Duomo di San Martino e F. Botero

Pietrasanta è una bellissima città situata nella Versilia, famosa per il suo centro storico, il Duomo di San Martino, i musei e le gallerie d'arte, e la tradizione millenaria di lavorazione del marmo proveniente dalle vicine Alpi Apuane.

 

La storia della Collegiata di San Martino a Pietrasanta è ricca di avvenimenti e trasformazioni nel corso dei secoli. La sua prima menzione risale al lontano 1223, ma nel 1330 furono registrati lavori di ampliamento. Nel 1387, Papa Urbano VI la elevò a chiesa collegiata e dotò la struttura di un fonte battesimale.

L'esterno della chiesa è caratterizzato da un rivestimento in marmi bianchi abbondanti nella zona e da una facciata a salienti che rivela l'architettura interna con tre navate. Sui tre portali principali, sono presenti lunette scolpite che raffigurano scene della Passione e della Resurrezione di Cristo, attribuite alla scuola pisana. Nel transetto destro, si trova un altro portale con una lunetta scolpita che rappresenta San Giovanni Battista, un'opera trecentesca realizzata da Bonuccio Pardini.

Sulla facciata, sono presenti stemmi che ricordano le dominazioni genovese e fiorentina sulla città, oltre al grande stemma di papa Leone X. Un notevole rosone in marmo, attribuito a Riccomanno Riccomanni del XIV secolo, è un altro elemento significativo dell'esterno.

Il campanile affiancato alla collegiata ha un'altezza di circa 36 metri e presenta una base quadrata di 8 metri di lato. L'interno del campanile è caratterizzato da una scala elicoidale particolare. Le campane, fuse nel 1887 dalla storica Fonderia Lorenzo Lera di Lammari (Lucca), hanno dediche e denominazioni speciali, tra cui la Madonna del Sole, San Martino (il patrono del Duomo), San Costanzo, e l'Ave Maria.

Il campanile è stato completato intorno al 1520 ed è attribuito all'architetto fiorentino Donato Benti, anche se alcune fonti suggeriscono che Michelangelo Buonarroti abbia contribuito alla sua costruzione, in particolare nella realizzazione della complessa scala elicoidale.

La struttura della chiesa presenta una pianta a croce latina con tre navate e un transetto. Le opere d'arte conservate nella chiesa risalgono a diverse epoche, ma la Granduchessa Cristina di Lorena ha avuto un forte impatto sull'aspetto attuale della chiesa. Nel 1627, commissionò artisti fiorentini per ristrutturare la chiesa, creando altari laterali decorati con grandi pale devozionali e arricchendo la chiesa con apparati scultorei curati da Giovan Battista Stagi e Ferdinando Tacca.

Al periodo precedente appartengono il pulpito marmoreo, realizzato da Donato Benti e Lorenzo Stagi nel 1508, e le due acquasantiere di Stagio Stagi. Le pareti e i soffitti sono stati decorati con dipinti di vari soggetti a colori o chiaroscuri dal pittore milanese Luigi Ademollo tra il 1823 e il 1825. La cupola, inizialmente ottagonale nel 1453, fu ricostruita a pianta circolare nel 1820.

Nella cappella del transetto a destra dell'altare maggiore, è conservata l'immagine venerata della Madonna del Sole, un dipinto su tavola che mostra una Madonna con Bambino tra i santi, realizzato da un pittore tardogotico anonimo nel 1424. Questa immagine è esposta solo durante specifiche celebrazioni.

 

In questa affascinante chiesa si trova una visione unica dell'aldilà nella Cappella della Misericordia. L'opera è stata creata da Fernando Botero (Medellín, 19 aprile 1932 – Monaco, 15 settembre 2023), un famoso pittore e scultore colombiano che ha fatto di Pietrasanta la sua casa adottiva. Botero è noto per le forme "dilatate" dei suoi personaggi, che caratterizzano anche questa opera.

Le opere in questione sono la "Porta del Paradiso" e la "Porta dell'Inferno", affrescate sulle pareti delle due navate della chiesa nel lontano 1993. Queste opere sono una rappresentazione contemporanea e molto originale dell'aldilà, e offrono un'interpretazione unica di Paradiso e Inferno, senza dimenticare l'interessante contesto culturale di Pietrasanta.
 

La scena del Paradiso terrestre, dipinta da Fernando Botero, è un'affascinante visione della beatitudine. Nel dipinto, possiamo vedere un giardino lussureggiante, che rappresenta il Paradiso terrestre, attraversato da un fiume edenico e circondato da alberi da frutto. Sullo sfondo, vediamo dolci colline ondulate.

I cori angelici che lodano la gloria di Dio sono simboleggiati da un angelo che suona la chitarra, mentre è disteso su un mantello. Ai lati di questa scena, possiamo riconoscere due figure importanti: Madre Teresa di Calcutta, conosciuta per la sua dedizione alla carità, e Fernando, il santo guerriero spagnolo.

Una figura dominante in questa rappresentazione è la Madonna, che sovrasta la scena paradisiaca con imponenza. Lei replica l'immagine apocalittica della donna con un neonato tra le braccia, simboleggiando la lotta contro il drago satanico, che rappresenta il male e il peccato originale. Dietro di lei, due putti sollevano una bandiera tricolore che funge da sfondo.

La Madonna svolge qui il suo ruolo di "janua cœli", la porta del cielo che accoglie i beati che risorgono nell'ultimo giorno. Dopo la risurrezione finale, vediamo i beati, uomini e donne di diverse razze, che si innalzano leggeri verso il Paradiso, accolti da mani gentili e premurose.

 

La Porta del Paradiso (Fernando Botero, 1993)

 

Nella rappresentazione dell'Inferno di Botero, vediamo una scena di risurrezione dei morti e di punizione dei dannati. Tutto si svolge in un cimitero, con una lunga fila di cappelle funerarie e loculi murali sullo sfondo. I morti emergono dalle loro tombe e dalla terra nuda dove erano stati sepolti, testimoniando la risurrezione. D'altra parte, i dannati vengono afferrati dai diavoli e gettati tra le fiamme infernali gigantesche. In primo piano, domina la figura imponente di Lucifero, raffigurato come il comandante delle forze ribelli contro Dio, che impugna una spada fiammeggiante e colpisce una dannata trascinata per i capelli.
Lucifero è circondato da cloni di demoni, con corna, ali da pipistrello, code e artigli, che utilizzano randelli e forconi per tormentare i dannati. Nella parte inferiore del dipinto, vediamo la personificazione dei vizi capitali e del male assoluto. Ci sono due figure scheletriche che rappresentano l'Avarizia e la Lussuria, entrambe simboleggianti il desiderio smodato di ricchezza e l'indulgere nell'immoralità.
Tra i dannati, sono riconoscibili le immagini di Adolf Hitler e di Pablo Escobar, il noto criminale colombiano con il triste titolo di essere il più ricco trafficante di cocaina di tutti i tempi. Questi dettagli rappresentano chiari riferimenti ai mali del secolo, sottolineando la presenza di figure storiche notoriamente negative nell'ambito del male e della distruzione.

 

La Porta dell’Inferno (Fernando Botero, 1993)

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Fernando Botero creò opere uniche nella Cappella della Misericordia, con un Paradiso lussureggiante e un Inferno spaventoso.