La Prima Reggia di Cosimo Primo de' Medici Nel palazzo già della Signoria di Firenze Download Free formato PDF |
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Un grande e maestoso edifizio che s'inalza torreggiante nel centro della città di Firenze ci dà il compendio della sua storia politica dal XIV secolo fino ad oggi. E questo il Palazzo della Signoria, costruito da Arnolfo, per residenza e per dimora dei reggitori della Repubblica, dentro le cui mura si svolsero tante azioni gloriose e tanti fatti di sangue, che con maggiore o minore imparzialità furono giudicali dalla Storia. Aveva in principio, più che di palazzo, l'aspetto di forte castello isolalo, in difesa da antiporti e spiombatoi, al quale in seguilo si aggiunsero la corte e la casa dell'esecutore di giustizia, quelli del capitano dei fanti, il luogo ove custodivansi i leoni, e più lardi il gran Salone del Consiglio, eretto ad istigazione del Savonarola. | |
Cortile di Palazzo Vecchio Pianta del primo piano di Palazzo Vecchio |
Ma il maggiore incremento venne dato a questo palazzo al tempo che Cosimo I, abbandonato quello de' Medici, in Via Larga, vi pose la sua dimora, ed allora, per opera del Tasso, del Bandinelli e del Vasari che tennero successivamente la direzione dei lavori, tanti artisti illustri si affaticarono a farlo divenire una reggia. Peraltro questi valentuomini ebbero un compito ben difficile; quelle vecchie mura repubblicane, quelle sale improntate di austera semplicità, mal si adattavano alle idee del nuovo signore, e fu mestieri alterare in più luoghi, ed anche manomettere alcune parti dell'edifizio che avrebbero dovuto imporre rispetto. |
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in questa Firenze, Madre della Bellezza, Creatrice della Grazia, risvegliarsi il Genio dormiente; ma anche nelle Arli Minori^ che ci fecero un tempo nel lavoro dei popoli, i primi del mondo, poi che la nostra gente...
Il passato era rappresentato dalla città della prima cerchia: «Firenze dentro dalla cerchia antica». Le mura non esistevano più.
Troveremo figure di artisti e di scienziati, di condottieri e di letterati, di politici e di ospiti stranieri, oppure di alluvioni.
[...] I'Arno crebbe dalle undici da sera della Domenica, alla mattina del Lunedì, ma verso le ore una pomeridiana del sette era già in decrescenza [...]