Appunti disordinati/2

Le vie dei Canti

 

Ne “Le vie dei Canti”, Chatwin riferisce di “sentieri sotterranei” degli Aborigeni australiani, che legano fin dalla creazione i componenti di una tribù, i loro canti ed un territorio. Ciascuno ha il suo; qui propongo il mio.

Villa Cancelli
- Suor Maddalena, nelle discussioni e lezioni tenute presso Villa Cancelli, sopra Careggi, a riguardo della Maddalena di Donatello insegnava che: “è la figura ascetica, ma anche mistica, per eccellenza, in cui, al di là del corpo, l'anima sua è veramente in unità assoluta con colui che è il suo Amore e la sua attesa. Gli altri artisti ne sottolineano la bellezza fisica; qui, invece, l'amore è umiliato e diventa la sintesi della sofferenza, dell'attesa. Il corpo è ridotto all'essenza, è tutto nervi, è tensione. Non per niente Donatello aveva adoperato il legno di pero proprio per poterlo scarnificare meglio, perchè il pero si offre duro, si ribella alla mano dell'artista ed egli poteva, quindi, maggiormente inciderlo. Quando un Leon Battista Alberti premeva perchè gli artisti andassero verso l'armonia e la grazia, Donatello dimostrava così che l'opera d'arte non ha come fine unicamente la bellezza fisiologica, ma ha come fine una espressività individualissima che può diventare anche ripulsa della bellezza, rilevata dai canoni classici”.   

Villa Cancelli
Villa Cancelli

Un Marzocco filatelico 
- gli stati preunitari sono definiti “antichi stati” dalla filatelia. La Toscana nel 1851 scelse il Marzocco, leone simbolo di Firenze fin dalla repubblica . Il nome deriverebbe da Marte. Un leone in carne ed ossa era stato custodito nel Serraglio della Repubblica vicino a Palazzo della Signoria (da cui via del Leone), fino all'estrema vecchiaia. Il francobollo veniva stampato su carta azzurra, azzurro-grigia, grigia o bianca; la filigrana era formata per ogni foglio da un sistema di linee e di corone granducali, oppure da linee ondulate verticali, attraversate dalla dicitura “II e RR poste toscane”. Cent'anni dopo, la Repubblica italiana varerà un'emissione ricordo di questi francobolli, bissata nel 2011 dalle Poste Vaticane.
(altra cosa è  il raro “3 Lire” di Toscana, una specie di “Gronchi rosa” del regno d'Italia: è stato il primo francobollo a combinare lo scudo sabaudo alla moneta del nuovo regno. Fu emesso il primo gennaio del 1860) 
 


 

Il nerbiniano
-Topolino è il primo periodico a fumetti della Nerbini, lanciato in data 31/12/32. sprovvisto all'inizio delle strisce originali, per le quali occorreva una speciale autorizzazione del rappresentante italiano della Disney, Guglielmo Emanuel, Nerbini, e il direttore del settimanale, Paolo Lorenzini (Collodi nipote), ricorsero a disegnatori italiani Toppi e Vitelli. Il giornale, dal terzo numero, cambiò nome ne “il giornale di Topo Lino”. La vicenda del copyright si risolve felicemente e dal settimo numero appare il materiale originale.
 




 

Filologia spiccia:
trapelo- tecnica usata sul passo della Consuma, da Borgo alla Collina, quando aumenta la pendenza della strada. Il barroccio, un tipo di carro basso e a due ruote, caricato dal carrettiere con un mucchio enorme di merci accatastate,sale lentamente, trainato da tre cavalli di taglia ed altezza diseguali, con finimenti a pettorale, con un asino attaccato con una corda a fianco del veicolo ed un paio di buoi attaccati davanti. Le bestie in più vengono staccate dal convoglio solo in cima alla Consuma.
i Befani di Leo a Faltona-  nel 1992 Leo Manneschi, pittore aretino, raccolse i “memorabilia” del suo paese natale in “Faltona: un canto senza fine”. Tra i vari fatti inerenti la piccola frazione di Talla, sul Pratomagno, piace qui ricordare il fenomeno dei “Befani”. la sera dell'Epifania, gli abitanti del paese si travisavano ed andavano alla questua, per dare una festa un po' più pingue a bambini ed indigenti. Da notare che in Italia il fenomeno dei regali invernali era principalmente legato o a S. Lucia, il 13 dicembre, o ai Re Magi, poi sostituiti da una vecchia benefattrice. il collegamento con il Natale e/o S. Nicola, però, resta attestato già anticamente: a dimostrazione, penso all'esistenza della Compagnia di S.Niccolò del Ceppo, nata nel XIV secolo, a cui le offerte venivano donate tramite una feritoia in un “ceppo” di albero cavo. L'Oratorio della stessa Compagnia, in via Pandolfini, oggetto di lunghissimi restauri, risale al 1561.
Più che ad una successione di tradizioni nel tempo, quindi, mi viene da sostenere la coesistenza pacifica tra le tradizioni medesime, senza “specializzazione” di alcun tipo.


 

Oratorio di San Niccolò del Ceppo
 
Oratorio di San Niccolò del Ceppo

Pistoia e bisturi. 
Quest'ultimo è Pistoriensis, fabbricato a Pistorium, Pistoia, città romana famosa per la produzione di lame, ed arrivato in mano ai chirurghi d'ogni ordine e grado.
Magliano- è un toponimo immaginario della Versilia, coniato da Mario Tobino come sfondo di alcuni suoi romanzi, ispirati alla propria esperienza di psichiatra.

