Cosa Una città intermitternte
Le foto sono di Conosci Firenze
La città di Cosa vista dall'alto
Mentre stiamo andando verso la spiaggia Bau Beach ad Ansedonia, vediamo un cartello scolorito dal sole e di non facile lettura con scritto Cosa, rovine romane. Sinceramente all'inizio non sappiamo cosa pensare. Controlliamo attraverso il motore di ricerca e rimaniamo meravigliati da quello che troviamo. Dopo avere letto decidiamo di andare a vedere e rimaniamo veramente allibiti a quello che vediamo: una grande città romana, anche se in rovina ci rendiamo conto quanto era grande e importante.
Suggerimento: da vedere. Non manca nemmeno uno splendido panorama.
Un po' di storia.
La colonia di Cosa, fondata nel 273 a.C., si ergeva su una collina a 114 metri sul livello del mare, a sud dell'Argentario. Strabone (1), nella sua descrizione risalente all'età augustea, la definisce così: "Dopo Populonia c'è Cosa, una città poco sopra il mare. Sulla baia sorge una collina, sulla quale si trova la città. Di fronte c'è il Porto di Ercole, e nelle vicinanze si trova una laguna. Dal promontorio sulla baia si può ammirare il passaggio dei tonni."
Nonostante le favorevoli caratteristiche naturali, il sito sembra non aver conosciuto insediamenti prima dell'arrivo dei coloni romani. Il nome Cosa potrebbe derivare da un toponimo etrusco, Cusi o Cusia, ma al momento non sono presenti evidenze di strutture etrusche nel sito. La principale presenza etrusca nelle vicinanze era Orbetello, a cui alcuni attribuiscono quel nome.
Nel III secolo a.C., Roma attaccò le città etrusche tirreniche e, nel territorio confiscato a Vulci, fu fondata la colonia di Cosa, nove anni prima dello scoppio della prima Guerra Punica (264-241 a.C.). In occasione della fondazione, anche il paesaggio agrario subì una completa riorganizzazione, come testimoniano le tracce di centuriazione nella Valle d'Oro. La presenza del Portus Cosanus conferma anche le motivazioni strategiche nella scelta del luogo: un rostro iscritto, appartenente a una nave romana affondata durante la decisiva battaglia delle Isole Egadi contro Cartagine nel 241 a.C., conferma che Cosa contribuì alla costruzione della flotta romana.
La città subì una seconda deduzione coloniale nel 197 a.C. e raggiunse il suo massimo splendore intorno al 70 a.C., quando subì le gravi conseguenze di un'incursione, probabilmente ad opera dei pirati. Durante l'età augustea e giulio-claudia si possono individuare le testimonianze residenziali più importanti, soprattutto nel quartiere intorno al Foro, che indicano una significativa riduzione dell'insediamento all'interno delle mura cittadine.
Nei secoli successivi, la storia del centro urbano di Cosa assume un carattere "intermittente", come giustamente descritto da Elisabeth Fentress (2). Periodi di grave crisi si alternano a fasi in cui l'interesse imperiale per l'antica città repubblicana sembra risvegliarsi, come durante l'età severiana (193-235 d.C.). Tuttavia, dopo il 250 d.C., la popolazione si spostò nella pianura, dove sorse Succosa, derivante dal latino "Sub Cosam". Nel 416 d.C., Rutilio Namaziano descrisse il promontorio di Cosa come un luogo abbandonato e in rovina.
Tra il VI e il IX secolo d.C., sull'acropoli nacque un castrum bizantino e l'insediamento cambiò il nome da Cosa ad Ansedonia. Successivamente, il territorio fu ceduto al Monastero di Sant'Anastasio ad aquas salvias. A partire dal XIII secolo, Ansedonia entrò a far parte dei possedimenti della famiglia degli Aldobrandeschi e successivamente del comune di Orvieto. Tuttavia, nel 1329, la città fu distrutta dalla Repubblica di Siena.
La storia di Cosa, dunque, presenta un percorso altalenante nel corso dei secoli. Nonostante sia stata fondata come colonia romana e abbia raggiunto un periodo di prosperità, l'insediamento ha subito numerose crisi e spostamenti della popolazione. Oggi, i resti di Cosa testimoniano la grandezza e l'importanza che la città ebbe nell'antichità, lasciandoci un prezioso ricordo del passato.
(1) Strabone (Amasea, ante 60 a.C. – Amasea ?, tra il 21 e il 24 d.C.) è stato un geografo, storico e filosofo greco antico.
(2) Elizabeth Barringer Fentress è un'archeologa romana specializzata in Italia e Nord Africa. Ha collaborato allo scavo di numerosi siti nel Mediterraneo occidentale e ne ha pubblicato i risultati.