Tratto da Dottor Giulio Ferrario, Aggiunte all'Opera il Costume Antico e Moderno, Firenze, Per V. Batelli e Figli, 1837.
Le cronache del medio evo parlano spesso di quest'atto solenne, che il giudice esigeva, sperando così di conoscere da qual parte fosse
la ragione. Ma quante volte una delle parti, giurando il falso, tenne il giudice in forse; talchè non osando pronunziare una sentenza dub
bia, ne abbandonava la decisione a ciò, che chiamavasi il giudizio di Dio (1).
La prova del duello, del fuoco o dell'acqua bollente diventò sempre più generale, in conseguenza dell'abuso del giuramento sugli
Evangelj. Imperciocchè, come leggesi nel preambolo della costituzione dell'imperatore Ottone II (2), se l'atto o la carta di qualche eredità veniva impugnata come falsa, quegli che la presentava giurava sugli Evangelj che era vera: in questo modo gli spergiuri erano certi di
acquistare.
Lo stabilimento del governo repubblicano nella maggior parte delle città d'Italia e le leggi scritte, che vi regolavano l'amministrazione della giustizia, fecero cessare l'uso del combattimento giudiziario e delle altre prove introdotte dai Longobardi. Ciò non pertanto, sul finire del XV secolo, poco mancò che si vedesse in Firenze un esempio memorabile della prova del fuoco.
Ho copiato le presenti figure dalle miniature di un manuscritto con servato nella Biblioteca Reale di Parigi, sotto il N.° 6829. Il giudice ha in testa un berretto di velluto chermisino, che dalla sua forma chiamavasi mortaio. La zimarra (3) è di broccato d'oro, foderata e guernita d'ermellino. La spalliera della sedia è coperta di stoffa giallastra: la sedia è di noce, come anche il leggio su cui sta il libro degli
Evangelj.
Quello che giura ha la zimarra di color violaceo: il suo cappuccio gettato indietro sulle spalle è nero, come nere sono le sue scarpe. L'altro personaggio ha la sopravveste bianca, tessuta a lamette d'oro, cangiante in color azzurrognolo, foderata e guernita di martora. Il giubbone è rosso ricamato d'oro intorno al collo. La manica di sotto è bianca e la calzatura nera.
Queste tre figure serviranno altresì a confermare la grande analogia dei costumi di diversi popoli d'Europa nel XV secolo. Il giudice ha molta somiglianza col podestà e gli altri due con quelli di molti altri costumi italiani.
(1) L'ordalia è un'antica pratica giuridica, secondo la quale l'innocenza o la colpevolezza dell'accusato venivano determinate sottoponendolo ad una prova dolorosa o a un duello. La determinazione dell'innocenza derivava dal completamento della prova senza subire danni oppure dalla vittoria nel duello.
(2) Ottone II di Sassonia è stato duca di Sassonia, re di Germania dal 961 al 983, imperatore del Sacro Romano Impero dal 973 al 983 e re d'Italia dal 980 al 983.
(3) Ampia sopravveste lunga e larga, spesso riccamente ricamata, di origine spagnola.
Si trova in piazza San Giovanni, quasi davanti alla porta nord del battistero di San Giovanni. È composta da un fusto in marmo cipollino sormontato da un...
La nascita di questo stemma è legato alla conquista fiorentina di Fiesole nel 1125; con l'annessione della città collinare si viene a creare un nuova insegn