Chiesa e Convento di S. Domenico di Fiesole

Chiesa e Convento di S. Domenico di Fiesole
Chiamato anche “il Conventino”
Tratto da Guido Carocci, I dintorni di Firenze, Firenze, Galletti e Cocci, 1906

 

"La Chiesa e il Convento di San Domenico di Fiesole, noti anche come “il Conventino”, hanno una storia affascinante. La costruzione iniziò nel 1406 in una vigna donata da Jacopo Àltoviti, vescovo di Fiesole, a Frate Giovanni Domenicani. Tuttavia, a causa della mancanza di fondi, i lavori furono abbandonati.

Barnaba degli Agli, un cittadino molto ricco che aveva già donato 600 fiorini per iniziare i lavori, alla sua morte lasciò nel suo testamento l’indicazione di completare la chiesa e il convento. I Domenicani nel 1418 cedettero il luogo del monastero ai tre figli di Barnaba che lo completarono con una somma ingente e lo restituirono poi ai frati.

La chiesa fu dedicata a San Domenico e non prese mai il nome di San Barnaba, come invece avrebbe voluto Barnaba. Diverse famiglie contribuirono a completare e arricchire la chiesa, tra cui i Gaddi, i Dazzi, i Martini e altri.

Nel corso dei secoli, la chiesa e il monastero hanno subito numerosi abbellimenti e aggiunte importanti. Fra Serafino Banchi fece erigere a sue spese il coro, la tribuna dell’altare maggiore e la libreria, arricchendola di opere rarissime. Fra Cipriano Brignole costruì un noviziato e donò il ciborio di legno dell’altare maggiore. Infine, i fratelli neofiti Alessandro ed Antonio di Vitale Medici decorarono la facciata della chiesa con un portico eretto secondo il disegno di Matteo Nigetti nel 1685.

Molti personaggi celebri vestirono l’abito religioso in questo convento, tra cui Antonino Pierozzi poi arcivescovo di Firenze, Fra Bernardo Del Nero vescovo di Bisignano, Monsignor Ercolano e Mons. Angelo Da Diacceto vescovi, l’uno di Perugia, l’altro di Fiesole. Fra Giovanni Angelico detto il Beato Angelico uno dei riformatori della pittura italiana, il P. Domenico Buonvicini seguace di Savonarola.

La chiesa ha subito nel tempo vari restauri che le hanno fatto perdere in parte il suo aspetto primitivo; ma rimangono ancora intatti i prospetti delle varie cappelle adorni di squisiti ornamenti in pietra che si attribuiscono a Giuliano da S. Gallo.

La Chiesa di San Domenico ospita numerose opere d’arte, tra cui la Madonna del Rosario di Francesco Curradi, un crocifisso di Andrea Ferrucci di Fiesole, e dei sedili a postergali ed un banco di Sagrestia, squisiti lavori d’intaglio e d’intarsio del XV secolo.

Il campanile, un’elegante costruzione di Matteo Nigetti sorta tra il 1611 e il 1613, è stato restaurato nel 1900. Dopo la soppressione francese, il convento annesso fu venduto ai Velluti Zati Duchi di San Clemente che lo trasformarono in quartieri da villeggianti. Tuttavia, nel 1879 i Domenicani di San Marco lo riacquistarono e lo trasformarono in un noviziato dell’ordine.

Anche il convento era ricco d’opere dell’Angelico, alcune delle quali furono vendute; ma altre poterono sfuggire alla dispersione, alcune vennero scoperte sotto lo scialbo e così nel ripristinato cenobio resta ancor vivo il ricordo della feconda attività dell’insigne pittore domenicano.

Nella vigna annessa al convento si trova la graziosa cappellina detta delle Beatitudini, dove si possono vedere i resti di pregevoli affreschi di Lodovico Luti quasi distrutti dalle intemperie e dal lungo abbandono.

Accanto alla chiesa di San Domenico si trova l’oratorio dell’antica Compagnia di San Donato di Scozia che aveva sede presso la badia Fiesolana. Alla soppressione di questa, la compagnia si trasferì a San Domenico e nel 1792 edificò la sua nuova sede. In essa si conserva un interessante busto di rame dorato rappresentante San Donato, pregevole lavoro di oreficeria in rame eseguito nel 1546 da un Maestro Niccolò Guascone".

Tratto da Guido Carocci, I dintorni di Firenze, Firenze, Galletti e Cocci, 1906
 

 

San Domenico, esterno

 

Giovanni Antonio Sogliani e Santi di Tito, Adorazione dei Magi 1540-1559 ca

 

 

 

 
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