Appunti disordinati/1

"Moleskine" 
di Giuseppe Corsi

Non sono Sepùlveda, e non ho la “Moleskine” di Bruce Chatwin. Ma ci provo lo stesso a tracciare un itinerario comunque perfettibile- nonché perfettibilissimo.


Via delle Pinzochere –
situata in zona S. Croce, è intitolata ad una confraternita femminile laicale. stavolta, per alcuni il nome non è una misteriosa storpiatura del latino, o un lemma di derivazione germanica: difatti, ricalca il nominativo di Francisca Pinzochere, martire a Nagasaki nel 1627, durante l'ultima e terribile persecuzione subita dai cristiani giapponesi. Secondo altri, invece, “pinzo” viene da “bizzo” o “bigio”, il colore beige del loro abito.
100 anni fa - 
Duilio Brunetti, nato e deceduto in Saline di Volterra (Pi), fu artigliere sul fronte della Grande Guerra. Tra i tanti orrori, la cosa che lo colpì di più furono le urla dei fanti prima degli assalti all'arma bianca, cagionate dalla distribuzione di grappa e dalla conseguente ubriacatura.
Art. 383 cpp -secondo il codice di procedura penale vigente, qualora il delitto commesso sia procedibile d'ufficio, il cittadino può intervenire per bloccare il reo colto in stato di flagranza fino all'arrivo dell'autorità di polizia giudiziaria. Nel corso degli anni '90, a fronte del fenomeno dei borseggi in autobus o per strada, a Firenze si creò una vera e propria organizzazione di volenterosi che si avvaleva di tale facoltà per contrastare la c.d. “microcriminalità”. Tale sorta di “gruppo TNT” , al contrario del fumetto di Luciano Secchi, non aveva gerarchie interne o specificazioni particolari di competenze. V'era, però, come figura carismatica, il “Rambo” di piazza Gavinana.
Lapidografia -
il Palazzo Pretorio di S. Giovanni Valdarno è una vera e propria “capsula del tempo”, ricca di testimonianze e memorie da tramandare ai posteri. Ad es., vi si trova, tra le magistrature cittadine, un Fulvio di Iacopo di Giovanni Battista Buonaparte, capitano tra il 1628 e 29, che , se non fosse omonimo, sposterebbe le genealogie napoleoniche più ad est rispetto a S. Miniato e alla valle del Cencione! V'è anche testimonianza delle opere “sul campo” di Pietro Leopoldo. “ Petro Leopoldo AA.M. AE. Duci, novae felicitatis auctori, quod agrorum vallis Arni possessores exhaustis aeternuumq.obaeratos LXXX annorum imendiis, flumini ab alluvionibus continendo, a suprema fortunarum ruina liberarit, rescisso indebiti foenoris computo, mitigato severiori creditorum iure, praediis antiquo domino restituis, demum numerata a debitoribus pecunia, suppnetias ferente pauperibus effuse parcius divitibus, regio aerario atque aere collato, opera Ioannis Bargiglii nobilis l.c. Flor., qui rem totam sibi creditam extricavit, exitu omnibus probatissimo, oppidani S. Ioann. M.P.P. A.R.S. MDCCLXXXIII”.  Da una parte, si allude alle opere di bonifica e canalizzazione delle acque volute da Pietro Leopoldo; dall'altra, si intensificano gli investimenti a favore della zona, agendo anche contro tassi di interesse (il foenus di diritto romano) molto alti, al limite dell'usura, grazie a rescissione contrattuale o tramite compensazione a carico dell'erario pubblico. non dobbiamo dimenticare che siamo nell'epoca delle allivellazioni (da libellum, cioè il rogito relativo al contratto agrario stipulato), che prevedevano canoni molto più bassi rispetto a quelli mezzadrili.

Il Palazzo Pretorio di S. Giovanni Valdarno

Un giallo sul Mugnone? Lapidografia 2
Una lapide dimenticata sotto il tabernacolo sopravvissuto dell'antico Ponte all'Asse così recita: “ Domenico di Matteo Poli, Bolognese, nel 1636 fabbricò in questo luogo da' fondamenti un piccolo oratorio sotto l'invocazione di Gesù, Giuseppe, Maria. Lo dotò di rendite pel suo mantenimento e d'una ufiziatura amovibile col gius di nominarvi il rettore alternativamente a favore del Granduca di Toscana e delle monache di S. Iacopo di Ripoli. Questo ponte, fabbricato nel 1762 per servizio pubblico, lo ha sepolto nelle sue sponde e nell'argine del fiume la SMG di Francesco di Lorena di glor........... per diritto accordatogli dal fondatore ….......nel caso che si rendesse inservibile, con suo rescritto del luglio 1765, comandò fondarsi di tutto il suo patrimonio di..... amovibili nella regia cappella del suo palazzo di Firenze ed erigersi questo tabernacolo in onore di Dio ed a perpetua memoria. Come è stato eseguito nel 1766”. a parte le dotazioni economiche, finanziarie e materiali, resta un problema di interpretazione letterale: il ponte all'Asse ha sepolto presso le sue sponde l'oratorio o la tomba del Poli ? Ipotesi “gotica”, ma suggestiva.
Filologia spiccia-
“Avere le bagioge”: significa   essere giù d'umore- allude alle gote grosse.
“Bacchettoni” : confraternita che è sopravvissuta nella lingua parlata. Viene da “vanno quietoni”.
“a Borgo S. Lorenzo è un gran conforto o piove o tira vento o suona a morto”
allusione malevola ad una cittadina ritenuta priva di stimoli intellettuali.
ValdiNievole: allude a Vallis Nebulae, territorio nebbioso.
Ma quanti erano i Mille? -
“ 100 Sonetti in vernacolo d'autore”, a cura di Dino Fazzini, Battistelli ed. 1922, è un aureo libello, che raccoglie arguzie e componimenti vari. Riporto il seguente, significativo per quanto riguarda certi vizi italici e/o umani di sempre.
“Stamattina i'facevo osservazione/in piazza d'Arno (Mentana, ndr) innanzi a i'monumento/ n'i' mentre v'era la dimostrazione / che de' Galibardini a stento a stento/ se ne vedea tre o quattro a precissione/ e mezzi stronchi. E di' ch'i'mi rammento/ che prima 'un v'era commemurazione/ che 'un ne sortissi fori du' o trecento.
Ma, lo dice i'pproverbio – caro Nanni- / “leva e non metti, ugni gran monte cala”, / e, ne' giornali di questi ùtimi anni, / tu po' vede' da te che , 'n fila 'n fila, / solamente de' Mille di Marsala/ n'è morti aimmeno cattro o cinque mila”.



