Potenze Festeggianti
Le Potenze Festeggianti erano delle compagnie rionali laiche fondate durante la signoria di Gualtieri di Brienne Duca di Atene. La creazione di queste associazioni nel 1343 da parte del Duca si devono al suo piano politico: riuscire a creare una signoria ereditaria nella città del giglio, su modello di quelle che avevano preso vita in alcune cittadine del nord Italia.
La sua politica mirava ad avere schierate dalla sua parte tutte e tre gli stati che componevano la società fiorentina. Per far ciò Brienne prevedeva di metterle una contro l'altra assicurando a ognuna di esse alcuni benefici: ai Magnati, promise di farli rientrare al governo che, da poco, avevano perduto a vantaggio del Popolo, a questo l'estinzione di tutti i debiti che avevano; infine, per accattivarsi le simpatie del popolo, inteso qui come la popolazione dei salariati che lavorava a Firenze, creò queste associazioni che avevano il compito di organizzare le feste rionali, mettendo in pratica la frase “panem et circenses” del poeta Giovenale.

Emblema della Potenza Festeggiante
"Città rossa" presso Sant' Ambrogio
(Wikipedia)
Una delle Lapidi delle Potenze
(Wikipedia)
Sebbene le Potenze fossero state create nel XIV secolo è solo dalla seconda metà del XVI secolo che queste iniziarono ad avere importanza. Durante il Cinquecento ricevettero grossi sostentamenti da parte della corte granducale. Le potenze erano formate solo dal popolo minuto, le classi agiate si limitavano a partecipare agli spettacoli che organizzavano, durante i quali facevano delle donazioni.
Le associazioni possono essere paragonate a delle vere e proprie signorie; chi le presiedeva si fregiava di un titolo nobiliare (Re, Duca, Gran Signore, Monarca, Marchese ecc.). La scelta di nomi regali, invece che legati a cariche repubblicane, è da collegare al momento della loro fondazione, in quel momento la città era retta a signoria e non a regime repubblicano.
Non solo il nome è legato a titoli nobiliari, ma anche la struttura che avevano si rifà a quello di una corte. Queste Potenze avevano una vera e propria gerarchica, dando vita a una struttura che può essere paragonata a quella di una corte vera e propria; accanto al Signore, c'erano i Baroni, che sedevano accanto al trono e sfilavano accanto durante le cerimonie. Questa corte era divisa in aree: quella amministrativa, (composta dai Provveditori, per le diverse forniture che necessitavano, e dal Camarlengo, per l'amministrazione del reame); quella militare (formata dai Capitani e dal Maestro di Campo, per l'organizzazione delle bande per le armeggerie); quella delle cerimonie (fatta dagli Alfieri, responsabili del vessillo e del sigillo). In poche parole ogni Signoria era uno stato miniaturizzato con tutte le sue peculiarità, composto fra le cento e le duecento persone a seconda della sua importanza. Se si considera che le Potenze erano una settantina si può immaginare che quando si muovevano tutte insieme erano un vero e proprio esercito. Per questo motivo i governanti avevano terrore se queste associazioni potessero allearsi tra loro, per scongiurare ciò fu fatto un bando dove si vietava l'associazione tra due o più Signorie e l'aiuto reciproco.

Un opuscolo sulle Potenze Festeggianti
Le Potenze stabilivano volentieri le loro residenze nei luoghi più frequentati dove il transito era maggiore. Spesso le sedi si trovavano sui canti dai quali molto spesso prendevano il nome, altri luoghi dove risiedevano le Potenze erano nelle vicinanze delle chiese, o dove si trovavano le sedi di altre compagnie di carattere religioso. La scelta di porre la residenza in luoghi frequentati serviva per poter avere un maggior numero di associati e di introiti provenienti dalle offerte dei passanti.
Sul suo territorio la Potenza era interprete di iniziative di carattere rionale, ma di queste varie e numerose attività sono rimasti rari documenti e attestazioni; queste poche fonti fanno intendere di manifestazioni molto festose. Tra gli eventi più partecipati, l'elezione del proprio signore, che doveva essere un vero e proprio spettacolo.
Queste Signorie avevano un ruolo centrale anche durante la festa parrocchiale o del Santo protettore. Con il passare del tempo le varie Potenze erano formate da lavoratori dipendenti dalla stessa Arte, per questo oltre al patrono della chiesa di rifermento si festeggiava anche quello della corporazione di appartenenza.
"Pianta geometrica della città di Firenze"
di Federico Fantozzi, edito nel 1843
"Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio", edito nel 1840
L'attività di questi Enti non era limitata ai festeggiamenti, delle volte era indirizzata a qualcosa di più concreto. Spesso finanziarono la costruzione di tabernacoli, o nell'acquisto di organi per le chiese e altro ancora: una delle costruzioni più famose che dobbiamo a una di queste associazioni è la famosa opera fatta da Giovanni della Robbia in via Nazionale, il tabernacolo delle Fonticine richiesto dalla Signoria di Biliemme.
Con il tempo però le attività di queste Brigate si concentrarono su attività tumultuose come: i combattimenti con armi finte o le sassaiole, nelle quali talvolta scappò anche il morto. Visti i sempre maggiori disordini che queste associazioni creavano, a causa della varie rivalità che erano nate tra di loro, furono definitivamente sciolte nel 1629 da Cosimo II.
