo chiesino rappresentava una consuetudine fiorentina, dove la città considerava con particolare attenzione i suoi collegamenti tra le rive, mescolando sacro e profano. Gli oratori conferivano un'identità ai ponti, unendo la spiritualità alla vita quotidiana.
Durante il Cinquecento, l'oratorio di Santa Maria Vergine divenne un vero e proprio edificio con campanile a vela, cupola ottagonale e tettoia sopra l'ingresso al sacro luogo con un'immagine di Maria.

Questo chiesino era molto amato dai fiorentini, frequentato per la messa domenicale, per acquisire indulgenze e per le processioni della Compagnia della Natività. La sua importanza si estendeva anche ai sanfredianini e alla celebre Beppa fioraia, che vi lasciava ogni giorno un mazzo di fiori in devozione alla Madonna. Tuttavia, la Beppa visse il dolore dell'abbattimento del chiesino nel 1867 per allargare il ponte, un evento che segnò la fine di un'epoca per la comunità locale.
La presenza degli oratori sui ponti di Firenze testimonia l'importanza dei collegamenti tra le rive dell'Arno e la fusione tra sacro e profano nella vita cittadina. Da San Michele Arcangelo sul Ponte Santa Trinita, travolto dall'Arno nel 1557, a Santa Maria del Soccorso su Ponte Rubaconte (poi Ponte alle Grazie), con la Madonna con il Bambino e due angeli, fino all'oratorio del Santo Sepolcro sul Ponte Vecchio, ogni ponte rappresentava un punto di riferimento spirituale per la comunità.

La scomparsa del chiesino di Santa Maria Vergine sul Ponte alla Carraia ha portato la sua memoria a scomparire, escluso che nella storia e nelle tradizioni di Firenze. Un tempo la sua presenza influenzava la percezione dei ponti e dei loro significati culturali, spirituali e sociali, creando un legame indelebile con la comunità fiorentina.

L'immagine di copertina è di Fabio Borbottoni.

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