La Fiorentina Primaverile

La Fiorentina primaverile
Catalogo delle opere esposte con cenni biografici e critici
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Catalogo la Fiorentina primaverile la Fiorentina primaverile
Manifesto di SEM BENELLI [2] per il giorno dell'Inaugurazione
Italiani, Toscani, Fiorentini,
L'otto di aprile un nuovo Tempio dell'Arte, dell*Arte che è nata e che vive con noi, per testimoniare di noi nel futuro, un nuovo tempio, finito di costruire dopo la guerra, per l'impulso della mia tenacità, per l'amore dei volenterosi che si unirono a me e per aiuto magnifico del Comune e della Camera del Commercio, sarà inaugurato nel Parco di S. Gallo [1]. E sia lode a chi lo iniziò.
Sarà grande impresa di fede, di lavoro, di armonia: certo sarà il più bel segno, nel'arte italiana, dalla guerra in poi.
E la sorte ha voluto che con alcuni miei cooperatori, io potessi per primo raccorgliervi dentro quanto di più espressivo può offrire, oggi, alla nozione ed al mondo, l'arte italiana nella Pittura, nella Scultura, nell'Ornamento,
Se avrò ben fatto, non avrò aperta solamente una Esposizione, opera di tutti i giorni, ma avrò indicata, da questa Firenze, la più luminosa strada della nostra gloria, del nostro lavoro e della nostra sorte, perché, da questa Rassegna del Bello, da questa raccolta di opere concepite e compiute da uomini eletti e maestri e da giovani ansiosi, bramosi di nuove ricerche, anelanti allo scopo supremo, opere composte col più disinteressato amore, con esemplare virtù quasi ignorata, con dedizione pienissima, col sacrificio sacro alimentato soltanto dalla febbre della
creazione, verrà luce, ammonimento, insegnamento, nutrimento al lavoro di tutti.
Ed allora forse, non solamente nelle Arti Maggiori noi vedremo, in questa Firenze, Madre della Bellezza, Creatrice della Grazia, risvegliarsi il Genio dormiente; ma anche nelle Arli Minori^ che ci fecero un tempo nel lavoro dei popoli, i primi del mondo, poi che la nostra gente è nata per dare al mondo Armonia e Bellezza.
E se nessun governo scopri mai la vera missione dell'talia nel lavoro e, se si ordirono molti intrighi di banche e di politicanti per costringere il popolo nostro a lavori mastodontici, a mestieri che chiamerei di ghisa, togliendolo ai campi, alle botteghe, agli studi, per poi abbandonarlo, gregge scompaiato e desolato; voi mi avete sentito più volte ripetere che l'Italia ha due possenti inesauribili miniere di quelle materie prime che tanti fallaci argomenti dettero agli ingannatori:e queste sono il genio dei nostri maestri d'ogni arte e la mano e Qintelligenza dei nostri artefici ed artigiani.
Per questo, l'iniziare in Firenze una serie di rassegne delle arti figurative parve a me un impresa di- mirabile italianità e non esitai a sacrificarmi in un lavoro nuovo, penoso, diverso, difficile, che tutta volle la mia diligenza e la mia tenacità e l'abbandono quasi intero della mia poesia perchè io diventassi ancora una volta animatore, costruttore, operaio del più grande tempio della nostra grandezza.
Fo voti dunque che questa sia la prima serie di Esposizioni ammonitrici e feconde, italiane sempre più, e che altri ripeterà, continuerà, migliorerà. Sia questo l'inizio della Rinascita.
E valga il nostro ardore ad alimentare la fiamma novella che sarà luce al nostro Genio Risorto, e che illuminerà la gara degli uomini liberi, onesti, bramosi di procedere, senza pastoie e senza catene  nella via del bello e del bene.
SEM BENELLI [2]
Firenze, aprile 1922.
Sem Benelli (Prato, 10 agosto 1877 – Zoagli, 18 dicembre 1949) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano, autore di testi per il teatro e di sceneggiature per il cinema. Fu anche autore di libretti d'opera. [2] È stato spesso considerato dalla critica un D'Annunzio in minore ("ciabatta smessa del dannunzianesimo" lo definì addirittura in maniera un po' ingenerosa Giovanni Papini), ma recentemente il suo talento letterario è stato rivalutato fino a considerarlo come una fra le maggiori espressioni della tragedia moderna.
Il drammaturgo pratese fu autore del testo teatrale La cena delle beffe, tragedia ambientata nella Firenze medicea di Lorenzo il Magnifico, che ebbe un successo clamoroso e tale comunque da consegnare il suo nome alla storia della letteratura. Da questa tragedia fu tratto nel 1941 dal regista Alessandro Blasetti l'omonimo celebre film con Amedeo Nazzari e Clara Calamai.
[1] Nel 1922 vi fu costruito un primo Palazzo delle Esposizioni su disegno dell'architetto Enrico Dante Fantappiè e dell'ingegnere Vittorio Tognetti, che ben presto divenne sede delle mostre dell'Ente Mercato Nazionale dell'Artigianato, creato in quegli stessi anni.
Immagini del Catalogo: Fiorentina Primaverile
Numeri dei tram che portavano al Parterre
Firenze, capitale dell'Arte, mancava completamente di un locale adatto per le Esposizioni Artistiche. Per iniziativa della Società delle Belle Arti e di altri enti artistici ed economici, il Comune di Firenze affidò, alcuni anni or sono, al Comm. Ing. Vittorio Tognetti e all'Architetto Prof. Dante Fantappiè, lo studio del progetto per un edificio destinato alle Mostre d'Arte, sullo schema tecnico elaborato
da un'apposita Commissione.


"Il Palazzo", pag. IX
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Il catalogo comprende anche 112 immagini degli artisti presenti alla mostra.
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