1. “Duca d'Arno” ponte alle Grazie,
2. “Re de' Battilana” Orsanmichele,
3. “Re di Biliemme o Beliemme” Canto della Cella di Ciardo (Via Sant'Antonino e Via dell'Ariento),
4. “Duca della Biscia” Santo Stefano al Ponte Vecchio,
5. “Duca de' Boffi” Piazza della Calza a Porta Romana,
6. “Re di Camaldoli” chiesa di San Salvatore a Camaldoli,
7. “Re di Borgo San Frediano” ponte alla Carraia,
8. “Vice-imperatore di Camaldoli” piazza Tasso,
9. “Duca di Camporeggi” Canto di via San Gallo e via Santa Reparata,
10. “Duca del Cardo” Tiratoio d'Arno (Piazza Mentana),
11. “Duca del Carroccio” Mercato Nuovo,
12. “Signore della Catena” dal Canto alla Catena (via della Pergola e via degli Alfani),
13. “Re de' Cimatori” in piazza de' Signori e via dei Cimatori,
14. “Comandante Generale de' Cercini” piazza del Duca,
15. “Gran Monarca della Città Rossa” chiesa di Sant'Ambrogio,
16. “Re della Colomba” Santo Spirito,
17. “Re delle Conce” via Pelacani,
18. “Signore del Concio” ponte alla Carraia,
19. “Signore del Conio” canto via delle terme e chiasso Ricasoli,
20. “Signore della Consuma” Canto alla Cuculia via de' Serragli via santa Monaca,
21. “Monarca semplice delle Convertite” chiesa e monastero delle Convertite,
22. “Marchese della Cornacchia” chiesa San Pulinare (Apollinare),
23. “Re della Corona” chiesa San Pancrazio,
24. “Re del Covone” Canto alla Paglia (Borgo San Lorenzo e via de' Cerretani),
25. “Duca del Diamante” in piazza di Sua Altezza (piazza de' Pitti),
26. “Principe della Dovizia” Mercato Vecchio,
27. “Signore de' Fornai Venturieri” nessuna sede,
28. “Duca del Forno sua Provincia e Vassalli” via del Fornaio della Forca,
29. “Re del Gallo” porta a San Gallo,
30. “Signore de' Garzoni e Baroni” piazza Pitti,
31. “Re della Gatta” a San Pier Gattolini,
32. “Signore della Graticola” San Lorenzo,
33. “Gran Signore della Guelfa” chiesa di San Barnaba,
34. “Tiranno Leporino” borgo San Pier Gattolini,
35. “Duca della Luna” via de' Ferrivecchi (via degli Strozzi),
36. “Signore de' Macellai” Mercato Vecchio,
37. “Re delle Macine” Canto alla Macine (via Guelfa e via San Gallo),
38. “Barone della Malacucina” agli Ammazzatoi (via delle Terme e via Santi Apostoli),
39. “Duca della Mela” Canto alla Mela (via de' Macci e via Ghibellina) ,
40. “Principe del Monferrati”,
41. “Arciduca di Monteloro” Canto di Monteloro e di Candeli (Borgo Pinti, via Alfani e via dei Pilastri),
42. “Conte Mota” su' Renai (via de' Renai),
43. “Duca della Nebbia” Via Maggio,
44. “Marchese della Nespola” chiesa di Santa Felicita,
45. “Signore dell'Olmo” chiesa di San Niccolò,
46. “Re dell'Oro” via Gomitolo dell'Oro,
47. “Re dell'Oro” Borgo San Niccolò,
48. “Signore degli Osti” in via Torta,
49. “Imperatore Paglioloco” Chiesa di San Giorgio,
50. “Duca della Pecora” piazza di San Martino,
51. “Re Piccinino” Canto del Giglio (via degli Speziali e via Calzaiuoli),
52. “Ducato del Piccione” Canto del Piccione (via Romana),
53. “Signore del Ponticello” in Gualfonda (via Valfonda),
54. “Signore del Ponte Nano a Ripoli” via della Scala chiesa di san Jacopo a Ripoli,
55. “Imperatore del Prato” chiesa di Santa Lucia sul Prato,
56. “Gran Signor Capitano dal Presto” via del Presto de' Pazzi,
57. “Signore de' Purgatori” alla Piazza d'Arno,
58. “Marchese della Rete” via Gora,
59. “Duca de Rigagnoli” piazza Duomo,
60. “Conte de' Rocchetti” via San Zanobi,
61. “Gran Maestro delle Rondini” chiesa San Pier Maggiore al Canto alle Rondini,
62. “Duca dello Scodellino” chiesa di San Simone,
63. “Signore dello Scompiglio” da Peruzzi (chiesa di San Remigio volta de' Peruzzi),
64. “Signore della Sferza” piazza di San Felice in Piazza,
65. “Signore della Spada” borgo San Paolo (piazza Ottaviani),
66. “Signore della Spalla” osteria della Trave Torta (ponte alla Carraia),
67. “Signore della Spiga” Piazza del Grano,
68. “Signore de' Tintori” Canto agli Alberti (via de' Benci, Borgo Santa Croce e Corso dei Tintori),
69. “Gran Signore della Torre Marmolina” Piazza San Giovanni,
70. “Re del Tribolo” Canto del Tribolo (via dei Servi e via degli Alfani) ,
71. “Duca della Vacca” chiesa San Leo (via del Campidoglio),
72. “Signore de' Vagliati” canto al Mondragone (via dei Banchi e via del Giglio)
©Riccardo Mugellini , medievista ed esperto di araldica.