I Manichei
la Luce e le Tenebre
Il persiano Mani o Manete
Dalla Gnosi germogliarono i Manichei, che trovarono in Manete (216-277 d. C.) il loro capostipite e maestro. Manete (1), liberato dalla sua condizione servile da una ricca vedova della Persia — per cui egli fu detto anche «fìglio della vedova» e «figli della vedova» i suoi adepti — bello, ardito, profondamente versato nella filosofia alessandrina, iniziato nei misteri mitriaci, pieno di astuzie e dotato di inflessibile volontà, concepì un sistema in cui regna un dualismo puro e semplice: Cristo si fonde con Mitra, l'Evangelo con lo Zenda-vesta (2), e ne scaturisce una dottrina cupa e quasi disperata, perchè insegna la perpetuità del principio del male.
Eppure anche il Manicheismo promette agli uomini vittoria e immortalità, mercè le purificazioni nel lago lunare — battesimo di acqua celeste — e santificazione nel fuoco solare — battesimo di fuoco celeste — in cui dimorano il Redentore e gli spiriti ribelli: tutte le anime pure sarebbero un giorno riassorbite nella luce ed i principi delle tenebro respinti ed imprigionati nel loro regno; la materia priva di luce, ridotta in massa inerte dal fuoco, e le anime che furono sedotte e vinte dalle tenebre e dai demoni, condannate in perpetuo a custodirla.
Anche il Manicheismo, principalmente mirato a liberare gli spiriti dal giogo dell'autorità di Roma cattolica, promette all'uomo un destino sublime, purché sappia conquistarselo con una lotta incessante in cui non verrà mai meno il soccorso della Sofia celeste, cioè della sapienza, della verità, della luce divina. Pur'esso ebbe gradi, prove iniziatorie, segni di riconoscimento e gergo speciale. Per quanto perseguitato, non fu estinto, si trasformò in sette posteriori, Patari (3), Albigesi (4), Ussiti (5) che forse aprirono, più tardi, la via al Protestantesimo.
La lingua sacra dei Manichei si basava sopra concerto di voci e di idee, che i Pitagorici chiamavano «armonia delle sfere».
Il gergo si distingueva per intonazione ascetica e molto cristiana; ma i neofiti erano a poco a poco trasformati nei gradi superiori e fatti nemici accaniti della Chiesa papale.

La Chiesa di Roma era considerata empia, sentina di vizi, fucina di scandali e di malvagità: i Manichei volevano riformarla, ravvisando in essa la Babilonia descritta e condannata dall'Evangelista nella sua Apocalisse: bisognava che la Babilonia, pervertita dall'Anticristo, sparisse dalla terra nel giorno terribile dei giudizio finale, e che sulle sue rovine sorgesse la nuova Gerusalemme governata ed illuminata da Cristo: con altra figura Babilonia diventava Inferno, l'Anticristo diventa Satana, la nuova Gerusalemme diventava il Paradiso e Cristo mutavasi in Dio.



(1) Manete o Mani (216-277 d. C.) o, come fu chiamato in Occidente, Manicheo («Mani il vivente)
(2) L'Avest è il complesso dei testi religiosi dello zoroastrismo. Il nome è riduzione del pahlavico apastak, il cui significato dev'essere stato quello di "ciò che è posto, ciò che è stabilito", quindi "testo fondamentale". La denominazione di "Zend-avesta" che risale ad Anquetil Duperron è dovuta a un equivoco, poiché zend significa "esegesi" ed indica la vasta letteratura esegetica che si ricollega all'Avest. Tutta quanta la letteratura religiosa dello zoroastrismo viene dunque compresa nelle due denominazioni Apastake Zand. (Treccani)
(3) Patari. Dal nome del mercato degli stracci in Milano (pataria), il nome di patarini (id est pannosos, "straccioni", spiega Bonizone da Sutri) fu per dileggio affibbiato dagli avversarî ai seguaci di un movimento (oggi anch'esso noto col nome di pataria) sorto verso la metà del sec. XI nella parte più umile del popolo milanese contro gli abusi ecclesiastici e l'oppressione dell'alto clero.
(4) Albigesi. Con questo nome sono designati comunemente, dalla città di Albi, gruppi di eretici, affini ai catari, del mezzodì della Francia; sebbene più esattamente si sarebbero dovuti designare dalla città di Tolosa, dove erano più numerosi e potenti
(5) Con il termine Hussiti o Ussiti (in ceco: Husité o Kališníci, cioè "Persone del Calice") vengono definiti gli appartenenti ad un movimento cristiano riformatore e rivoluzionario sorto in Boemia nel XV secolo, precursori, insieme ai lollardi di John Wyclif, della Riforma protestante.

Bibliografia
Ulisse Bacci, Il libro del massone italiano, Roma, Vita Nuova, 1922

Monaci manichei intenti a copiare testi sacri, con un'iscrizione in sogdiano. Manoscritto da Khocho, Tarim Basin.
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