Tratto da Dottor Giulio Ferrario, Aggiunte all'Opera il Costume Antico e Moderno, Firenze, Per V. Batelli e Figli, 1837.
Lo splendore della cavalleria incominciò ad offuscarsi nel secolo XIV e si oscurarono interamente sul finire del XV. È il romanzo di Lancilotto del Lago, che somministrò molte prenose notizie sui riti osservati ancora nel XV secolo per la creazione di un cavaliere. Il giovane destinato a far parte di quel nobile corpo, il quale non l'ammetteva nei suoi ranghi se non dopo cospicue prove di valore e di abilità nel trattar l'armi. Il giovane novizio si preparava al suo ricevimento col passare in preghiere tutta la notte antecedente al giorno, nel quale doveva essere armato cavaliere: ciò che si chiamava far la veglia delle armi. Eccettuato il caso, dei cavalieri creati sul campo di battaglia prima di incominciare l'azione, oppure dopo un combattimento per ricompensa del valore, la cerimonia aveva ordinariamente luogo nell'interno di una chiesa o di una cappella. Il giovane si presentava al sacerdote, il quale gli benediva la spada, che teneva appesa al collo; poi si inginocchiava davanti a colui che doveva armarlo cavaliere. Questi gli ricordava i doveri della cavalleria e, dopo le domande e le risposte d'uso, i presenti vestivano il novello cavaliere delle sue armi, gli allacciavano gli speroni dorati e li allacciavano la spada. Allora il signore prescelto per conferirgli la cavalleria gli dava un leggiero schiaffo od un colpo di piatto della spada sulle spalle, dicendo: In nome di S. Michele, di S. Giorgio, ecc. io ti faccio cavaliere: sii prode, ardito e leale. Talvolta un bagno precedeva la veglia delle armi e quei cavalieri si dicevano cavalieri bagnati. L'armatura del giovane cavaliere è bruna: la sopravveste è rossa tessuta a quadrati di un rosso più carico. La cintura è azzurra, ricca di perle e di ornamenti d'oro: la spada ha l'impugnatura azzurra col pomo dorato e col fodero rosso. I calzari sono rossi. Il signore che dà lo schiaffo ha l'abito dissotto col cappuccio azzurro: la sopravveste è color di lacca con larga orlatura d'oro intorno al collo. I due astanti, che allacciano gli speroni al giovane cavaliere, sono egualmente vestiti: la sopravveste è gialla, sparsa d'occhi: la cintura è dorata e sostiene un pugnaletto col manico d'avorio in una guaina nera.
L'abito dissotto è azzurro, ricamato o tessuto a fiori d'argento: il cappuccio è rosso: la calzatura d'ambedue è pure azzurra. Indietro vedesi il sacerdote col piviale color di lacca chiaro, ricamato o tessuto a rosoni d'oro e foderato di verde: il camice è di tela bianca con una guarnizione rossa verso la sua estremità.
Questo sacerdote è sul primo gradino dell'altare e tiene in mano il rituale.
Per sodomiti si intendeva un rapporto sessuale fra uomini, cioè coloro che lo facevano al di fuori del "debito luogo" o "vaso naturale", cosi esordisce il...