Via dell'Oriuolo
Il nome oriuolo, scritto in caratteri romani, creò un equivoco perché la “U” veniva scritta come una “V” e non era raro fino a qualche anni fa trovare qualche vecchio fiorentino dire “Orivolo” invece di “Oriuolo”.
Divisa in tre pezzi, anche questa strada, anticamente, aveva tre nomi. Da via Fiesolana a Via Sant’Egidio, si chiamava Via dello Sprone; da Via SantEgidio e via delle Pappe, ora Folco Portinari, si chiamava Via degli Albertinelli o Albertinella; Da via Folco Portinari a Piazza del Duomo, angolo Via del proconsolo, si chiamava Via Buia.
Per rendersi conto del nome di Via dello Sprone, occorre ricostruire mentalmente la topografia del luogo, quando le mura del penultimo cerchio correvano lungo l’attuale Via Verdi e l’attuale Via Sant’Egidio, formando un angolo, all’inizio di Via Fiesolana, dove si trovava la Porta Fiesolana. Verso quella porta le strade disegnavano due forche, cioè due angoli acutissimi: quello di via dell’oriuolo e Via Sant’Egidio; l’altro, fra Via dell’Oriuolo e il Borgo degli Albizi. Quando le mura del secondo cerchio caddero e le porte vennero spostate, le forche rimasero acutissime e soltanto col tempo vennero smussate.

La prima ad essere smussata è stata quella di Via Sant’Egidio e Via dell’Oriuolo, dove gli Albizi avevano, nel Cinquecento, costruito un bellissimo palazzo, a forma di prua della nave, tutto su eleganti mensole. Nell’Ottocento la smussatura venne ridotta e gli sporti, per la costruzione della nuova facciata, vennero distrutti.
Invece l’altra smussatura più vasta quella all’angolo tra via dell’Oriuolo e Borgo degli Abizi e più recente ed è dovuta al risanamento del quartiere negli anni venti, i lavori interrotti per la guerra vennero ripresi negli anni cinquanta e determinando la creazione di Piazza Salvemini.
Il nome di Via dello Sprone, forse si riferiva all’angolo fatto dalle penultime mura, o alla Forca fra Via Sant’Egidio e Via dell’Oriuolo, o a quelle fra Via dell’Oriuolo e Borgo degli Albizi, o chissà forse a tutti e tre insieme. Il tratto successivo invece era chiamato Via degli Albertinelli, dalla famiglia che aveva le case. C’era anche la porticciola in corrispondenza dell’Arco Di San Pierino che usciva in Borgo Pinti aveva lo stesso nome della famiglia.
Prima di Piazza Salvemini anni '30
L’ultimo tratto era chiamato Via Buia, il nome ci dice che era una via molto stretta, in seguito perse il motivo di essere “Buia”, perché nel periodo Firenze Capitale la strada venne allargata dalla parte di Via del Proconsolo per la creazione del palazzone della Banca d’Italia. Nello stesso periodo per unificare la via, come l’Italia, cambiò nome in Via dell’Oriuolo, perché qui nel XIV secolo venne costruito il primo orologio di Palazzo Vecchio.
Agostino Lapini scrisse nel suo diario nel XVI secolo:
“A’ di 15 di marzo cominciò a sonare la prima volta l’ore l’oriuolo del campanile di palazzo de’ Signori” [1].
La data 1352 è “ab incarnatione” e si deve leggere 1353 [2].
Domenico Spinelli [3] invece sposta la data al giorno dell’Annunziata, 25 marzo 1353 e cioè il primo dell’anno fiorentino.
Anche Dante parla dell’orologio e ne descrive il meccanismo:
E come cerchi in tempra di orioli
Si giran sì, che ‘l primo a chi non mente
Quieto pare e l’ultimo che voli [4].
E ne imitava anche il suono:
Tin tin sonando con sì dolce nota [5].
Nell’anno di costruzione dell’orologio, Dante era già morto da diverso tempo, la Torre di Arnolfo, la campana ancora non erano ancora stati costruiti. Per quanto riguarda, invece, il costruttore gli storici non sono concordi: Lorenzo della Volpaia o Maestro Niccolao di San Frediano?
Il primo, Lorenzo, “ingegno elettissimo, un vero sapiente in cose elettive della meccanica”. Il secondo, Maestro Niccolao, dai documenti risulta che i Camerlenghi della Camera dell’Arme pagarono 300 fiorini per costruire forse l’orologio e la tradizione ci informa che l’orologio è stato costruito l’orologio.
A quel tempo il riparatore dell’orologio veniva chiamato “temperatore” ed è stato proprio uno di loro, Niccolo detto degli orioli a provocare il Tumulto dei Ciompi nel 1378, dopo avere sentito le urla di Simoncino del Bugigatto mentre veniva torturato e ucciso.
Due curiosità:
1) Nel trecento esisteva il Tiratoio del Gallo sorto sopra un “orto con fichi e viti”, tra Borgo degli Albizi e Via dell’Oriuolo, però nessuno conosce dove, con precisione, era situato.
2) Il tratto di strada fra via dell’Oriuolo e Piazza del Duomo era occupato dalla famiglia dei Bischeri che, costretti dal discredito alla fuga da Firenze, pare ritornassero molto ricchi sotto il nome Guadagni.
[1] Agostino Lapini Nacque a Firenze il 28 ottobre 1515 – morto (?). Diario Download Free.
[2] Il computo del capodanno Ab incarnatione è un tipo di calendario in uso prima della riforma gregoriana ed in uso in molte zone d'Italia. Il nuovo anno iniziava come il calendario liturgico il 25 marzo, data della festa dell'incarnazione di Gesù Cristo, ovvero dell'anniversario dell'annunciazione e concepimento di Gesù. Secondo tale computo da gennaio al 25 marzo era ancora l'anno precedente, e di ciò si deve tenere conto quando si traslittera una data secondo il computo moderno. Lorenzo il Magnifico ad esempio nacque, secondo i documenti antichi, il 1º gennaio 1448, ma tale data deve intendersi nel computo corrente 1449. (Wikipedia).
[3] Domenico Spinelli, principe di San Giorgio, noto anche come Sangiorgio Spinelli, (Frasso Telesino, 1788 – Napoli, 10 aprile 1863), è stato un archeologo, numismatico e collezionista.
[4] Paradiso – canto XXIV
[5] Paradiso • Canto X