Abbazia di San Galgano

Abbazia di San Galgano
Quando le rovine diventano arte

 

La grande Abbazia di San Galgano nel piano della Merse, presso Chiusdino, nell'antico «Stato di Siena,» ebbe la sua prima origine da una Cappella e da un piccolo Monastero eretti circa l'anno 1185 sul Monte Siepi, nel luogo stesso dove, secondo la leggenda, Galgano Guidotti chiusdinese, si ridusse nell'anno 1180 a vita eremitica infiggendo, a guisa di croce, la sua spada nelle fenditure di un masso. Narra la leggenda che Galgano visse in quel romitorio circa un anno, e che ivi morì il 3 dicembre del 1181 in età di 33 anni. Narra pure che Ugo dei Saladini vescovo di Volterra, e Giovanni vescovo di Massa Marittima, recatisi a visitare l'eremita Galgano e trovatolo morto, gli dettero onorata sepoltura, assistiti dai tre abbati cistercensi, di Casamari in quel di Veroli, di Fossanuova nel Terracinese, e di Sant'Anastasio alle Tre Fontane presso Roma; i quali, tornando con vari monaci dal Capitolo generale del loro Ordine tenuto in Francia, erano sbarcati nella Maremma Senese, diretti a Roma, e smarritisi per via si erano ritrovati sul Monte Siepi. Il P. Libanori, nella sua vita di San Galgano, riporta intorno a questa leggenda quanto egli dice di aver trovato al suo tempo nelle Memorie del monastero di San Galgano, di cui fu abbate circa l'anno 142. Secondo lo stesso Libanori e l'Uglielli il vescovo Ugo de' Saladini promosse ed iniziò ben presto l'edificazione, sul Monte Siepi, di una Cappella di forma circolare, che anche oggi esiste (fig. 1), e di un cenobio per alcuni monaci cistercensi; e insieme ai canonici del suo Capitolo comprò dalla Comunità di Monticiano i terreni del Monte Siepi o Cerboli «con tutto il piano e collinette circondati dai fiumi Morsa, Gallessa e Righineto,» donando tutto ai monaci cistercensi. Ugo dei Saladini morì nel 1184, prima della canonizzazione di Galgano, avvenuta nel 1185 per opera del pontefice Lucio III, come afferma il Libanori o nel 1186, sotto il pontificato di Urbano III, secondo quanto pare creda l'erudito Uberto Benvoglienti diligentissimus rerum sua putriae investigator, come lo chiamò il Muratori. A Ugo dei Saladini, innalzato dipoi agli onori degli altari, successe nel vescovado di Volterra Ildebrando Pannocchieschi o della Pannocchia, che favori con molta liberalità i monaci cistercensi, e. secondo il Libanori. avvenuta la canonizzazione di Galgano, consacrò a lui la cappella edificata sul Monte Siepi, donandole arredi sacri d'oro e d'argento e ricche suppellettili. Fino dai primordi della sua fondazione, non mancarono al monastero del Monte Siepi le donazioni e i lasciti testamentari. Il documento più antico giunto fino a noi, che attesti una di tali donazioni, e nel quale sia fatta parola della Chiesa di San Galgano, è dell'anno 1196, giorno 9 delle kalende di maggio (23 aprile) ed è registrato al fog. 272 del Caleffo (1) di San Galgano, Con quel lstrumento Macteldina quondam Ugolini, derelida Guidaldonii, dona alcuni terreni «Ecclesie Sancti Galgani que constructa est et liedificatur in podium (sic) de Monte Scebbio super ninnine Mersis». La donazione è fatta «presbytero Bono ejusdem ecclesie, recipienti pro se et fratribus suis, vice ejusdem ecclesie». Il monastero ebbe dal vescovo Ildebrando, già citato, donazione di vasti terreni, come si rileva da un lustramento dell' anno 1201 del dì 8 degli idi di ottobre (8 ottobre) riportato al fog. 14 del Caleffo A di San Galgano. Pagano Pannocchieschi, succeduto al suo zio Ildebrando nel vescovado di Volterra, accordò, col consenso del pontefice Innocenzo III, ai monaci di San Galgano ampia facoltà di costruire attraverso i terreni dell' Episcopato, un acquedotto per i mulini del monastero posti nella località detta «Campora » e per altri mulini, e di costruire altresì gore e steccate per i medesimi. L'instrumento che attesta questa concessione è dell'anno 1216, giorno 2 delle kalende di luglio (30 giugno) ed è registrato al fog. 320 del Caleffo A. Oltre i due vescovi di Volterra, Ildebrando e Pagano, accrebbe le donazioni al monastero di Monte Siepi anche il cardinale Stefano da Ceccano, dal titolo dei XII Apostoli, già abbate della Badia cistercense di Fossanova. Egli fece larghissime offerte ai monaci di San Galgano e comprò per il loro monastero, tra altri terreni, anche alcuni beni della Chiesa di San Paolo di Siena, come risulta da un instrumento dell'anno 1214 a dì 6 degli idi di maggio (10 maggio). Nel corso del secolo XIII i beni del Monastero ebbero notevole incremento da donazioni e da acquisti.

(1) Il Caleffo vecchio contiene gli atti pubblici emessi dalla Repubblica di Siena dal 912 al 1333. 

 

Abbazia di San Galgano

 

Fig.1 - Arco del portico, ora richiuso, della Cappella delle Siepi di San Galgano

 

Abbazia San Galgano - Architrave della Porta Centrale

  

 

   

Monastero di MonteSiepi

 

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