Cognomi -
con il codificarsi del moderno cognome nel basso Medioevo, si pone il problema per i ragazzi abbandonati agli istituti presso le “ruote di pietà”. Ecco nascono quindi Innocenti, Nocenti, Nocentini. A volte si usano forme augurali: Diotallevi, Taiuti. Altre si “danno i numeri”: Trentanove, Ventisette. Ci si ispira all'attualità, arrivando fino a Macallè e Fantappiè.  Addirittura si escogiterà un Nommeneavviddi: probabilmente, la Suora non si accorse subito del neonato in fasce deposto sulla Ruota. http://www.officinae.net/eclettica/photos/00001122-original.jpg
location- il circo di Buffalo Bill stazionò ove sorgerà la casa della GIL e poi l'archivio di Stato. altrove si descrive meglio questo evento; qui basti citare il ricordo di Giovanni Papini, per cui il Cody “portò nell'assonnata Firenze umbertina un soffio di libero Far West”.
La Nerbini -  
fondata nel 1897. deve la sua rinomanza all'avventura fumettistica intrapresa negli anni '30. fonda Topolino, con materiale Disney, in data 31/12/32, per poi venderlo alla Mondadori nel luglio 1935. difatti, l'editore credeva più nel fumetto di avventura. Ecco, quindi, che in data 14/10/34 nasce l'Avventuroso. Flash Gordon è il personaggio di punta della rivista. Per non destare troppi sospetti, da “Yale Graduate” si ritrova ad essere ufficiale di polizia ed il suo nome, intraducibile, da' vita al neologismo “Flasce”. Sul periodico compaiono pochi fumetti autarchici, ma non di propaganda. Alla fine del '35,
l'italianizzazione dei personaggi procede ulteriormente, nei nomi e nelle origini geografiche. nel '37-'38, aumenta la retorica fascista finchè, al n. 207, scompaiono Gordon, “Mandrache” il mago, Radio Pattuglia. Nel '40, si assiste ad un breve ritorno di Lone Ranger, Phantom e Mandrake, con false firme di autori italiani. a Dicembre, infine, il materiale d'importazione viene definitivamente vietato. In più, le nuvolette vengono sostituite in toto da didascalie .
Va citato, per ultimo, il Giornale di Cino e Franco, nato l' 11.10.35, che vede come personaggi principali i due orfani (Tim e Spudd, in originale), Jim della Giungla, Radiopattuglia, Prince Valiant. Nel '38 s'impone l'autarchia, e nel '39 il giornalino cessa le pubblicazioni.

                               


Firenze sul mare - 
Cosimo I, Francesco e Ferdinando sono i primi Medici “marinai”. Si costruirono negli arsenali di Pisa delle galere da guerra. Quattro furono le prime navi di Cosimo I: Pisana, Saetta, S. Giovanni e Toscana.  Il medesimo sovrano si premurò di fondare anche l'Ordine dei Cavalieri di S: Stefano, con il preciso compito di contrastare la potenza marittima dei pirati Barbareschi e dell'Impero Ottomano, che all'epoca era all'apogeo. La prima azione dell'Ordine viene registrata nel 1563, in rinforzo alla flotta spagnola per una spedizione in soccorso di Orano , assediata da Dragut (il Bey di Tripoli). Nel 1660 e nel 1665 la flotta Toscana combatte a Candia ed a Ustica, quindi a Malta; partecipa alla battaglia di Lepanto, nel 1571, sotto le insegne papali; da ultimo, sviluppa unità adatte alla “guerra da corsa” (in breve: il corsaro era un pirata autorizzato da uno Stato sovrano al “lavoro sporco”). A questo riguardo, possiamo ricordare la figura del cavaliere volterrano Camillo Guidi (Volterra, 1635-17). Nel luglio del 1675, egli  intercetta nei pressi dell'Elba le tre galee di Ciriffo, diretto all'isola di Montecristo. Lo scontro viene vinto dai Toscani, che liberano circa 270 schiavi cristiani dai remi. Ciriffo viene imprigionato a Firenze, al Forte di Belvedere.
Nel 1700, dopo le avventure vissute in tutto il Mediterraneo, l'Ordine attraversa un periodo di decadenza, fino alla riorganizzazione lorenese.


 Giuseppe Corsi. giuseppe.corsi.fi@gmail.com



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