Via Maragliano
- è un rebus! Sembra trattarsi di tale Maragliano, genovese, stabilitosi alla fine dell'ottocento a Firenze, in una villa in zona pzza S. Jacopino. Nel '25nla strada viene intitolata ad un “martire fascista”, Gastone Bartolini, morto a Sarzana nel 1921.
un “risiko” viennese- Maria Luisa d'Asburgo, coniugata Bonaparte, venne insediata dai plenipotenziari del Congresso di Vienna nel Ducato di Parma, Piacenza, Guastalla. I Borbone di Parma, in compensazione, ottenevano un Ducato nuovo di zecca, a Lucca (usava così.....). Alla morte dell'ex Imperatrice, sarebbero potuti tornare a casa, e Lucca sarebbe entrata, per la prima volta nella sua storia, nel Granducato di Toscana. Per equilibrio, però, Firenze avrebbe dovuto cedere alcuni territori, acquisiti dalla Repubblica fin dal basso Medioevo, a Modena e a Parma. È interessante, quindi, vedere che l'equilibrio continentale non doveva solo coinvolgere i territori sconfinati dello Zar, i Paesi Bassi, Parigi, Vienna o Berlino, ma anche Pontremoli e Fivizzano. Si arriva, quindi, al 1847, anno della morte di Maria Luigia: la Toscana deve cedere, con altre porzioni di territorio lunigiano, Pontremoli a Parma e Fivizzano a Modena. Tra lo scontento delle popolazioni e le intemperanze, soprattutto modenesi, dei nuovi arrivati, si rischia un conflitto internazionale, ma la temperanza di Leopoldo II riesce ad evitare la calamità della guerra.

Curiosità:
In passato, si è proposta la regione della Lunezia – a ricordo dell'antica città di Luni- per gli attuali territori delle province di Massa e Carrara (che, difatti, sono già di competenza giudiziaria della Corte d'Appello di Genova), Spezia, Parma e Reggio. Storicamente, in Lunigiana si parla una lingua locale appartenente alla famiglia dei dialetti gallo-italici.
 




100 anni fa: Cimbri in Valdarno
- niente a che vedere con Caio Mario e i Teutoni. I Cimbri sono una popolazione del Veneto che parlano una forma di dialetto bavarese risalente al XIII secolo. Con l'arretramento del fronte al Piave, furono deportati a Terranuova Bracciolini (Ar) come “spie nemiche”! Questa è la testimonianza dell'ultimo sopravvissuto, originario di Sappada (Bl): “ i soldati italiani irruppero nelle vie del paese, sparando in aria e lanciando bombe a mano. Dicevano che dovevamo andare via e che se non avessimo obbedito avrebbero bruciato le case. Così fummo costretti a partire in 810, compreso me, che avevo 14 anni. Finimmo a lavorare in tenute agricole presso Arezzo. In paese restarono solo 320 anziani. Ci trattarono come filo-austriaci, a causa del nostro dialetto”.  Giovanni Puicher, + 2000.
 


Firenze sul mare: 
Cosimo I con le pive nel sacco-l'Imperatore Carlo V, di diritto e di fatto restauratore del Ducato mediceo di Firenze, aveva concesso a Cosimo I l 'incarico di mantenere in efficienza le basi navali di Piombino e Portoferraio,dove, contro la pirateria berbera, stanziavano a difesa - non del tutto disinteressata- alcuni contingenti spagnoli. Suo figlio, Filippo II, dopo la nascita del Granducato, costrinse la Toscana ad abbandonare il cd Stato dei Presidi (Talamone, Orbetello, Porto Ercole, Porto S. Stefano, Porto Longone).  Piombino e l'Elba (Portoferraio esclusa), invece, venne concessa in signoria agli Appiano.  Il povero Cosimo, però, era stato l'autore delle fortificazioni della zona, ed aveva speso, a tal fine, molto denaro !
Anni 90:
il Mugnone nel '92!- il Mugnone è un fiume che, nei secoli, ha avuto varie deviazioni nel suo corso per opera dell'uomo : lo trovavi in Pzza SS. Annunziata, quindi in via dell'Acqua, poi in via Cerretani..... in questa sede, ci limitiamo a ricordarne l'esondazione del 1992, che ebbe effetti disastrosi per gli abitanti della zona del Romito.
Vikings 
- alcuni si ricorderanno di aver visto, nel 1990, un Drakkar vichingo in pzza SS. Annunziata. Difatti, presso gli Innocenti fu tenuta una mostra suggestiva inerente i Vichinghi grazie ad un prestito del museo di Malmo. Un Drakkar venne montato in pzza SS. Annunziata. Se è vero che i Vichinghi non risalirono mai l'Arno, è altrettanto vero che distrussero Luni nell'anno 860, pensando di essere giunti – finalmente- a Roma.
Industrializzazione di metà '900- la Fiat di Novoli sorse dentro una fabbrica aereonautica militare del 1940. tra i tanti manufatti di produzione, si possono ricordare gli sterzi della fiat 128. è interessante riportare alcune testimonianze raccolte in “La fiat è la nostra università”, un'inchiesta svolta nel 1969 tra  i lavoratori e pubblicata dalla Feltrinelli. “Come lavoro può anche andare:ma cosa c'è di inumano sono i turni, che sono nocivi: I turno vita da polli, II turno vita da eremita, III turno vita da vampiro”; “tanta fatica e soldi pochi. Sono stato prigioniero nel 1942 fino 1947 forse stavo meglio”; “ è un lavoro duro e ballo otto ore il tango con i cofani della 850 fiat”; “il lavoro è troppo e ci sono troppi che non fanno niente”. 


(dedicato ai Caduti sul Lavoro. Giuseppe Corsi. giuseppe.corsi.fi@gmail.com)
 

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