Firenze Capitale

Firenze Capitale d'Italia
3 febbraio 1865 - 3 febbraio 1871
 

Il piano di ingrandimento di Firenze, redatto da Giuseppe Poggi su commissione della Giunta Municipale (1865) preseduta da Luigi Guglielmo Cambray-Digny , aveva l'obiettivo di adeguare la struttura e l'immagine della città al suo nuovo ruolo di Capitale. Sebbene qui si accenni solo a quanto riguarda la creazione della cerchia dei viali e delle piazze lungo il suo tracciato, è fondamentale sottolineare che l'intervento del Poggi faceva parte di un progetto complessivo per la rilettura della città. Tra gli obiettivi del progetto vi erano la ridisegnazione della cinta daziaria, la protezione della città vecchia e dei nuovi quartieri dalle inondazioni attraverso la sistemazione del bacino idrologico dell'Arno e dei suoi affluenti, il ripristino delle fogne e degli acquedotti, la riprogettazione delle ferrovie e delle relative stazioni, la costruzione di un nuovo macello e di un gasometro, la posizionamento di nuove caserme e di un Campo di Marte, nonché la preparazione delle aree destinate ai nuovi quartieri per rispondere alla crescente domanda di alloggi. È importante tenere presente che la popolazione di Firenze stava aumentando in modo significativo. Nel 1861 la città contava 114.568 abitanti, ma nel 1865 il numero era già salito a 146.441, raggiungendo il picco di 194.001 persone nel 1870. Pertanto, l'abbattimento delle mura cittadine rappresentava un passo essenziale per realizzare i molteplici obiettivi del progetto. Ciò comportò la creazione di un ampio spazio pubblico lungo il percorso delle mura, che sarebbe diventato un'area di grande valore per collegare la città storica con i nuovi insediamenti. Esempi di interventi simili non mancavano in altre città europee. A Vienna, nel 1857, l'imperatore ordinò la demolizione delle pittoresche mura cittadine per creare un ampio boulevard chiamato Ringstrasse, intorno al quale furono costruiti vari edifici pubblici monumentali. A Londra, invece, nel 1863 si optò per la costruzione della metropolitana per evitare la demolizione delle strade esistenti. L'abbattimento delle mura di Firenze, che avevano perso da tempo la loro funzione difensiva e rappresentavano principalmente una barriera doganale, a quel tempo era visto come un ostacolo all'affermazione dei principi di regolarità, decoro e igiene urbana che stavano alla base delle trasformazioni urbane pianificate. La creazione dei viali e la rimozione delle mura dovevano preservare l'identità urbana e prevenire una crescita disordinata della città. Nel piano del Poggi, si prevedeva anche l'abbattimento delle porte urbane, ma grazie all'appello di intellettuali e cittadini, queste furono conservate come testimonianze storiche e inserite nelle nuove piazze alberate. Questo approccio richiamava le soluzioni adottate da Haussmann a Parigi, dove furono conservate numerose porte urbane come elementi di interesse storico e architettonico. I viali, oltre a fungere da argini per la difesa idraulica della città vecchia, non seguirono sempre il tracciato delle antiche mura. Sulla riva destra dell'Arno non ci furono particolari difficoltà, ma sulla riva sinistra, vicino alle colline, le condizioni non permettevano la creazione di un nuovo ampio asse stradale e, al contempo, avrebbero compromesso la protezione contro gli smottamenti del terreno.
Pertanto, il tracciato dello "stradone dei Colli" assunse una configurazione particolare per consentire la visione panoramica della città. Il piano prestò anche grande attenzione al verde, che in precedenza era stato affrontato solo in modo limitato a Firenze, principalmente con il parterre di San Gallo. La città non aveva i problemi di inquinamento e scarsa ventilazione che affliggevano altre grandi metropoli europee come Londra e Parigi. Tuttavia, Poggi considerava il verde un elemento importante per migliorare le condizioni igieniche della città, fornire spazi di svago per le famiglie e creare prospettive estetiche gradevoli con edifici di rilievo architettonico.
 

Firenze Capitale d'Italia

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